D’ALEMA COME FANFANI: RIECCOLO! BAFFINO DIETRO LE QUINTE E’ IL REGISTA OCCULTO DELLA SCISSIONE. CON UN UNICO OBBIETTIVO: LOGORARE IL DUCETTO, PER QUESTO PUNTELLA GENTILONI – MASSIMO RIPARTE DAL “SUO” SALENTO CON UN SOGNO INCOFFESSABILE: TORNARE A MONTECITORIO

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Fabio Martini per la Stampa

 

bersani epifani dalema bersani epifani dalema

Rieccolo. Come tanti anni fa l' energetico Amintore Fanfani riemerse da un pensionamento anticipato e fu battezzato con quel memorabile nomignolo da Indro Montanelli, ora anche Massimo D' Alema è tornato a far politica dopo una quaresima durata cinque anni. Riemerso sì, ma a pelo d' acqua: nelle settimane scorse ha tracciato - in anticipo e da dietro le quinte - la linea della scissione ai suoi riottosi compagni di strada; nei mesi precedenti aveva fatto campagna per il no al referendum ma con comizi vecchia maniera, in grandi e piccoli centri.

 

AMINTORE FANFANI AMINTORE FANFANI

E con lo stesso profilo basso Massimo D' Alema in queste ore sta confidando in contatti personali e riservati la linea per i prossimi mesi alla nuova area che nascerà a sinistra del Pd: «La situazione del Paese è grave, i dati sullo spread confermano che tutte le incertezze internazionali hanno un effetto immediato sull' Italia». E poi il consiglio più politico: «Comunque il governo Gentiloni va sostenuto, perché è giusto per il Paese e anche perché se l' esecutivo si consolida, potrebbe crescere la distanza tra il presidente del Consiglio e Renzi...».

 

BIANCA BERLINGUER BIANCA BERLINGUER

Come dire: più dura il governo, più si logora Renzi. E questa sera il ritorno di D' Alema sarà coronato da un evento televisivo: per la «prima» di Bianca Berlinguer, che prende la conduzione del nuovo talk show-ammiraglia di RaiTre, l' ospite d' onore è proprio Massimo D' Alema.

 

E lui, su scenari periferici, sta preparando le premesse anche per un possibile, al momento improbabile, rientro in Parlamento: venerdì l' ex presidente del Consiglio, per lanciare ConSenso, il suo nuovo contenitore, ha scelto l' area nella quale per diversi anni era collocato il suo feudo elettorale: il Salento. La ripartenza di Massimo D' Alema è cominciata dall' hotel Tiziano di Lecce, l' albergo delle convention dei notabili pugliesi e il primo impatto con la sua «gente» è stato incoraggiante: la sala era stracolma, i cinquecento posti esauriti, le ovazioni ripetute.

 

DALEMA RENZI DALEMA RENZI

Certo, il partito della «Nuova Sinistra» non è ancora nato ed è prematuro immaginare che Massimo D' Alema ne possa diventare uno dei parlamentari, anche perché la verve dispiegata in questi ultimi mesi nella battaglia contro Renzi non ha come obiettivo uno scranno parlamentare per un ex premier. Ma la scelta di Lecce per la partenza del suo tour e il calore dell' accoglienza sono sintomi eloquenti.

 

E davanti ad una «chiamata», probabilmente lo stesso D' Alema potrebbe vacillare. Lui stesso, interpellato sulla promessa, sinora ignorata, di ritornarsene dietro le quinte dopo la battaglia referendaria, risponde così: «Faccio il mio lavoro di presidente di una Fondazione culturale e, quando sono libero, sono un militante. Fa parte dei diritti civili, che non mi possono essere negati».

BERSANI E D'ALEMA CHE FA' L'ORIGAMI BERSANI E D'ALEMA CHE FA' L'ORIGAMI

 

Un diritto civile, quello alla parola, che D' Alema non si è negato da quando, nell' ottobre del 2012, decise di non ricandidarsi in Parlamento. Erano le settimane nelle quali Renzi, allora sindaco di Firenze, batteva così forte sulla rottamazione che sia Walter Veltroni che Massimo D' Alema annunciarono la non-ricandidatura alle Politiche 2013. Ma lasciando il suo scranno, in un momento nel quale erano in corso la sfida alle Primarie tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi, «Baffino» pronunciò parole destinate a durare: «Non chiederò deroghe, con Bersani candidato, il rinnovamento lo agevolerò... Ma se vince Renzi sarà scontro, in quel caso ci sarà scontro politico».

GENTILONI GENTILONI

 

In questi giorni, prodigo di consigli agli altri big della sua area, D' Alema ha suggerito la linea: «L' ipotesi di correre verso elezioni anticipate, con la prospettiva sicura di ingovernabilità, è una scelta folle: va sostenuto convintamente il governo Gentiloni».

 

 

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