E ALFANO TORNÒ DA SILVIO: “UNA COALIZIONE POPOLARE CON FORZA ITALIA E LEGA” - TE CREDO: LUPI GLI VUOLE SOFFIARE IL PARTITO E IN EUROPA RISCHIA DI MANDARE UN SOLO DEPUTATO!

Prima che Lupi si prenda il coordinamento, Angelino torna ad aggrapparsi alla pompetta: “Berlusconi è un uomo pragmatico” - Le elezioni europee, più che lanciare NCD, hanno resuscitato l’Udc: a Strasburgo andrà Cesa e forse Casini (Carlo, non Pierfurby) che ha fatto ricorso al Viminale per prendersi il seggio…

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1. ALFANO CHIAMA FORZA ITALIA “UNA COALIZIONE POPOLARE CON BERLUSCONI E LA LEGA”

Ugo Magri per “La Stampa”

ALFANO E BERLU ALFANO E BERLU

 

Che cosa le fa venire in mente, onorevole Alfano, questa corrispondenza di amorosi sensi tra Forza Italia e la Lega?  

«La contraddizione parla da sé: un partito membro del Ppe che si precipita a cercare accordi con la variante italiana del lepenismo. Penso alle enormi praterie che si aprirebbero per il Nuovo centrodestra, se fossi così cinico da volerne approfittare». 

 

Sia sincero, una tentazione ci sarebbe...  

«Sì, ma con la stessa franchezza le dico: anziché sfruttare questa occasione è più serio fare il bene del Paese». 

E l’interesse collettivo dove sta?  

berlusconi e alfano berlusconi e alfano

«In una scelta diversa. Occorre costruire uno schieramento in grado, la prossima volta, di sfidare la più grande forza del socialismo europeo». 

Un fronte dei moderati?  

«Una coalizione popolare italiana che li rimetta in gioco. Ma che non sia una somma di sigle e abbia un programma». 

Vede un precedente storico capace di rendere l’idea?  

«La Coalicion Popular della Spagna post-franchista. Quando il centrodestra era spezzettato in una decina di soggetti politici, ciascuno a forte impronta leaderistica, si mise in moto un processo, oggi lo chiameremmo un cantiere, che portò nel 1976 all’Alleanza popolare e tre anni dopo alla Coalizione democratica da cui prese origine il Partito popolare». 

Ci faccia capire: come mai lei tende la mano ai concorrenti del centrodestra e propone, un domani, di rimettervi insieme?  

«Perché sono rimasto molto colpito dal discorso di Renzi alla direzione Pd. Lui ha perfettamente compreso che, se vuole consolidare il 41 per cento, deve cambiare prospettiva e assorbire al proprio interno un centro, una destra e una sinistra, dai liberali di Scelta civica a una porzione di Sel. Non a caso ha parlato di un partito della nazione». 

Cosa c’è di strano?  

berlusconi alfano berlusconi alfano

«Nazione è concetto di destra. Mai un leader della sinistra si era avventurato così in là». 

Scusi, ma allora perché non vi unite anche voi a quel partito della nazione?  

«Perché, come dice il nome, Ncd lavora a un’altra prospettiva. Ed è la ragione per cui sarebbe utile che Forza Italia non facesse scelte lepeniste». 

E se invece non le dessero retta, anzi accentuassero le scelte estremiste?  

«Molti moderati in fuga potrebbero fermarsi da noi. Altri invece verrebbero risucchiati da Renzi, e la sfida con il Pd verrebbe persa in partenza». 

Con la Lega siete stati alleati per vent’anni, ci avete governato insieme quando Bossi evocava i fucili... Com’è che adesso avete delle riserve?  

Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse

«Non sfuggirà, spero, una differenza. Bossi aveva a che fare con Forza Italia al 29 per cento nel 2001 più An al 13, e con il Pdl al 39 per cento nel 2008. Guidavamo noi. Adesso la debolezza di Forza Italia è tale che rischia di trasformare la Lega nell’autista». 

Non la volete a bordo?  

«Il ragionamento è opposto: bisogna rimettere in gioco tutti. Compresi quanti, dentro Scelta civica, non desiderano aderire al Pd. Comprese le aree, dall’Udc ai Popolari per l’Italia, con cui abbiamo condiviso la battaglia europea». 

Perché mai Berlusconi dovrebbe cambiare strategia?  

berlusconi alfano santanche verdini lupi big berlusconi alfano santanche verdini lupi big

«E’ uomo pragmatico. Credo che non sarebbe nel suo interesse ostacolare questa evoluzione». 

Si riparla di primarie del centrodestra: lei è pronto a cimentarsi?  

«Prima deve nascere una coalizione. Se e quando nascerà, è evidente che il candidato premier non potrà essere sorteggiato. Tantomeno uno potrà decidere per tutti». 

Qualche super-falco dirà: dopo le elezioni Angelino viene a Canossa...  

«Nemmeno per sogno. È esattamente il rovescio. Dal momento che abbiamo varcato con le nostre gambe la soglia del Parlamento europeo, siamo nella condizione di indicare una prospettiva comune». 

Voi al governo, Forza Italia all’opposizione: Renzi deve preoccuparsi per la tenuta del governo?  

 

Lupi D e il vicepremier e ministro degli Interni Angelino Alfano Lupi D e il vicepremier e ministro degli Interni Angelino Alfano

«Non casco in questo giochino. Nessuno deve rinnegare niente. Noi continuiamo a pensare che a ottobre sarebbe stato un disastro precipitare l’Italia nella crisi, e nel governo vogliamo affermare la nostra identità rilanciando su riforme come mercato del lavoro e giustizia, lotta alla burocrazia e alle tasse. Ma non chiediamo a Forza Italia di rinnegare la propria scelta di andare all’opposizione, e nemmeno quella di partecipare alle riforme. Ovviamente, pretendiamo il reciproco». 

Perché non ne parla direttamente con Berlusconi?  

«Perché in questa fase è bene privilegiare il confronto pubblico delle idee. Nel frattempo, magari, una moratoria degli insulti personali da parte dei giornali di famiglia sarebbe di qualche aiuto». 

Negli ultimi mesi sono circolati molti veleni. Si sente nello stato d’animo giusto per provare a ricostruire sulle macerie del centrodestra?  

«Certamente ho l’animo sereno, io...». 

 

2. ORA NCD RISCHIA DI PERDERE DUE SEGGI SU TRE - I POSTI ATTRIBUITI DAL VIMINALE AL PARTITO DI ALFANO POTREBBERO FINIRE ALL'UDC

LORENZO CESA LORENZO CESA

Andrea Cuomo  per “il Giornale”

Se tre eurodeputati vi sembran pochi, figuriamoci due. E se due vi sembran pochissimi, figuriamoci uno soltanto. La grande rivoluzione dell'Ncd potrebbe ridursi a questo: un solo esponente a Bruxelles, perso nel mare magno del supergruppo Ppe, influente come un astemio in un'osteria. Il conto è presto fatto: il ticket Ncd-Udc domenica scorsa nelle urne ha ramazzato il 4,3 per cento, guadagnando tre strapuntini all'Europarlamento, assegnati inizialmente al più votato della circoscrizione Nord-Ovest (il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, con le sue 46.395 preferenze), al primo del Sud (Lorenzo Cesa con 56.911 voti personali) e al primo delle Isole, il catanese Giovanni La Via, scelto da 56.678 elettori.

Carlo Casini Carlo Casini

Quindi una poltrona all'Udc, quella del segretario Cesa, e due per gli alfaniani: quella di Lupi, che se pure dovesse rinunciare per restare al governo finirebbe al secondo più votato, il presidente della provincia di Cremona Massimiliano Salini, sempre dell'Ncd; e quella di La Via. Sicuri? Mica tanto. Perché malgrado alle Isole l'Ncd abbia ottenuto la percentuale più alta (7,51), in termini assoluti le tre circoscrizioni in cui il partito di Alfano ha ottenuti più voti sono il Sud (378.256), il Nord-Ovest (276.143) e il Centro (199.701) contro i 170,603 di Sicilia e Sardegna.

BEATRICE LORENZIN RENATA POLVERINI BEATRICE LORENZIN RENATA POLVERINI

E il sistema elettorale europeo prevede l'assegnazione dei seggi a chi vanta la cifra circoscrizionale più alta. Quindi il seggio attribuito dal Viminale a La Via potrebbe finire a Beatrice Lorenzin, prima nella circoscrizione Centro con 33.396 preferenze. E se lei, come quasi certo, dovesse rinunciare per non perdere la poltrona di ministro della Salute, le subentrerebbe Carlo Casini (26.298 voti), presidente del Movimento per la Vita e in quota all'omonimo Pier Ferdinando. Non è un caso che proprio Casini (Carlo) abbia fatto ricorso al Viminale parlando di «violazione delle più elementari regole democratiche». Se fosse accolto, come appare probabile, l'Udc batterebbe l'Ndc per due seggi a uno e Alfano riuscirebbe nell'impresa di farsi superare nel derby dei seggi da un partito praticamente estinto.

Nunzia De Girolamo Nunzia De Girolamo

Il seggio che rischia di cambiare padrone potrebbe peggiorare l'umore interno dell'Ncd, già sotto i tacchi malgrado il risultato minimo di avere evitato la tagliola del 4 per cento. Tra i mal di pancia territoriali (la Calabria del governatore Giuseppe Scopelliti, con l'Ncd all'11,4 per cento ma senza poltrone) e quelli governativi (Lupi è sempre più tentato dalla scalata della segreteria al punto di prendere in considerazione l'idea di lasciare il ministero e tenersi il seggio a Bruxelles per avere le mani più libere) lo psicodramma è in agguato. Di certo il partito ha messo chiaramente in discussione la tremebonda leadership di Alfano e la partecipazione a un governo in cui la voce del centrodestra già flebile potrebbe ridursi a un sussurro. E alla fine?

Alla fine non si può che guardare a Forza Italia. «Dobbiamo decidere che cosa fare da grandi - fa notare il presidente dei deputati Nunzia De Girolamo ad Agorà, su Rai3 - se rifondare la coalizione o se fare le comparse intorno a un Pd protagonista al governo. Il centrodestra ha perso e deve interrogarsi sulla perdita di voti e sulle soluzioni. Se poi qualcuno continua a fare insulti da bar dello sport o i conti della massaia sui voti presi, non mi sembra un grande futuro». Visto che il passato non c'è e il presente è grigio.

nunzia de girolamo e saltamartini con cicchitto all assemblea di ncd nunzia de girolamo e saltamartini con cicchitto all assemblea di ncd

 

 

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