ANCHE MARINE LE PEN “BENEDICE” L’INTESA LEGA-CINQUESTELLE: “DALLE URNE ITALIANE ARRIVERA’ UNA NUOVA SCOSSA ALLA UE. BENE LE IDEE DEI GRILLINI E SALVINI STA LAVORANDO A UNA LARGA COALIZIONE, COSA CHE MI FA MOLTO PIACERE. L’UNIONE EUROPEA E’ SUPERATA: SERVE UNA UNIONE DELLE NAZIONI EUROPEE. IO SONO L’UNICA OPPOSIZIONE A MACRON”

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Stefano Montefiori per www.corriere.it

 

MARINE LE PEN

Concluso il discorso ufficiale di una ventina di minuti, Marine Le Pen si avvicina al buffet apparecchiato nella sede del Front national, a Nanterre. È il giorno degli auguri alla stampa e la leader del partito ha voglia di «discutere con tranquillità», dice, infastidita solo dalle telecamere che non le permettono di assaggiare petits fours e tramezzini senza rischiare un fotogramma impietoso.

 

Quando gli obiettivi si allontanano, sigaretta elettronica in una mano e calice di champagne nell’altra, la donna del 33,94% al secondo turno delle presidenziali parla della nuova, ennesima «traversata del deserto» che la aspetta. «Non sono affatto spaventata, ne ho già vissute tante e sono ancora qui», dice con un sorriso meno aggressivo che in passato.

 

UNE AL POSTO DI UE

MARINE LE PEN E MATTEO SALVINI

Candidata a niente se non alla sua stessa successione alla guida del partito (congresso di Lille a marzo), Marine Le Pen affronta il 2018 con la calma di chi ha appena perso ma non ha fretta, perché vede ovunque segnali confortanti. «Uscire dall’Europa» è una formula che non le ha portato bene, quindi di «Frexit» non parla più. Il problema non è l’Europa «ma l’Unione europea per come ha funzionato finora», che nella sua visione va sostituita con una «Unione per le Nazioni Europee».

 

Al posto della «Ue» Marine Le Pen vede all’orizzonte la «Une», e una delle prime tappe di avvicinamento potrebbero essere le elezioni italiane del 4 marzo, una settimana prima del congresso Fn. «Il voto in Italia potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova Europa, certamente — dice alCorriere —. Una dimostrazione supplementare che i popoli sono opposti all’Unione europea per il modo in cui funziona oggi.

 

MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN A MILANO

Una prova che i popoli vogliono ritrovare la libertà, la sovranità, insomma disporre di nuovo di loro stessi. Questa Unione europea non può continuare, le sue decisioni sono quasi sistematicamente nefaste per la sicurezza e la prosperità, e oltretutto vengono applicate a colpi di ricatti o di minacce» (Marine Le Pen protesta contro gli «scenari apocalittici» evocati dagli avversari a proposito di un’uscita dalla Ue).

 

VERSO LA «LIBERAZIONE DA BRUXELLES»

Sarà stata pure battuta nella corsa all’Eliseo dal leader più europeista che la storia recente ricordi, ma Marine Le Pen giudica quella sconfitta come un episodio, un intoppo nel cammino verso «la liberazione da Bruxelles» che potrebbe essere presto intrapreso, ne è convinta, dall’Italia. «Il mio alleato al Parlamento europeo, Matteo Salvini, sta lavorando per costruire una coalizione allargata, cosa che mi fa molto piacere. Si rivolge a tutti coloro che mettono la lotta contro l’Unione europea al cuore del loro progetto».

 

GRILLO SALVINI

E i sondaggi prevedono un buon risultato del Movimento Cinque Stelle, dove gli euroscettici non mancano. Ha contatti con il movimento di Beppe Grillo? «Che ci siano contatti o meno, le idee opposte all’Unione europea per come esiste oggi continuano ad avanzare. Vale anche per i danesi, per gli svedesi. Non abbiamo legami organici con loro ma tutti partecipano comunque alla stessa dinamica, che punta a rimettere in questione l’Unione europea attuale, difesa da Emmanuel Macron e Angela Merkel. Il loro e il nostro sono due progetti che si oppongono, è questa ormai la grande divisione politica a livello europeo. Da una parte ci sono loro, i post-nazionali, i “mondialisti”. Dall’altra ci siamo noi, i “nazionali”, sempre più forti in ogni Paese. Guardate anche al voto austriaco».

 

QUASI SCOMPARSA DALLA SCENA POLITICA

GRILLO SALVINI RENZI BERLUSCONI

Dopo le elezioni francesi della primavera scorsa e il mediocre risultato alle legislative (otto seggi, non abbastanza per costituire un gruppo parlamentare), Marine Le Pen era quasi scomparsa dalla scena pubblica. Nella corsa all’Eliseo prese oltre dieci milioni e mezzo di voti, eppure la mancata vittoria è stata percepita come una débacle. Colpa anche del duello del 3 maggio, nel quale la leader del FN buttò via anni di costruzione di un’immagine credibile con una prestazione pessima, tra risate beffarde, gestualità esagerata e scarsa conoscenza dei dossier.

 

jean marie le pen florian philippot

Lei riconosce di avere «mancato un appuntamento importante con i francesi», quella sera, ma adesso è tornata. È convinta di rappresentare «la sola vera opposizione» a Macron perché il partito socialista è crollato, il tentativo della sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon «ha fatto flop perché la rivolta contro la riforma del lavoro non c’è stata», e la destra dei Républicains «è minata dal conflitto interno tra pro e anti-Ue».

 

Dopo il congresso Marine Le Pen vuole cambiare nome al partito e giudica — come al solito — gli immigrati responsabili di un po’ di tutto, dall’«insicurezza sanitaria» alle molestie per strada, «in grande maggioranza dovute a persone provenienti dall’immigrazione, che importano una cultura di non rispetto delle donne, di sottomissione e sono anche l’espressione, per molti, di un disprezzo nei confronti delle francesi».

 

MARINE LE PEN MACRON

Non sente la mancanza dell’ex sedicente numero due Florian Philippot che ha abbandonato la lotta «come un cavallo che rifiuta di saltare l’ostacolo», e soprattutto è certa di trovarsi dalla parte giusta della Storia, o almeno in una delle due che restano. Le altre sfide sono «false alternanze, combattimenti di catch truccati». Alla fine, per lei, tutto si riduce a Le Pen contro Macron, il sogno della Une contro la realtà della Ue.