ANDARE IN GUERRA DISARMATI - ''NESSUNO HA AGGIORNATO IL PIANO PANDEMICO''. IL VICEMINISTRO SILERI ROMPE IL MURO DI OMERTÀ ERETTO DAL GOVERNO DOPO IL SERVIZIO DI ''REPORT'' CHE SVELAVA L'INERZIA DELL'OMS E DI RANIERI GUERRA - CON UN PIANO L'ITALIA AVREBBE AVUTO LE MASCHERINE, I GUANTI, I CAMICI DI CUI PER SETTIMANE GLI OPERATORI SONO RIMASTI PRIVI; QUESTI AVREBBERO SEGUITO CORSI PER IMPARARE COME COMPORTARSI; GLI OSPEDALI AVREBBERO AVUTO POSTI LETTO E MACCHINARI. SI SAREBBERO POTUTE SALVARE ALMENO...

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Stefano Filippi per "la Verità"

 

Si è aperta una crepa nel muro di imbarazzato silenzio eretto nel governo e nel Comitato tecnico scientifico a difesa di Ranieri Guerra, il numero due dell' Oms che ha insabbiato un dossier parzialmente critico verso il ministero della Salute e la gestione della prima ondata di contagio. È il viceministro Pierpaolo Sileri a rompere la cortina di omertà.

il servizio di report su ranieri guerra 6 il servizio di report su ranieri guerra 6

«Che il piano pandemico fosse vecchio è vero», ha detto Sileri, che di professione è medico e in passato era già stato piuttosto critico con l' Organizzazione mondiale della sanità. Il viceministro sconfessa dunque l' operato di Guerra svelato da un' inchiesta del programma Report di Rai3.

 

Il direttore aggiunto dell' Oms aveva fatto pressioni per manipolare quanto scritto nel dossier finanziato dal Kuwait per capire come l' Italia aveva affrontato la pandemia. Dal rapporto, secondo Guerra, doveva risultare che il piano pandemico nazionale era aggiornato al 2016 mentre in realtà non era mai stato toccato dopo il 2006. Questo piano è un documento che l' Oms raccomanda ai Paesi di aggiornare almeno ogni tre anni. E Guerra era stato direttore del Dipartimento prevenzione del ministero della Salute dal 2014 al 2017 (governi Renzi e Gentiloni), perciò in quel triennio toccava proprio a lui metterci le mani, cosa che egli non fece.

 

PIERPAOLO SILERI GIUSEPPE CONTE PIERPAOLO SILERI GIUSEPPE CONTE

In primavera l' alto funzionario Oms voleva far credere che il ministero, ligio alle consegne, nel 2016 avesse effettuato l' adeguamento. Guerra ha scritto mail minacciose ai responsabili del rapporto, un documento chiesto all' Oms dal Kuwait che aveva dato 100.000 dollari per la stesura. Il dossier doveva servire come bussola per i Paesi ancora risparmiati dalla pandemia.

 

Imparare dalla reazione del primo grande Paese occidentale investito sarebbe stato di grande aiuto per loro. Ma Guerra voleva che la ragion di Stato prevalesse sul rigore scientifico, pretendendo che dal rapporto fosse cancellata ogni ombra sull' operato del governo italiano. Giuseppe Conte e Roberto Speranza dovevano soltanto fare bella figura agli occhi del mondo.

 

Le pressioni di Guerra furono pesanti. «Dovete correggere subito il testo», scriveva nelle mail svelate da Report. «Non fatemi casino su questo. Non possiamo essere suicidi. Così non può uscire». E in effetti quel rapporto non uscì. Gli estensori del rapporto resistettero alle pressioni e non modificarono il dossier, che fu pubblicato il 13 maggio. Ma il giorno dopo fu ritirato.

 

Tutte le copie cartacee furono fatte sparire. Al Kuwait furono chieste di ritorno perfino le 10 copie a stampa già spedite.

 

ranieri guerra ranieri guerra

Report ha rivelato le mail di Guerra lunedì. Da allora tutti hanno taciuto: governo, Oms, Comitato tecnico scientifico di cui Guerra fa parte. Finalmente ieri il vice del ministro Roberto Speranza ha aperto uno squarcio di trasparenza. «Si dice che l' Italia non fosse pronta, ma abbiamo visto che non era pronto nessuno quando è arrivato questo virus. Il fatto che il piano pandemico fosse troppo vecchio è vero», ammette Pierpaolo Sileri. Che aggiunge: «Credo che qualche spiegazione da questo punto di vista dovrebbe essere data». Ma se occorrono spiegazioni, vuol dire che il caos è totale.

Sileri suggerisce anche la strada che Guerra dovrebbe seguire: «Credo che si debba semplicemente rilasciare un' intervista per spiegare quello che è accaduto, quello che è stato fatto, quelle che sono le lacune, non credo che ci siano segreti».

 

Le parole di Sileri sono gravissime. Primo: il viceministro riconosce che il piano pandemico era vecchio e non aggiornato. Se al dicastero della Salute avessero fatto ciò che dovevano, non ci saremmo trovati totalmente impreparati all' arrivo del coronavirus.

 

PIERPAOLO SILERI GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA PIERPAOLO SILERI GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

L' Italia avrebbe avuto le mascherine, i guanti, i camici di cui per settimane gli operatori sanitari sono rimasti privi; medici e infermieri sarebbero stati sottoposti per tempo a corsi di aggiornamento per imparare in anticipo come comportarsi; gli ospedali sarebbero stati dotati di posti letto e di macchinari. Si sarebbero potute salvare almeno 10.000 vite, secondo quanto ha dichiarato alla Verità l' ex generale Pier Paolo Lunelli. Secondo: «Vanno date spiegazioni», cioè il comportamento di Guerra è incomprensibile perfino per Sileri, numero due del ministero. Terzo: dev' essere Guerra a chiarire, per togliere dall' imbarazzo il governo.

 

Da parte sua, l' Oms non fa una piega. L' Organizzazione esce malissimo da questa faccenda: nelle mail Guerra la definisce «la foglia di fico» per le scelte del governo italiano, lasciando intendere che i 10 milioni di euro donati lo scorso maggio coprono un tacito accordo per cui l' Oms deve portare in palmo di mano il governo Conte (e viceversa) nonché coprire le inefficienze del nostro sistema senza urtare «la sensibilità politica» del ministro.

INFERMIERI ALL OSPEDALE DI CODOGNO CON MASCHERINE MA SENZA GUANTI INFERMIERI ALL OSPEDALE DI CODOGNO CON MASCHERINE MA SENZA GUANTI

 

Ebbene, quella foglia di fico non si è avvizzita, tutt' altro. La riprova viene da un annuncio dato ieri dal direttore regionale dell' Oms per l' Europa, Hans Kluge: Speranza e lo stesso Kluge la prossima settimana presiederanno in coppia un vertice europeo dell' Oms. È la seconda riunione (a distanza) sulle scuole e la loro gestione in pandemia, alla quale parteciperanno i ministri della Salute e dell' Istruzione dei 53 Paesi europei «per approfondire quali misure sono da mettere in atto» per proteggere le strutture scolastiche. Il primo incontro, sempre presieduto dal tandem Kluge-Speranza, si è svolto a fine settembre. Il suo esito è sotto gli occhi di tutti: l' Italia è l' unico Paese europeo che ha chiuso le scuole e non sa ancora quando le aprirà. Ma l' Oms non batte ciglio.

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