ANGELUCCI, L’EDICOLANTE DI PALAZZO CHIGI – AL FINE DI CREARE UN POLO EDITORIALE PER LA MELONA, IL DEPUTATO PARA-LEGHISTA ACQUISIREBBE L’AGI DALL’ENI SENZA SCUCIRE UN EURO, IN “CAMBIO-MERCE”: I 30/40 MILIONI VERREBBERO RICOMPENSATI DALLA PUBBLICITÀ, E NON SOLO SULL’AGI MA ANCHE SUI TRE QUOTIDIANI DI ANGELUCCI: “LIBERO”, “IL TEMPO” E “IL GIORNALE” (MEJO DI BATMAN!) - GIORGETTI: "NESSUN POTERE DEL MEF NELL'EVENTUALE CESSIONE DELL'AGI AD ANGELUCCI" – “IL FOGLIO”: “‘IL TITOLARE DEL MEF HA CONFERMATO I RETROSCENA CHE DAVANO IL MINISTERO COME ALL'OSCURO DI QUESTA OPERAZIONE, CHE SAREBBE INVECE STATA CONCORDATA DIRETTAMENTE CON PALAZZO CHIGI’’

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DAGOREPORT

ANTONIO ANGELUCCI

Sulla vendita dell’agenzia di stampa Agi, di proprietà dell’Eni, ad Antonio Angelucci, è intervenuto oggi il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, in un question time alla Camera: "Pur detenendo il Mef una quota in Eni, a tale partecipazione non corrisponde nessun potere sulle decisioni di natura gestionale".

 

Riporta il sito de “Il Foglio”: “Giorgetti ha quindi aggiunto che sulla "presunta" cessione dell'Agi "non c'è stata e non ci sarà nessuna influenza nel corso del mio mandato, ma non potete chiedermi delle garanzie a proposito del passato e del futuro".

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

E poi anche che "in senso stretto il Mef come azionista dell'Eni non ha un interesse a detenere alcuna forma di partecipazione in un'agenzia di stampa, al limite, potrebbe esigere la massimizzazione del valore economico in merito a una eventuale alienazione".

 

In sostanza, conclude il quotidiano diretto da Claudio Cerasa, ‘’il titolare del Mef ha confermato i retroscena che davano il ministero come all'oscuro di questa operazione, che sarebbe invece stata concordata direttamente con Palazzo Chigi’’.

 

giampaolo antonio angelucci

Ben detto: è l’ennesima prova che il deputato-imprenditore Antonio Angelucci è solo un para-leghista entrato in pompa editoriale nel cuore della Fiamma Magica del quartetto Meloni-Scurti-Arianna-Fazzolari, essendo proprietario di “Libero”, “Il Tempo” e del 70% de “Il Giornale” (l’altro 30 appartiene alla famiglia Berlusconi), da una parte.

 

Dall’altra, l’ex portantino Angelucci si ritrova oggi a capo di un impero di cliniche che dal centro-sud mira a espandersi nella regione più ricca d’Italia, la Lombardia, che ha un budget sanitario di 22 miliardi. Purtroppo (per lui), a guardia del tesoro della sanità lombarda c’è Bertolaso. E finché ci sarà Bertolaso, non si passa.

 

patrizia scurti giorgia meloni

Ma ci sono altri punti da chiarire. Il primo: se un’azienda di Stato come l’Eni deve dismettere un bene, la prassi vuole che si prende un advisor e si lancia una cosiddetta “gara di interesse”. Qui abbiamo solo una manifestazione di interesse di un imprenditore-deputato, in flagrante conflitti di interesse.

 

Il secondo punto: la quantità di investimenti pubblicitari che Eni si impegna a garantire al nuovo proprietario dopo l’acquisto. Lo ha svelato Tommaso Rodano ieri su “Il Fatto”:  “Secondo chi è ben informato sullo stato dell’affare, per acquistare Agi – non proprio un boccone appetitoso, dal punto di vista strettamente economico – Angelucci pretenderebbe un ritorno: nei prossimi anni Eni dovrebbe acquistare pubblicità sui giornali del suo gruppo editoriale, che comprende Il Tempo, Il Giornale e Libero. Le parti devono definire quest’ultimo aspetto”.

 

claudio descalzi premio guido carli 2023

Insomma: Angelucci crea un polo editoriale per la Melona e si prenderebbe l’Agi in “cambio merce”, senza scucire un euro: i 30/40 milioni verrebbero ricompensati dalla pubblicità Eni, e non solo sull’Agi ma anche sui tre quotidiani che fanno capo al gruppo sanitario. Ahò, mejo de Batman!

antonio angelucci (7)

antonio angelucci foto di bacco