ARCHEO – 1973, QUANDO L’IRONIA SUBLIME DI FRUTTERO & LUCENTINI FECE IMBUFALIRE GHEDDAFI: “I discorsi, pare glieli scriva un geometra italiano, un certo Cavalli. Di Novara” - L’AVVOCATO: CI SIETE COSTATI CARI… -


Cristina Taglietti per il \"Corriere della Sera\"

Carlo Fruttero e Franco Lucentini

«La verità è che la Fiat ci dovrebbe essere grata: le porte della Banca di Libia gliele aprimmo noi nel \'73, con il nostro pezzo su Gheddafi. Fu per riparare a quello che la diplomazia si mosse a tutti i livelli e si arrivò all\'accordo del \'76...».

Carlo Fruttero, dalla sua casa di Castiglione della Pescaia, ormai diventata suo domicilio fisso, se la ride, ricordando il cataclisma che con il suo amico Franco Lucentini produsse il 7 dicembre di 35 anni fa, quando, sulla Stampa diretta da Arrigo Levi, pubblicarono un articolo intitolato «Pare che...», feroce satira del colonnello libico, della «via islamica al socialismo» e, insieme, di un certo atteggiamento remissivo della cultura occidentale nei confronti di quella islamica.

«Eravamo a Parigi, in un caffè davanti al Luxembourg e leggevamo di questo colonnello col maglione nero che aveva convocato duecento giornalisti occidentali proprio lì, a Parigi, li aveva fatti aspettare per ore sul marciapiede, aveva rimandato e rimandato e rimandato l\'appuntamento e poi non si era presentato. Scrivemmo questo articolo, ma non pensavamo di offendere nessuno, Gheddafi era un pretesto. Ci interessava sfottere quel tipo di persone ahimè frequentissime in Italia che appena c\'è un personaggio di cui si parla ti vengono a raccontare qualcosa che sanno solo loro. Succede anche adesso: che si parli di Obama, di Ratzinger, di Profumo c\'è sempre qualcuno che sa il dietro le quinte».

Gheddafi

I «pare che» sul colonnello erano apparentemente innocui: «Pare che lui non conti assolutamente niente. Sono quei due sacerdoti che si porta sempre appresso che hanno in mano tutto quanto»; «I discorsi, pare glieli scriva un geometra italiano, un certo Cavalli. Di Novara»; «Pare che, quando è stato ospite di Tito si sia mangiato un cinghialino arrosto tutto da solo...». La reazione fu inaspettata e esplosiva. «Levi, non si era reso conto neppure lui e aveva pubblicato il pezzo tranquillamente» ricorda Fruttero che con Lucentini ha raccolto tutto il dossier Gheddafi ne La prevalenza del cretino del 1985, ormai fuori catalogo.

«Invece, per la prima volta, molto prima della fatwa a Rushdie, si capì come andavano le cose». Quindi voi siete stati eroici... «No, non avevamo capito nulla. Siamo stati schiocchissimamente incoscienti. L\'ambasciata libica chiese che fossimo cacciati insieme a Levi, a cui fu data una scorta della questura. Viveva in piazza San Carlo, a Torino, con questi armati sulle scale, fuori da un palazzo bellissimo. A noi, vari amici dissero: venite, vi nascondo io. Poi arrivarono gli inviati stranieri, Time, Newsweek, New York Times, i fotografi. A me, e ancor di più a Lucentini, sembrava tutto un colossale scherzo».

Gianni Agnelli

Non lo fu per la Fiat: Gheddafi sospese le importazioni di veicoli Fiat in Libia e tentò (senza riuscirci) di far mettere al bando la casa automobilistica torinese da tutto il mondo arabo. Si parlò di un danno da venti miliardi di lire... «Temo che sia vero, però la Fiat non fece una piega. Soltanto anni dopo l\'avvocato Agnelli vedendoci ci disse: eh ci siete costati cari. E noi: sì ma vi abbiamo dato l\'occasione di fare una gran bella figura. Effettivamente il gesto fu splendido, all\'Avvocato non passò nemmeno per la testa di accettare un ricatto del genere. In un certo senso abbiamo aperto le porte della Banca di Libia... ».

E per festeggiare l\'accordo che cosa fanno F&L? «Scrivemmo su L\'espresso un\'ode a Gheddafi in cui ci mettevamo metaforicamente in ginocchio. Cominciava: \"Fulgido colonnello, insorpassato pilota di popoli e automezzi\" ». Insomma, un\'altra presa in giro... «Era una palinodia, un po\' cattiva in effetti, che però non suscitò reazioni ». Vuole riprovare adesso, con Unicredit? «Ormai non si può più fare niente. Finché non nasce un Wodehouse islamico meglio astenersi».