BUM! SPUNTA LA TESTIMONIANZA DEL COORDINATORE DEI CLUB DELLE LIBERTÀ: “HO VISTO UNA PERSONA PASSARE QUALCOSA IN MANO A TARTAGLIA” (NUOVO INTERROGATORIO A MILANO) – LETTA E DE GENNARO VANNO AL COPASIR PER DIRE CHE SI TRATTA DI UN CASO ISOLATO - SUI MURI DI TORINO: “UNA MEDAGLIA PER TARTAGLIA” E LA STELLA A CINQUE PUNTE…

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1 - LETTA E DE GENNARO, EPISODIO ISOLATO...
(Ansa) -
E' stato 'un gesto isolato e scollegato da qualunque soggetto o volonta' politica'. E' quanto confermato davanti al Copasir dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ed dal capo del DIS (Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza), Gianni De Gennaro, nel corso di un'audizione questa mattina a Palazzo San Macuto, in merito all'aggressione subita dal presidente del Consiglio domenica al Duomo di Milano. Lo ha riferito il presidente del Copasir, Francesco Rutelli, al termine dei lavori del Comitato.

Gianni De GennaroGianni De Gennaro

2 - MARONI, TESTIMONI NON HANNO SEGNALATO FRASI CONTRO PREMIER...
(Adnkronos)
- La polizia milanese ha ascoltato i due giovani che ieri in televisione hanno detto di aver avvertito alcuni agenti della presenza di un malintenzionato al comizio del Pdl a piazza Duomo. Lo ha detto in aula alla Camera il ministro dell'Interno Roberto Maroni nell'informativa a Montecitorio sull'aggressione subita dal premier Silvio Berlusconi. "Le persone hanno reso dichiarazioni -ha aggiunto- che si sono rifiutate di firmare, da cui risulta che avrebbero contattato una pattuglia segnalando che c'era una 'persona matta' e senza far riferimento a frasi contro il presidente del Consiglio".

RUTELLIRUTELLI

3 - IN CORSO A SAN VITTORE INTERROGATORIO TARTAGLIA...
(Adnkronos)
- E' in corso da circa un'ora nel carcere di San Vittore a Milano l'interrogatorio di convalida per Massimo Tartaglia,il quarantaduenne arrestato per l'aggressione di domenica scorsa al presidente del consiglio Silvio Berlusconi. L'uomo deve rispondere di lesioni aggravate e premeditazione. Inizialmente aveva motivato politicamente il suo gesto, ieri ha scritto una lettera di scuse al premier. Davanti al gip Cristina Di Censo e alla presenza dei suoi legali, Daniela Insalaco e Gian Marco Rubino, si sta svolgendo l'interrogatorio.

4 - TORINO, SCRITTE PRO TARTAGLIA CON STELLA A CINQUE PUNTE...
(Adnkronos) -
'Una medaglia per Tartaglia'. Questa la scritta che e' stata trovata in due diverse zone di Torino in Corso Tassoni e Corso Castelfidardo inneggianti all'aggressore del premier Silvio Berlusconi. Accanto a entrambe le scritte sono state tracciate una stella a cinque punte e la falce e martello.

lintervento di Gianni Lettalintervento di Gianni Letta

5 - ANDREA DI SORTE, COORDINATORE CLUB DELLE LIBERTÀ: "TARTAGLIA NON HA AGITO DA SOLO UN UOMO HA ARMATO LA SUA MANO"...
Aldo Torchiaro per "l'Opinione"

roberto maroni - copyright Pizziroberto maroni - copyright Pizzi

E' ancora scosso, Andrea Di Sorte, ma fermo. E' l'unico testimone ad aver visto muoversi più d'una mano intorno alla statuina del Duomo scagliata in faccia al premier, ma chissà perché nessuno lo vuole sentire. Ventisei anni, studi giuridici, già da cinque anni è consigliere comunale di Bolsena, in provincia di Viterbo. Un tipo serio, dall'aria intellettuale che ha saputo conquistare la stima dei vertici del Pdl: da un anno è il coordinatore dei Club della Libertà. In questa veste era dietro le quinte del palco di Milano, tra gli organizzatori. Ed era alle spalle di Silvio Berlusconi, insieme alla scorta, nell'attimo esatto in cui è stato colpito da Massimo Tartaglia.

Era proprio lì dietro?
Ho accompagnato Berlusconi quando è sceso dal palco, dove avevo radunato cinquanta giovani con la maglietta dei Club della Libertà. Lui voleva fare il classico bagno di folla, sconsigliato dalle forze dell'ordine, ma si sa com'è fatto Berlusconi, sta bene tra la gente e nessuno glielo ha potuto impedire.

cattura tartagliacattura tartaglia

Perché lo avevano sconsigliato?
Era una piazza agitata. Tanti fischi, un tafferuglio scoppiato a un certo punto, tra uno dei nostri che aveva fermato due disturbatori. C'era un gruppo di giovani che provava continuamente a infiltrarsi, hanno tentato di entrare nel perimetro dei manifestanti, senza bandiere, per mimetizzarsi. All'inizio della serata sette-otto persone estranee si sono spinte vicino al palco, ma noi stessi, i militanti, li abbiamo saputi isolare, ricacciandoli ai margini della piazza".

cattura tartagliacattura tartaglia

Massimo Tartaglia era tra loro?
Io non l'avevo notato, poi ho letto una sua ammissione dove diceva di aver seguito il discorso di Berlusconi mischiato in mezzo ai militanti.

Che cosa ha visto di preciso?
Tutto. Ero incollato al Presidente perché stava stringendo le mani di un gruppo di miei amici, di giovani che conosco. Per questo stavo attento ad ognuno di loro, ai loro volti, alle mani che toccava.

E a un certo momento è parso stringere la mano a Tartaglia.
Tartaglia l'avevo notato spingersi in avanti a fatica, si faceva largo a gomitate per avvicinarsi più possibile a Berlusconi. Ma tra lui e il Presidente c'era una prima fila di nostri attivisti, poi la transenna. Lui ha provato ad attaccarsi alla transenna con la mano sinistra, per saltare in alto verso Berlusconi. Non ce l'ha fatta e allora ha fatto leva sulla schiena della persona che casualmente gli stava davanti. Ma un attimo prima, arrivato a quel punto, una persona che gli stava dietro gli ha passato qualcosa di grosso nella mano destra. Non ho visto benissimo l'oggetto, ma mi è parso un blocchetto di marmo bianco, piuttosto pesante.

cattura tartagliacattura tartaglia

Una mano complice ha armato Tartaglia?
L'ho visto chiaramente e sono pronto a testimoniarlo. Non era solo, era la punta avanzata di altre persone, almeno una che gli stava alle spalle. Tartaglia si faceva largo tra la gente a mani nude ed è stato munito di quel corpo contundente soltanto all'ultimo secondo.

Sarebbe la prova che non era il gesto improvvisato di un pazzo isolato.
Certo, è un gesto premeditato, ma non il tentativo di disturbare o di ferire. No. E' stato un tentativo di omicidio vero e proprio. Il marmo era pesante, l'abbiamo sentito cadere a terra, persino nel caos del momento, con tanta gente che urlava. Ha prodotto un rumore enorme, sordo. Un tonfo secco. La traiettoria è stata deviata dall'ondulazione della gente, e il salto ha attutito la forza dell'aggressore, ma la volontà era quella di spaccare la testa a Berlusconi. Dargli una mattonata sul cranio per provocare una lesione certa. Questo è un disegno di morte nient'affatto improvvisato.

MASSIMO TARTAGLIA, IL DEMENTE CHE HA COPITO BERLUSCONMASSIMO TARTAGLIA, IL DEMENTE CHE HA COPITO BERLUSCON

Perché usare un souvenir del Duomo, e non un'arma bianca più classica, un coltello?
Perché c'era molta polizia, l'area era controllata e potevano esserci perquisizioni. Un coltello sarebbe stato sequestrato e il suo possessore fermato. Con un souvenir no, non c'era rischio. I venditori della piazza erano liberi di vendere oggetti in marmo affilato, a ridosso della manifestazione e durante il suo svolgimento. Qualcuno, andandoselo a comprare, l'ha pensata proprio nei dettagli, altro che improvvisazione.

C'è stata una regia, a suo avviso?
Mi ha colpito molto una cosa. Appena fermato, nell'attimo stesso in cui è stato bloccato dalla scorta prima e dalla polizia subito dopo, l'aggressore ha iniziato a urlare: ‘Non c'è nessuno dietro di me!', ‘sono solo', cose così. Come se qualcuno l'avesse preparato per tempo, gli avesse raccomandato di ripetere quelle frasi, nell'evenienza. Lui l'ha urlate subito, sin troppo tempestivamente. Come si dice, escusatio non petita, accusatio manifesta.

Il suo racconto è preciso, circostanziato. Non ne ha parlato con gli inquirenti?
No, perché nella concitazione del momento io ed altri dello staff abbiamo seguito Berlusconi in ospedale, dove sono arrivato pochi minuti dopo di lui, dopo aver rassicurato i nostri rimasti attoniti, sotto choc, in piazza. Però prima di andare al San Raffaele ho parlato con un giornalista che era lì vicino, Francesco Bei di Repubblica.

Gli ha riferito quanto ha visto?
Sì. Gli ho fatto notare il punto esatto dove ho visto passare l'oggetto contundente nella mano di Massimo Tartaglia. Mi ha fatto raccontare tutto e mi ha ringraziato, come unico testimone di questo particolare, dicendo che erano informazioni preziose e che Repubblica se ne sarebbe occupata. Poi ho comprato il giornale e ho visto che non solo le mie dichiarazioni non c'erano, ma che la notizia è stata completamente censurata. Come se non avessi riferito niente. Strano, no?

MASSIMO TARTAGLIA, IL DEMENTE CHE HA COPITO BERLUSCONIMASSIMO TARTAGLIA, IL DEMENTE CHE HA COPITO BERLUSCONI

Molti continuano a sostenere la tesi del gesto isolato.
Non lo è stato. Ma ammettiamo che sia stato così. Quest'uomo è un disturbato psichico che ogni giorno va a casa e trova un giornale che scrive che Berlusconi è il male, Berlusconi aiuta la mafia, Berlusconi è un dittatore, e il malato di mente che fa? Si avvicina a Berlusconi e cerca di ucciderlo. Mi chiedo se il pazzo è davvero solo lui, o se non lo sono tutti quelli che fanno finta di non aver capito che qui è entrata in gioco una spirale di violenza, che ha mandanti oscuri e vigliacchi, capaci di mettere in mano a uno psicolabile la possibilità di sfondare il cranio al presidente del Consiglio.

 

 

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