1 - DALLE IMPRESE ACCUSATE DI MAFIA 5500 EURO AL MESE A BALDUCCI JR...
Marino Bisso per "la Repubblica"
Neppure gli imprenditori in "odore" di mafia potevano permettersi il lusso di non pagare uno stipendio d´oro per un posto da apprendistato a Filippo, il figlio trentenne di Angelo Balducci. E anche Ezio Gruttadauria, costruttore di Caltanissetta, era pronto a mettere mano al portafoglio.
È l´8 settembre 2008 Ezio Gruttadauria telefona a Diego Anemone:
Ezio: «Ti volevo chiedere una cosa perché non voglio fare brutte figure. Una domanda tra me e te, però. Ma il giovane Filippo, siccome devo fare un passaggio dalle mie parti, come è retribuito da te?».
Diego:«Ma lui o la fidanzata?».
Ezio:«L´altra è già a posto».
Diego:«Lui ha un contratto da apprendistato
Ezio:«Però quello che volevo capire e non voglio fare brutte figure. Siccome lui mi ha detto dei numeri che non c´entrano che mi sembrano strani per quel tipo di contratto».
Diego: «Quanto ti ha detto lui?».
Ezio: «Credo 3000-3500»
Diego: «Tre va bene».
Ezio: «Più che altro capisci bene che non possiamo andare indietro, quanto meno dobbiamo mantenere...Almeno mantenere lo stesso stipendio anche se per una figura così giovane da noi qualche problema lo crea, non tanto per l´entità, quanto per gli equilibri generali...».
SALARIA SPORTIl nome degli imprenditori Gruttaduria, all´inizio degli anni ´90, era al centro di un´inchiesta della Direzione Antimafia di Palermo che aveva trovato due numeri telefonici con l´indicazione «ingegnere Gruttadauria» sopra alcune rubriche sequestrate nell´ambito della maxi indagine sulla spartizione degli appalti pubblici in Sicilia sotto il controllo di Cosa Nostra. Proprio in questa inchiesta, assieme ad altri costruttori finiti in carcere, era stato indagato Dino Anemone, (poi prosciolto nel 2004), il padre dei due imprenditori romani Daniele e Diego Anemone "patron" del Salaria Sport Village.
SALARIA SPORT CENTER«Il giovane Filippo», come è soprannominato nelle telefonate intercettate dai carabinieri del Ros di Firenze, prima di accaparrarsi un contratto sicuro come «assistente del sovrintendente, all´Accademia di Santa Cecilia» aveva guadagnato anche di più «fino a 5500 euro al mese solo per lavorare come apprendista presso la società Salaria Sport Village» il maxi impianto realizzato dal gruppo Anemome, sulle rive del Tevere.
salaria sport villageMa nell´inchiesta del Ros emergono anche i rapporti con i Casalesi. L´uomo chiave è Antonio Di Nardo, il funzionario del ministero delle Infrastrutture indagato per gli appalti del G8. «Nardo Antonio - clan Casalesi». È il titolo dell´informativa che riferisce d due note della direzione investigativa Antimafia di Napoli, una del 14 marzo 2003 e una dell´8 luglio 2003.
«La società "Soa nazionale costruttori organismo di attestazione spa" con sede a Sondrio è di fatto occultamente riconducibile a Antonio Di Nardo ».
Tra i soci della società figurano tra gli altri, il parlamentare del Pdl Paolo Russo e Giuseppe Mastrominico. «Quest´ultimo - scrivono i carabinieri - è cugino di Pasquale Mastrominico che, a sua volta, è cognato di Rachele Iovine, sorella del boss dei casalesi Antonio Iovine detto ‘o Ninno´». La Direzione antimafia di Napoli descrive anche i legami tra Antonio Di Nardo e Carmine Diana, titolare della "Impregica Costruzioni srl".
guido bertolaso«Diana - si legge nell´informativa - è ritenuto legato al noto Francesco Bidognetti, esponente dei casalesi». E ancora: «Di Nardo è l´imprenditore che gestisce occultamente il ‘Consorzio Stabile Novus´, che ha sede a Napoli e che è associato alla ‘Opere Pubbliche e Ambiente Spa´ di Francesco Maria De Vito Piscicelli», l´imprenditore che rideva la notte del terremoto. Per i pm fiorenti, Di Nardo «fa anche da intermediario tra De Vito Piscicelli e un certo Rocco Lamino, per la restituzione di un prestito da usura di 100mila euro». Di Nardo, e Lamino, sono definiti in un´intercettazione dello stesso De Vito Piscicelli, «soggetti pericolosi. Da quella gente che è meglio che ci stai lontano. Se si sgarra è la fine...».
guido bertolaso2 - QUEI COMPENSI AGGIUNTIVI AL COMMISSARIO E IL PD PUNTA IL DITO SUL CONFLITTO DI INTERESSI...
Da "la Repubblica"
Oltre 400 ordinanze di Protezione civile dal 2001 ad oggi. Molte delle quali hanno previsto la nomina di un commissario. In più di un´occasione lo stesso Guido Bertolaso. E al commissario è andato «quasi sempre» un compenso aggiuntivo. «Già oggi, anche grazie alle retribuzioni straordinarie, il capo della Protezione civile si è garantito una pensione da 1 milione di euro l´anno». Lo afferma il senatore pd Mario Gasbarri, per anni responsabile protezione civile per i Ds, ora al lavoro col suo gruppo a un dossier sulla «Bertolaso spa» che sarà presentato nei prossimi giorni.
guido bertolasoIl paradigma della gestione degli ultimi anni sarebbe l´ordinanza con cui la presidenza del Consiglio, «su proposta del capo della Protezione civile, nomina commissario» lo stesso Bertolaso per la gestione in «emergenza» del Congresso eucaristico in programma ad Ancona dal 4 all´11 settembre 2011. E «per l´espletamento delle attività previste - si legge nell´ordinanza - al commissario è attribuito un compenso mensile lordo pari al 3,75 per cento del suo trattamento economico complessivo».
Guido BertolasoSecondo il Pd non sarebbe questa la sola ordinanza che preveda «extra». Il decreto legge sulla Protezione civile spa che ora il governo sta modificando, fissa in 330 mila euro l´indennità annua del vertice.
Ma non è solo una questione di retribuzioni. Il vicecapogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda, torna sul Bertolaso che ieri su Repubblica ha sostenuto la compatibilità tra le sue due cariche (capo del dipartimento e sottosegretario), dal momento che lui non sarebbe sottosegretario alla Protezione civile.
«Ma secondo il decreto che la Camera sta esaminando e lo stesso sito della Presidenza del Consiglio - sottolinea il senatore pd - Bertolaso è sottosegretario alla Protezione civile in ambito europeo. E incompatibile lo è ai sensi della legge Frattini del 2004 sul conflitto di interessi», che all´articolo 2 vieta la concomitanza tra incarichi di governo e altri uffici pubblici. «Non a caso - fa notare Zanda - il premier ha inserito nel decreto una deroga in favore di Bertolaso»