1 - LAZIO, LA CORTE D'APPELLO BOCCIA IL RICORSO DEL PDL - POLVERINI A NAPOLITANO: "LA BUROCRAZIA UCCIDE"
Il Giornale.it
Niente da fare. Resta esclusa la lista del Pdl. È stata respinta l'istanza presentata dal Pdl per l'accoglimento della lista provinciale di Roma dei candidati alle elezioni regionali del Pdl. Allo stato la lista dei candidati della provincia di Roma del Pdl risulta non ammessa alla competizione elettorale per il rinnovo del governo regionale.
il presidente camera gianfranco finiSarebbe stato il ritardo nella consegna della documentazione necessaria a causare, secondo quanto si apprende, la mancata ammissione del logo e l'esclusione della lista elettorale del Pdl. La candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio Renata Polverini terrà una conferenza stampa alle 13,30 per annunciare quali iniziative il comitato elettorale intende intraprendere a seguito del rigetto dell'istanza. C'è infatti la possibilità di presentare ricorso all'ufficio centrale della corte d' appello.
berlusconi finiAPPELLO DELLA POLVERINI
"Faccio appello al Capo dello Stato affinché i cittadini possano esprimere il proprio voto e la loro preferenza per il partito più importante della Regione". E' intervenuta così la candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio, Renata Polverini, nel corso di una conferenza indetta nella sede del suo comitato elettorale. "Credo che sia un problema burocratico - ha detto Polverini - e bisogna impedire che un eccesso di burocrazia uccida la democrazia. Ho sempre pensato che i radicali difendessero la democrazia contro ogni burocrazia me ne devo ricredere".
Così la Polverini ha commentato le dichiarazioni dell'avversaria Bonino sul no ai "provvedimenti ad listam". "Ho sostenuto anche alcune loro battaglie - ha aggiunto Polverini - non vorrei pentirmene. Non è legalità impedire a delle persone la possibilità di consegnare le proprie liste".
"VINCEREMO LO STESSO"
"Abbiamo sentito il presidente Berlusconi, è sconcertato per quanto accaduto" spiega la Polverini, che aggiunge: "C'é sempre la lista civica. Vinceremo lo stesso, perché c'é voglia di cambiamento. Non ho dubbi che la situazione si risolverà e per questo percorreremo tutte le strade. Non si tratta, infatti, di una lista che è stata respinta ma dell'impossibilità di presentarla. I delegati del Pdl infatti erano dentro il tribunale entro le 12, ma si sono fatti intimidire da alcuni facinorosi".
ROTONDI CRITICA
"L'onorevole De Luca da solo in Piemonte ha presentato in tre giorni una lista della Dc per Cota letteralmente pensata e realizzata in una settimana. I maestri del Pdl hanno fatto perdere la Polverini a tavolino. Io ne ho piene le tasche di fare il parente povero in questa banda di incapaci. Nemmeno la campagna elettorale mi induce a misericordia"
Questo il commento durissimo del ministro per l'Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi. "Non vorrei fare un torto ai dirigenti del Pdl del Lazio e, quindi, preciso che l'incapacità a cui mi riferisco è un dato complessivo della gestione delle liste del Pdl in cui la vicenda romana si inquadra" chiarisce poi Rotondi.
2 - GLI EX AENNINI NON LO SALUTANO, TIEPIDO ANCHE LA RUSSA
Paola Setti per Il Giornale
Di qua, al teatro Dal Verme, c'è Roberto Formigoni che apre la sua campagna elettorale. Gianfranco Fini è di là, al teatro Parenti, ospite dell'associazione Libertiamo. Di qua c'è il governatore uscente che promette: «A Berlusconi porterò tonnellate di voti». Di là c'è Benedetto Della Vedova il deputato Pdl padrone di casa che, come a scusarsi per le molte assenze in sala, dice: «I due eventi si sono sovrapposti», ma poi fieramente segnala: «Milano è una delle partite principali per il centrodestra. Ma la vera sfida non è tanto quella con il centrosinistra, quanto quella interna al centrodestra: il Pdl deve distinguersi dalla Lega».
Di qua, ad applaudire «il Formiga» ci sono tutti, compresi gli ex di An. Di là, ad accogliere Gianfranco, non va nessuno, tantomeno i «suoi». Al suo ingresso in sala, il presidente della Camera non trova nessun esponente del suo ex partito. Poi arrivano il senatore Giuseppe Valditara e l'ex parlamentare Franco Servello. Due. È il Pdl che ha mischiato le appartenenze, bellezza. Ma è anche un segno, non nuovo ma in accelerata nel clima elettorale, dell'isolamento del co-fondatore.
FIAMMA NIERENSTEIN BENEDETTO DELLA VEDOVA - Copyright PizziIgnazio la Russa, per dire. Doveva scegliere, e ha scelto. Era sul palco con Formigoni, è arrivato al teatro Parenti che il dibattito sul libero mercato era già bell'e finito, accompagnato dal vicesindaco di Milano Riccardo De Corato. Il tempo di prendere un aperitivo e poi accompagnare il presidente della Camera all'Aeroporto, destinazione Vicenza.
Del resto, alzi la mano chi, l'ex radicale e sempre liberale Della Vedova escluso certo, ha voglia di mostrarsi in pubblico con Fini il pungolatore, proprio ora che le Regionali sono alle porte poi. Sarebbe, come dire, antisociale. Così, anche chi c'è, come il capogruppo in Comune Giulio Gallera, mette le mani avanti: «Da liberale ho seguito con interesse un tema che mi sta a cuore, questo non significa aderire a chissà quale corrente».
L'orgoglio dell'appartenenza lo sfodera solo l'ex parlamentare Gianpaolo Landi, assessore alla Salute a Milano, «Non c'è una corrente finiana, ma Fini interpreta istanze riformiste nel Pdl che possono contribuire a ritrovare idee che oggi appaiono appannate», dice. Non molto magari, ma tocca accontentarsi.