SBIANCHETTAMI, SARò LA TUA REPUBBLICA! - Oggi EZIO MAURO pubblica una lettera di Sandro Bondi. Ma è stata tagliata senza pietà, da 8mila a 5 mila battute. SUL sito beniculturali.it sono state inserite le due versioni, quella in edicola e il testo originale. E' stato cancellato ogni riferimento a Alberto Ronchey, l'ideatore dei cosiddetti servizi aggiuntivi, e la parte finale, dove era citato Giuliano Ferrara. Curioso...

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Oggi su Repubblica è stata pubblicata una lettera di Sandro Bondi, ministro per i Beni culturali. Ma è stata tagliata senza pietà, da 8mila a 5 mila battute. Sbianchetta o censura, da parte di Mauro? Sul sito internet del ministero (www.beniculturali.it) sono state inserite le due versioni, quella in edicola e il testo originale. E' stato cancellato ogni riferimento a Alberto Ronchey, l'ideatore dei cosiddetti servizi aggiuntivi, e la parte finale, dove era citato Giuliano Ferrara. Curioso...

SANDRO JAMES BONDISANDRO JAMES BONDI

Da Repubblica
http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1267693891814_Repubb_p.36.pdf

La lettera (completa) di Bondi: http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1267699399505_Al_direttore_della_Repubblica.doc

Il direttore di Repubblica Ezio MauroIl direttore di Repubblica Ezio Mauro

Parte modificata e tagliata:

"La verità, caro Direttore, è che da anni esiste in Italia una lobby dei titolari dei così detti servizi aggiuntivi, nati con la Legge 4/93 promossa da Alberto Ronchey e votata dall'unanimità dal nostro Parlamento, per aprire ai privati la gestione di quegli spazi museali destinati alla vendita di libri e di riproduzioni di opere d'arte conservate nelle collezioni pubbliche, al fine di diffondere la conoscenza del patrimonio storico artistico tutelandone al tempo stesso la conservazione.

Ora, nel corso degli anni, questa lobby è diventata sempre più potente e adesso guarda con sospetto, e probabilmente con una punta di preoccupazione, la riorganizzazione che entro l'estate prossima il Direttore Resca metterà in atto con gare pubbliche per gli spazi aggiuntivi, da tenersi secondo criteri di assoluta trasparenza, previo una serie di nuovi, massicci investimenti destinati a modernizzare i musei italiani.

GIULIANO FERRARAGIULIANO FERRARA

Parte mancante:

"Quanto alla decisione di commissariare alcune aree, alcuni lavori, o alcuni enti pubblici, le ricordo, caro Direttore, che essa spetta al Governo nel suo insieme, e non è prerogativa di singoli o di funzionari. E' una decisione che pertiene alla sovranità del soggetto pubblico, democraticamente eletto, e i risultati finora sono sempre stati tangibili, al di là dei Governi, anche senza il bisogno di derogare alle norme.

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Ciò detto, al di là delle sviste o degli errori quanto mai marchiani e perciò imperdonabili, almeno ai miei occhi di semplice lettore, in organi di stampa autorevoli, personalmente, penso di aver fatto moltissimo per la tutela del nostro patrimonio e del paesaggio urbano e di quei musei a cielo aperto che sono le nostre città - dal vincolo sull'Agro romano, per scongiurare la rapacità dei costruttori, alla liberazione del Pincio, con l'abbandono dal progetto di trasformarne la collina in un garage.

Mi permetto di invitarla, caro Direttore, a esercitare una più scrupolosa vigilanza, specie nei riguardi di autori di inchieste, rivelazioni o semplici articoli infarciti di illazioni, di dati errati e di manipolazioni della realtà, finalizzati unicamente ad accreditare l'idea che, come ha scritto bene Giuliano Ferrara, "fare vuol dire delinquere, spa equivale a cosca, e manager significa ladro".

Sappia, gentile direttore, che vi sono persone che invece lavorano in buona fede, e in buona fede possono talvolta anche sbagliare, per rendere migliore questo nostro sventurato Paese"

 

 

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