LA LEGA E L’ACQUA SANTA! - QUANDO SI PARLA DI SOLDI E POTERE BANCARIO NON C’È RITO CELTICO O CACCIA AL CLANDESTINO CHE TENGA: LA CHIESA E I LUMBARD STRETTI IN UN PATTO D’ACCIAIO PER SPARTIRSI LE BANCHE DEL NORD - GLI INCIUCI TRA LEGA, OPUS DEI E COMUNIONE E FATTURAZIONE, SOTTO LA REGIA DI GIULIETTO TREMONTI E DELL’OPEROSO CARDINAL BERTONE - IL RUOLO DELL’OPUSIAN-CONSERVATORE ETTORE GOTTI TEDESCHI, PRESIDENTE DELLO IOR E CONSIGLIERE NELLA TREMONTIANA CASSA DEPOSITI E PRESTITI - ECCO SPIEGATA LA SPARATA ANTI PILLOLA DEI NEO GOVERNATORI ZAIA E COTA…

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bossi,bossi, tremonti

Marco Alfieri per \"Il Sole 24 Ore\"

Ieri mattina nella sua città all\'assemblea della Cattolica di assicurazioni, poi via di corsa nella Novara di Roberto Cota per quella del Banco Popolare diviso tra la testa scaligera e le propaggini lodigiane e piemontesi. Durante il trasbordo in elicottero, il sindaco di Verona Flavio Tosi avrà certamente guardato in basso città e province ricche e ambiziose diventate quasi tutte verdi al voto di fine marzo, ripassandosi il film incandescente di questi giorni: le mire di Bossi sulla galassia del nord, i colpi di coda sul \"bancone\" UniCredit e le faide sabaude dentro Intesa Sanpaolo.

TarcisioTarcisio Bertone

Sempre e solo Padania, un territori o che brucia più storia di quanta ne produca. «Al nord gli equilibri stanno cambiando, anche il potere bancario tende a riallinearsi», spiega un importante banchiere. Ë soprattutto la finanza post De in manovra. L\'obiettivo è riempire i vuoti nell\'erogazione del credito dopo la stagione delle fusioni, che ha finito per penalizzare quel tessuto di pmi diffuse morse dalla crisi. Ma la spinta a occupare i nuovi spazi contempla ovviamente uno sguardo alla politica: in rapporto dialettico, non di rado cripto padano, con l\'asse Tremonti-Lega uscito fortissimo dalle Regionali e in ottimi rapporti con il Vaticano di Tarcisio Bertone.

BOSSIBOSSI COTA

Guardare questi sommovimenti da Verona può essere utile perché la città veneta incarna perfettamente lo spirito dei tempi in cui scampoli della ex galassia bianca tornano a raccordarsi nei giorni del leghismo egemone: da un lato il post conciliare Giovanni Bazoli, dall\'altro l\'opusian-conservatore Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior e consigliere nella tremontiana Cassa depositi e Prestiti. A fare da cerniera, il presidente della fondazione Cariplo e dell\'Acri, Giuseppe Guzzetti, fresco della pax bancaria con il Tesoro.

Il takeover ecclesiastico in fondo nasce proprio in riva all\'Adige, primavera 2007, quando il crociato leghista Tosi stravince le elezioni attaccando la Curia e il suo buonismo verso i rom in nome di un cattolicesimo più identitario. Un\'elezione che produce una ricaduta nello stop al progetto di cittadella finanziaria, sponsorizzato dai poteri forti cittadini insieme al sindaco uscente, il cattolico \"adulto\" Paolo Zanotto (Pd): Paolo Biasi, l\'imprenditore/banchiere presidente della fondazione Cariverona grande azionista UniCredit oggi al centro degli appetiti leghisti, Carlo Fratta Pasini, presidente del Banco Popolare e l\'allora a.d. della Cattolica, Ezio Paolo Reggia (presidente era il notaio Camadini).

LucaLuca Zaia

Fratta Pasini, ad esempio, è stato il cerimoniere del Convegno nazionale Cei dell\'ottobre 2oo6. E amico personale del cardinal Scola, il patriarca di Venezia figura di riferimento per Cl, e il suo Banco gestisce i fondi dell\'otto per mille.

Ad agosto lo si è visto al meeting di Rimini mentre la cavalcata dell\'allora PopVerona comincia proprio con il cattolico conservatore Fazio a palazzo Koch e con l\'acquisto del Banco di San Geminiano e San Prospero (grazie all\'accordo con la Bi.Invest controllata all\'epoca dalla Meta di Giuseppe Garofano), la fusione con la Novara, la presa del CreBerg, e poi della Lodi nell\'era post Fazio e Fiorani. Ma di area Opus sono stati alti vertici della banca: da Federico Pepe a Giuseppe de Lucia (attuale segretario generale di Assopopolari). Fratta deve muoversi in equilibrio in mezzo a questi mondi.

Anche Paolo Biasi, che guida dal \'93 la fondazione scaligera, ha ottime entrature in Vaticano, sempre sponda Opus Dei, a cui è vicino il fratello, già nel board di Deutsche Bank Italia. Il contenzioso prosegue da mesi: «troppo autoreferenziale il salotto veronese», è l\'accusa leghista. Ma al netto del monito bossiano, non è affatto certo che il Carroccio ad ottobre lo sfratti, quando si andrà al rinnovo del Consiglio. Con il sindaco Tosi Biasi sta scendendo a patti.

ETTOREETTORE GOTTI TEDESCHI IOR_5

I due collaborano sulla gestione dei rom e la valorizzazione immobiliare cittadina. «Le Fondazioni devono tornare sotto il controllo del territorio e i sindaci determinanti negli orientamenti delle erogazioni», è il Tosi pensiero. Per il resto, si vedrà.

Cooperazione/competizione, dunque. Con l\'Opus dominante e insieme una virata del sistema verso Cl. L\'accordo siglato dal Banco Popolare con la Compagnia delle Opere per concedere finanziamenti agevolati alle cooperative associate va in questo senso. Compagnia guidata a Nord-Est da quel Graziano Debellini a sorpresa grande elettore del neo doge Luca Zaia. «Ë una specie di tandem che supera i tempi in cui l\'Opus snobbava Cl (e a sua volta Cl la Lega)», nota una fonte cittadina.

paolopaolo biasi

Oggi vanno a braccetto su una serie di partite: housing sociale, residenze universitarie, formazione. Lega e Cl portano voti e imprese, l\'Opus la finanza e le banche. Nasce proprio da queste suggestioni l\'ipotesi di una fusione «bianca» tra Ubi e Banco popolare: uscirebbe fuori un nuovo colosso nelle terre del forzaleghismo, tra Pedemontana e Corridoio 5. Un risiko che somiglia da vicino all\'idea lanciata dal presidente di Bpm, Massimo Ponzellini, e ripresa subito, guarda caso, da Giancarlo Giorgetti?

 

 

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