MARA ESCE DALLE GRAZIE DI SILVIO - LA MINISTRA (PER MANCANZA DI PROVE) viene accusata di doppiogiochismo: tutta colpa dell’amicizia con il finiano Bocchino e la nomina di Condemi, UN \"BOCCHINIANO DI FERRO\", al posto della Rauti - L’IRA DI SILVIO L’INTERVISTA IN LA Carfagna vedeva Fini successore di Berlusconi - ADDIO alla poltrona di sindaco di Napoli - Prova a mediare Letta....

Condividi questo articolo


Pierre de Nolac per ITALIA OGGI

MARAMARA CARFAGNA

Mara Carfagna non è più nel cuore di Silvio Berlusconi. Il ministro per le pari opportunità viene accusata, a detta di numerosi esponenti del Pdl, di doppiogiochismo: tutta colpa dell\'amicizia, coltivata nel corso degli ultimi anni, con il finiano Italo Bocchino. Quest\'ultimo, presenzialista televisivo antiberlusconiano, era l\'angelo custode di Mara: ora sembra il suo demone personale.

E anche se lei non si fa più vedere con il fedelissimo di Gianfranco Fini, né in parlamento né al ristorante «Il Presidente» dove pasteggiavano amabilmente al riparo da occhi indiscreti, ormai la fiducia del Cavaliere nei suoi confronti è ai minimi termini. Tanto da non fare più il suo nome nemmeno per la prossima corsa alla poltrona di sindaco di Napoli, obiettivo al quale Mara puntava da tempo. E nella potente Audi ministeriale che la scorrazza in giro per Roma, lei non sfodera più il sorriso di una volta.

maramara carfagna italo bocchino corriere

Sono due le gocce che avrebbero fatto traboccare il vaso della pazienza del presidente del Consiglio: l\'intervista al settimanale «A», diretto da Maria Latella, nella quale la Carfagna esprimeva il desiderio di vedere Fini nei panni del successore di Berlusconi, e la scelta di nominare Massimo Condemi al posto di Isabella Rauti, capo dipartimento ministeriale che è stata eletta consigliere della regione Lazio.

LATELLALATELLA

A febbraio, la Carfagna fece outing pronunciando la sua predilezione per il presidente della Camera come futuro leader del Pdl: «Io dico Gianfranco Fini. Stimo Fini da sempre e prima di aderire a Forza Italia ho votato Movimento sociale e An». Parole che provocarono sconcerto a palazzo Chigi e una dura tirata d\'orecchi alla titolare del dicastero.

E ora è arrivata la seconda mossa di Mara, capace di scatenare la stessa reazione del premier: Condemi viene ritenuto un «bocchiniano di ferro» e alla presidenza del Consiglio la scelta non è stata valutata positivamente.

Si sarebbe mosso addirittura il sottosegretario Gianni Letta per evidenziare, con il tatto che lo contraddistingue, l\'assenza di un feeling tra Mara e il Cavaliere, cercando una via d\'uscita onorevole per il ministro e indicando i rischi di un ipotetico braccio di ferro nell\'attuale scenario politico.

condemicondemi massimo

Anche perché dopo Rauti (moglie del primo cittadino di Roma Gianni Alemanno), il profilo ideale per la carica ministeriale non era quello di Condemi, il quale aveva già lavorato nel dicastero delle Comunicazioni con Maurizio Gasparri (ma che oggi non è più in contatto con lui).

finifini gianfranco

Si pensava a un personaggio con un altro curriculum, legato al mondo del volontariato e comunque del terzo settore e di sesso femminile, anche per stringere un patto con il mondo della Chiesa cattolica, e invece la speranza è sfumata a causa della decisione della Carfagna.

Ora, nonostante il successo elettorale conseguito alle regionali in Campania, Mara si trova a dover difendere con i denti il suo bunker ministeriale, un fortino nel quale immagazzinare le munizioni per le prossime battaglie politiche: intanto, come diversivo, offre notizie personali, come l\'atteso matrimonio con Marco Mezzaroma e la voglia di far nascere almeno due figli. Sperando almeno in bel regalo di nozze da parte di Berlusconi.

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…

DAGOREPORT –  PER SALVARE IL "CAMERATA" ROSSI, PROSSIMO A.D. RAI, UNA MELONI INCAZZATISSIMA VUOLE LA TESTA DEL COLPEVOLE DEL CASO SCURATI PRIMA DEL 25 APRILE: OGGI SI DECIDE IL SILURAMENTO DI PAOLO CORSINI, CAPO DELL'APPROFONDIMENTO (DESTINATO AD ESSERE SOSTITUITO DOPO LE EUROPEE DA ANGELA MARIELLA, IN QUOTA LEGA) – SERENA BORTONE AVEVA PROVATO A CONTATTARE CORSINI, VIA TELEFONO E MAIL, MA SENZA RICEVERE RISPOSTA - ROSSI FREME: PIÙ PASSA IL TEMPO E PIU’ SI LOGORA MA LA DUCETTA VUOLE LE NOMINE RAI DOPO IL VOTO DEL 9 GIUGNO SICURA DEL CROLLO DELLA LEGA CON SALVINI IN GINOCCHIO…)