Berlusconi scarica Brancher
Antonella Mascali per Il Fatto quotidiano
Non era mai accaduto che un ministro si dimettesse in Tribunale. Ma ieri lo fatto Aldo Brancher. Che invece di lasciare prima l\'incarico e poi presentarsi al processo, come vorrebbe il galateo istituzionale, ha scelto il coup de théâtre. Preceduto da una letterina firmata dalla segreteria generale di Palazzo Chigi per salvare la faccia a lui e al governo e dimostrare - anche se non ci crede nessuno - che Berlusconi gli aveva dato un dicastero non per bloccare il processo, come è riuscito allo stesso premier, ma per merito.
Con il completo blu da ministro, Brancher, imputato di ricettazione e appropriazione indebita, per un filone dell\'inchiesta sulla scalata ad Antonveneta, ha reso dichiarazioni spontanee atteggiandosi a salvatore della Repubblica: \"La mia presenza qui oggi (ieri, ndr) è in segno di rispetto per il Tribunale. Sono qui a difendere la mia innocenza\".
Brancher berlusconiLa voce è bassa, quasi sovrastata dai flash dei fotografi e dal trillo di un telefonino. Istanti di pausa, poi ha aggiunto: \"Pensavo di dover privilegiare i miei obblighi verso il Paese...\". Affinché \"finiscano strumentalizzazioni e speculazioni politiche confermo quindi di rinunciare al legittimo impedimento e anticipo in questa sede la mia rinuncia all\'incarico ministeriale\".
Calderoli - Berlusconi - BreancherDa ministro a fuggitivo. Uscito dall\'aula, ha dribblato i giornalisti e ha lasciato il Palazzo di Giustizia da una porta secondaria. Non senza aver ottenuto quanto chiesto dai suoi difensori: il rito abbreviato incondizionato. Unica scappatoia dopo quella fallimentare sulla via del ministero all\'Attuazione del federalismo trasformato, dopo l\'ira di Bossi (\"Per il Federalismo un solo ministro. Io\"), alla \"Sussidiarietà e decentramento\".
CALDEROLICon il rito alternativo, Brancher ha salvato in parte se stesso ma soprattutto la Lega e quindi l\'asse Bossi-Berlusconi, fondamentale per il Cavaliere, alle prese con Fini il \"traditore\". Si è tolto dai piedi anche giornalisti e telecamere, perché l\'udienza del 28 luglio sarà a porte chiuse. E quel giorno, o al massimo il 29, è prevista la sentenza. In caso di condanna è garantito lo sconto di un terzo della pena.
CALDEROLIEd essendo ora un processo \"allo stato degli atti\", ha evitato la prevista testimonianza del suo grande accusatore, Giampiero Fiorani e quella politicamente imbarazzante del suo ex co-imputato, Roberto Calderoli. Il ministro per la Semplificazione - secondo le dichiarazioni di Fiorani - avrebbe incassato 100 dei 200 mila euro che l\'allora banchiere avrebbe donato a Brancher nel 2004 il giorno di un comizio a Lodi.
Umberto Bossi e Silvio BerlusconiUn pagamento \"chiaramente finalizzato a ottenere l\'appoggio della Lega alle posizioni di Bankitalia (per fare in modo che Antonio Fazio restasse governatore, ndr) in sede parlamentare\". Il ministro leghista ha negato ogni addebito e la sola parola di Fiorani ha portato il pm Fusco a chiedere per lui l\'archiviazione, confermata dal gip. Brancher invece non si è mai fatto interrogare.
bossi e berlusconiIl Carroccio gli deve molto ma appare ingrato: \"Il caso Brancher - ha detto Calderoli nei giorni scorsi - riguarda Brancher. Non ci riguarda\". Ieri poi lo stesso Calderoli l\'ha bollato come un atto dovuto: \"Ha fatto quello che tutti i cittadini vorrebbero dai politici\"
L\'ex ministro ha legato le sue dimissioni a \"speculazioni\". Ma in realtà sono state dettate da Berlusconi, in difficoltà per il voto fissato per giovedì prossimo sulla mozione di sfiducia al suo fedelissimo, presentata da Pd e Idv. E che avrebbe potuto spingere i finiani a votarla. Tanto che il segretario del Pd, Bersani ha esclamato: \"Li abbiamo messi all\'angolo!\".
Il Cavaliere, in segno di gratitudine per lo scampato pericolo, un minuto dopo l\'annuncio in Tribunale, si è fatto sentire: \"Ho condiviso con Aldo Brancher la decisione. La volontà di evitare il trascinarsi di polemiche ingiuste dimostra ancora una volta la sua volontà di operare esclusivamente per il bene del Paese...\".
Per corroborare la storiella della nomina a ministro per la causa dell\'Italia, Brancher - su un foglio non intestato - ha scritto al segretario generale di Palazzo Chigi, Manlio Strano per chiedergli di \"rimodulare il calendario degli impegni governativi e ministeriali che prevedono la mia presenza al fine di partecipare al processo che mi riguarda...\"
Accontentato: \"Comunico che è stato rimodulato il calendario dei suoi impegni...\". Senza però indicare quali, come già successo nel certificato per l\'udienza del 26 giugno, quando Brancher ha provato ad appigliarsi al legittimo impedimento al premier e ministri, pur non avendo neppure le deleghe. Gli è andata male. Molto male.