OGGI 25 LUGLIO, RISPETTIAMO LA LEGGE DI VICO, DEI CORSI E DEI RICORSI, AGGIORNATA DA MARX (OHIBÒ), PER CUI LA TRAGEDIA SI RIPETE IN FARSA. NON FU FORSE IL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO A SFIDUCIARE MUSSOLINI IL 25 LUGLIO 1943 PER SALVARSI LA FACCIA? - SUCCEDERÀ CHE UN GIORNO PRECISO, DI UN MESE PRECISO, DI UN ANNO PRECISO GLI ITALIANI SI SCOPRIRANNO A PIAZZALE LORETO TUTTI MAI-STATI-BERLUSCONIANI - NEL CONFONDERE LE TRACCE, I PIÙ ABILI E SPUDORATI SONO I TIPINI FINI (ABILI GIÀ A CANCELLARE QUELLE FASCISTOIDI) MA IL PROBLEMA RIGUARDERÀ ANCHE GLI ANTIBERLUSCONIANI CHE HANNO CAMPATO CON LE PREFETTURE CULTURALI DEL SUO IMPERO - “IL FOGLIO’ GETTA NELL’OLIO BOLLENTE: MENTANA, ANTONIO RICCI, CATERINA SOFFICI, MASOTTI, PISANU, ENRICO MUSSO, FABIO GRANATA, ANGELO MELLONE, LUCA BARBARESCHI

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Filippo Rubè per Il Foglio

Alcuni, con eccesso di slancio e per amor di simmetria, divennero pure comunisti. Che la mutazione sia nel dna rosso-nero degli italiani lo dimostra anche quello che successe nel 1989, nell\'Italia quale colonia mancata dell\'impero sovietico. Molti ex Pci iniziano a diventare non-più-comunisti o, come il giovin compagno Walter Veltroni della Fgci, mai-stati-comunisti. Never-been-K.

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Due menzogne complementari. Il paese che ha dato la linea, nera, a tutta l\'Europa nel primo Novecento di colpo non è più fascista. Il paese con il più importante partito comunista dell\'emisfero occidentale del Dopoguerra non ha più un comunista che ammetta d\'esserlo senza arrossire (no, Gianni Vattimo non vale, era nell\'azione cattolica da ragazzo e poi gli piace il castrismo per motivi esotici). E ora? Ora succederà che un giorno preciso, di un mese preciso, di un anno preciso che solo iddio sa, gli italiani si scopriranno tutti mai-stati-berlusconiani. Never-been-B.

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Il problema non riguarderà solo i berlusconiani veri, o nicodemici - che lo erano senza dirlo -, ma anche gli antiberlusconiani che hanno campato con le prefetture culturali del suo impero: scrittori di sinistra pubblicati da Mondadori, volti noti di Fininvest-Mediaset, giornalisti organici al gruppo di famiglia.

E poi, ovviamente, quei post fascisti che gettano fango su chi li ha tirati fuori dalla fogna, cioè Berlusconi. Il problema degli antiberlusconiani duri e puri, ed editorialmente ricchi grazie a libretti e spettacolini teatrali, sarà costruirsi un nuovo nemico. Ma questo pure è un altro discorso.

Che fare? Per sopravvivere a se stessi non basta prepararsi a \"cancellare le tracce\", per usare l\'espressione di Pierluigi Battista in merito agli intellettuali italiani che passarono dal fascismo all\'antifascismo militante. Non c\'è abbastanza distanza, la vita è una sola e la storia è liquida. Per questa ennesima metarmorfosi collettiva - o schizofrenia storica - bisogna far perdere già adesso le tracce.

berlusconiberlusconi con antonio ricci saluta jimmy il fenomeno - Copyright PizziFABIOFABIO GRANATA ITALO BOCCHINO

O, almeno, confonderle. Come? Con rapide virate, meglio ancora se false, virate, magari corredate da ricordi che tornano alla mente, d\'improvviso, al momento giusto. Enrico Mentana, che per la verità ha sempre difeso con le unghie e con i denti un suo profilo indipendente, s\'è però ricordato solo di recente, dopo la rottura sul caso Englaro, delle cene Mediaset che erano cene di partito, cene azienda per festeggiare vittorie del Cavaliere.

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Qualcosa del genere sta, forse, succedendo ad Antonio Ricci. Se qualcuno (come lo scrittore Nicola Lagioia sul ‘Fatto quotidiano\') lo accusa pasolinianamente di \"fascismo culturale\", il papi di \"Drive in\" insulta gli autori Einaudi accusandoli di essere servi del berlusconismo (il bue che dice cornuto all\'asino? No, l\'asino che vuole volare oltre le proprie e altrui piccolezze).

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In una gag degna del giovanissmo Carlo Verdone (\"Porto d\'armi\"), tirafuori la tessera che attesta la sua fantomatica \"continua e consapevole esperienza di antifascista\": \"Ironia della sorte - rivendica Ricci - l\'Anpi mi dà la tessera onoraria\". Un antifascista, dunque, patentato. Ma è a punti anche questa patente? Ricci, impagliata la coda, rincara la dose con una lettera pubblicata su Dagospia sotto le mentite spoglie, rosse (cromoterapia politica?), del Gabibbo. \"Drive in non è stata l\'apoteosi dell\'individualismo - rivendica Riccinski - ma il trionfo del collettivo, una vera trasmissione comunista, nazionalpopolare in senso gramsciano\".

In merito agli attacchi, violenti, che subisce in alcuni recenti libri Einaudi, parla di \"un classico esempio di come si sia ridotta la casa editrice nelle tremule mani dei berlusconiani e della sua evidente deriva sottoculturale\". Gli autori Einaudi che lo criticano sono \"servi di Berlusca\" impegnati nella \"demonizzazione-santificazione del loro capo, attribuendogli, infischiandosene di qualunque buon senso nel loro furore di lacchè, piani machiavellici sofisticatissimi e genialate impraticabili per qualunque essere umano\".

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Perché Ricci sbandiera la tessera onoraria dell\'antifascismo militante e insulta i servi del Berlusca, sia pure con un tentativo di ironia o di sarcasmo? Si sta arruolando nelle brigate borrelliane di R3 (Resistere, resistere, resistere...) Comunque sia, i commensali di un pranzo romano di pochi giorni fa, ossia Mentana, Telese e Travaglio, hanno apprezzato il nuovo corso di Ricci. \"Striscia\" La7? Chissà.

Intanto, come direbbero Greggio & Iachetti, entrino... LE VELINE! A dimostrazione che la destra berlusconiana ha anche delle (belle) teste pensanti, va segnalato l\'attivismo delle donne che a breve potranno recitare il mantra: mai-state-berlusconiane. Come la giornalista Caterina Soffici, che ha rotto con il Giornale nella versione machista di Vittorio Feltri, dopo essere stata per anni capocultura del giornale di Berlusconi (Paolo). Ora, dopo il libro per la Feltrinelli \"Ma le donne no\", fa la ronda rosa contro Berlusconi (Silvio).

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Fa pendant con la fronda, sempre rosa, di Liberamente, l\'associazione di Gelmini, Carfagna e Prestigiacomo, che offrendo spesso sponde a Fini non è vista di buon occhio dagli ex colonnelli di An passati, poche armi e molti bagagli, con Berlusconi. L\'episodio più succoso, però, nei gender studies berlusconiani, resta la rubrica di Hunziker & Bongiorno che il gaio Alfonso Signorini ha cancellato da Chi. La bella Michelle sa scrivere?, si è chiesto qualche machoberlusconiano. L\'italo-elvetica made in Mediaset è in realtà una vittima collaterale dell\'azione contro la Bongiorno, pasionaria finiana.

Sul fronte del video, versante Rai berlusconica, chi si professa mai-stato-berlusconiano è Giovanni Masotti. Per una sua nomina, raccontano i giornali di sinistra come l\'Unità, si era mosso persino Berlusconi che, però, poi ha avuto altre grane. Ora che non gli hanno nemmeno confermato la corrispondenza da Londra, minaccia ricorso, diventando il nuovo Ruffini, di destra.

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\"Amici? - ha detto Masotti indignato nei giorni scorsi a chi gli chiedeva come mai il centrodestra lo avesse scaricato -- Ma quali amici. Ho le mie idee, da liberal-conservatore e quelle non le rinnego. Ma la verità è che, pure nel centrodestra, non contano il merito e l\'esperienza, ma l\'essere dei maggiordomi, e io non sono un cameriere\".

Sul fronte del porto (delle nebbie) è sbarcato un carico di democristianità. Dopo anni di onorata militanza berluscona, Giuseppe Pisanu ha aperto le porte della commissione Antimafia che presiede ai pm di Caltanisetta che prima dell\'audizione hanno dato alle agenzie frasi incendiarie sui rapporti mafia-politica, plot prediletto anche dagli ultimi arrivati dell\'antiberlusconismo. Pisanu ha poi fatto in modo che venissero smentite, ma
certi temi sono come il fuoco greco: butti l\'acqua e lo alimenti.

MussoliniMussolini Cadavere2giu122giu12 berlusconi pisanu

L\'uscita dal circolo berlusconiano è stata comunque salutata dai compagni del Manifesto con un urrà dietrologico: Pisanu bordeggia Fini per smarcarsi dai rapporti avuti con Flavio
Carboni, sulla cui barca \"Punto rosso\", nei primi anni Ottanta, si dice veleggiasse con ospiti ingombranti. Pronti a virare? Si vira...

Nel confondere le tracce berlusconiane, comunque, i più abili e spudorati sono gli aennini (abili già a cancellare quelle fasciste). Doppiamente ingrati verso l\'uomo del destino che ha sorriso loro. Con Berlusconi, abbandonano colui che li ha ripuliti dalla rogna e condotti al governo. Rispettano la legge di Vico, dei corsi e dei ricorsi, aggiornata da Marx (ohibò), per cui la tragedia si ripete in farsa. Non fu forse il Gran Consiglio del fascismo a sfiduciare Mussolini il 25 luglio 1943 per salvarsi la faccia?

LUCALUCA BARBARESCHI

Certo, in molti fecero una brutta fine, perché intervennero i tedeschi e ci fu il processo di Verona. Mussolini, come disse Churchill a suo cognato, \"fu grande e coraggioso, perché non esitò a fucilare il cognato\". Ma oggi, al massimo, arrivano i leghisti guidati da Renzo la Trota. E poi il lavoro sporco lo stanno facendo le toghe rosse, basta appoggiarle.

LALA MEJO DESTRA DE LOR\'ALTRI MELLONE E POLVERINI - copyright Pizzi

Tra i più zelanti aennini non-più-berlusconiani, vanno segnalati il senatore Pdl Enrico Musso, che sul Secolo XIX non perde occasione per smarcarsi dal Cavaliere, e il deputato Pdl Fabio Granata, per la verità giustizialista della prima ora, ma adesso, addirittura, titolare di un blog sul sito del Fatto quotidiano, l\'house organ dell\'antiberlusconismo forcaiolo.

Dove, per intenderci, ha commentato le indagini sulla P3 in termini berlingueriani: \"Una ciclopica questione morale che attraversa la politica italiana e il partito nel quale abbiamo fatto confluire la storia antica, nobile e trasparente della destra italiana\".

GIANNIGIANNI ALEMANNO LUCA BARBARESCHI

Più combattuto il facebookino Angelo Mellone, neodirigente Rai in (alta) quota BF (Berlusconi-Fini), che sul social network, Facebook, oscilla tra la lealtà al capo (Fini) e al capo del capo (Berlusconi), tra la linea Bocchino e quella La Russa. Lo scopo? Non fare la fine del fesso: cioè l\'ultimo dei berlusconiani, se vincono i finiani, o il primo dei finiani se, salvato da Bossi, Berlusconi colpirà con la coda quelli che considera traditori. Che non fosse berlusconiano doc Mellone l\'aveva detto in \"Cara Bombo. Berlusconi spiegato a mia figlia\" (Marsilio), del 2007.

GiorgioGiorgio Almirante e un giovanissimo Italo Bocchino

Un libro però sinceramente ed euforicamente berluscofilo (il Cavaliere è ducescamente l\'Operoso Insonne). Spesso sono dorotei i suoi commenti più recenti, sulla P3, per esempio. Scrive enigmatico su FB, con chiusa fascistissima, Mellone: \"Io con questa roba qui non c\'entro niente. E non è giustizialismo, solo modestissima etica civile, ciò che divide una nazione sana da una a rischio di marciume. E io preferisco marciare, piuttosto che marcire\". La Marcia su Roma diventa Roma Marcia (nazione infetta, capitale corrotta). A chi le manette? A loro!

Uno spasso di lungimiranza retroattiva, di sogno del poi, è l\'intervista indignata di Luca Barbareschi a Repubblica di giovedì scorso. L\'attore-regista del \"Trasformista\" (un film, un alibi), ha sparato contro Berlusconi e Mediaset, \"un freno allo sviluppo del paese\". Lo era anche quando ci lavorava lui? Il freno forse deriva dal fatto che Mediaset gli nega i soldi per un nuovo film?

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Ma sentitelo sulle intercettazioni: se ai tempi di Saccà disse indignato che erano una trappola, forse perché c\'era finito anche lui che chiedeva soldi per una fiction, ora le intercettazioni che riguardano i suoi avversari nel Pdl sono sacrosante. Barbareschi, candido come una finta candid camera, confessa la sua delusione per il Pdl.

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\"Credevo che avrei fatto politica, non gli interessi del premier\". Che fare? \"Siamo già al dopo Berlusconi\". Dunque? \"Noi deputati non possiamo essere trattati come sudditi mentre si trasforma lo stato in un bordello\". Non senza avere la propria parte di guadagno, evidentemente. Barbareschi, profeticamente, disse che \"An in Rai ha portato solo mignotte\".

Intanto, sul versante editoriale, l\'editoria d\'autore, di autori impegnati, impegnati a sinistra ma con una casa editrice di destra (cuore e portafoglio sono strabici si sa), si segnalano i primi smarcamenti (a sinistra ci si riposiziona, a destra ci si smarca, la sinistra gioca a zona al suo interno, la destra sempre e solo a uomo).

In particolare, sono tanti gli autori che da Mondadori stanno andando via. A volte, anche solo per motivi economici, con la Gems o la Feltrinelli che offrono di più (nella galassia berlusconiana, da Mediaset al Milan si risparmia). Girano voci che non sarà Mondadori il prossimo libro di Mario Desiati, giovane editor Fandango, che assieme al gruppo editoriale di Mauri Spagnol sta attirando molti giovani autori mondadoriani; d\'altronde non è stato mondadoriano il romanzo \"Le rondini di Montecassino\", uscito da Guanda, di Helena Janeczek, collaboratrice della casa di Segrate cui si deve l\'idillio (che fu?) tra Saviano e Mondadori.

HannoHanno Ammazzato Saviano - Saviano Morto

L\'autore di \"Gomorra\" è il vero punto dolente della doppia coscienza intellettuale di tanti big, a sinistra: considerare Berlusconi un criminale e pubblicare con la sua casa editrice, essere il front-man della band di Repubblica e una gallina dalle uova d\'oro mondadoriane. In pochi, d\'altronde, fecero come Sandro Veronesi, che chiuse i conti con la Mondadori berlusconizzata per Feltrinelli (poi Bompiani e ora Fandango).

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Il vero miracolo mai-stato-berlusconiano, comunque, spetterà a Ernesto Franco, direttore Einaudi che ha rifiutato di pubblicare il nobel Saramago, antiberlusconiano ed evasore fiscale. Per molti ha fatto, letteralmente, lo struzzo.

A costoro e ad altri futuri mai-stati-berlusconiani, è dedicato ironicamente il testo inedito della canzone che dovrebbe approdare al festival di teatro-canzone di Viareggio, dedicato a Giorgio Gaber, in particolare a \"Qualcuno era comunista\", versione (non più) berlusconiana. \"Qualcuno fu berlusconiano\". Ecco il testo in anteprima.

\"Qualcuno fu berlusconiano perché nacque a Milano / qualcuno fu berlusconiano perché il nonno, lo zio, il papi... e pure la mami / qualcuno fu berlusconiano perché sognava Milano2, perché tifava Milan, guardava ‘Drive in\' / qualcuno fu berlusconiano perché Tangentopoli fece fuori Dci e Psi /

MondadoriMondadori a Segrate

qualcuno fu berlusconiano per il timore del comunismo al potere / qualcuno fu berlusconiano perché i magistrati politicizzati fanno paura / qualcuno fu berlusconiano perché non c\'era nulla di meglio / qualcuno fu berlusconiano perché odiava il Vaticano / qualcuno fu berlusconiano perché la Mondadori è la Mondadori / qualcuno fu berlusconiano perché pure a Medusa, a Mediaset, pagavano bene /

accordoaccordo Annuncio alla Stampa Aprile 1991 - Leonardo Mondadori, Gianni Letta, Vittorio Dotti, Fedele Confalonieri, Giuseppe Ciarrapico, Vittorio Ripa di Meana

qualcuno fu berlusconiano perché prima... prima... era stato fascista / qualcuno fu berlusconiano perché prima era stato comunista / qualcuno fu berlusconiano perché era un po\' socialista e un po\' democristiano / qualcuno fu berlusconiano perché sai che palle gli antiberlusconiani / qualcuno fu berlusconiano perché non amava le tasse / qualcuno fu berlusconiano perché la tv pubblica faceva schifo /

berlusconiberlusconi galera

qualcuno fu berlusconiano perché amava la fica sopra ogni cosa / qualcuno fu berlusconiano per dispetto al padre sessantottino / qualcuno fu berlusconiano perché hai presente Occhetto? / qualcuno fu berlusconiano perché era più berlusconiano degli altri / qualcuno fu berlusconiano perché non ne poteva più di 50 anni di governi democristiani incapaci e mafiosi /

qualcuno fu berlusconiano perché era mafioso (lui, non Berlusconi) / qualcuno fu berlusconiano perché odiava i moralisti / qualcuno fu berlusconiano perché prima era stato comunista / qualcuno fu berlusconiano perché Bondi faceva tenerezza / qualcuno fu berlusconiano perché era ricco e amava il popolo... dei ricchi /

Qualcuno fu berlusconiano perché aveva bisogno di un favore, una spintarella per il suo residence e quando non gli arrivò l\'aiutino iniziò ad essere antiberlusconiano / qualcuno fu berlusconiano perché credeva a un\'Italia nuova, sulle ali della libertà /

Rimpianti? No! Forse già allora molti avevano visto mentire Berlusconi con gli occhi luccicanti... e come gazze ladre s\'erano fiondati sui talenti / E ora? Le gazze ladre gridano ladro al loro capo. Uomini e donne hanno fatto carriera e ora vogliono far finta d\'averla fatta senza di lui. Quante miserie in un corpo solo\".

 

 

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