DA LAVITOLA IN SU - IL REPORTAGE SUDATO BY FORMIGLI E CASADIO TRA I MISTERI DI ST. LUCIA - IL TULLIANI-GATE IN SALSA CARAIBICA STARRING UN MINISTRO STRANAMENTE SOLERTE NEI CONFRONTI DEL DIRETTORE/EDITORE DELL’“AVANTI”, QUELLA MAIL CHE SPUNTA TRA LE MANI DI VALTERINO PROPRIO AL MOMENTO GIUSTO, E L’INTRECCIO CHE PORTA DRITTI DRITTI ALLE SLOT MACHINE DI CORALLO, che era rappresentato in italia da LABOCCETTA, epoca fini…

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Corrado Formigli e Andrea Casadio per \"Il Fatto Quotidiano\" (con la collaborazione di Filippo Barone)

LAVITOLALAVITOLA

È lunedì 27 settembre il giorno della verità. A St Lucia fa un caldo così fradicio che sudi prima ancora di uscire dalla doccia. C\'è un\'aria strana al Windjammer Resort, da paradiso tropicale in svendita. Coppiette di pensionati della Florida salgono in terrazza a far colazione in ciabatte e bermuda a fiori e scrutano delusi l\'orizzonte: anche oggi pioverà, come ogni maledetto giorno da un mese. Immaginate un paradiso tropicale clamoroso cresciuto male, in fretta, coi resort con le torrette, le fontanelle in marmo finto e tutto il lusso a buon prezzo per coppiette della Virginia in luna di miele.

Poi, in pochi anni, un altro paradiso ci cresce sopra, si sovrappone a quello dei Pitons, le stupende rocce vulcaniche simbolo dell\'isola. È il paradiso dei soldi neri, sporchi, evasi. Di trustees, fiduciarie, schermi riflettenti, caselle postali dai nomi esotici e canaglieschi. Arrivano quattrini nuovi. Così sul lungomare di Castries, la capitale dell\'isola, crescono le quattro facciate a vetri dei ministeri e della Bank of St Lucia.
Intorno baracche e casinò tirato su a spanne e qualche insegna pretenziosa di studi d\'affari.
L\'appuntamento è per le 9.30 alla conferenza stampa di Rudolph Francis per i giornalisti locali.

LorenzoLorenzo Rudolph Francis - ministro di giustizia dell\'isola caraibica di Santa Lucia

Proveremo a imbucarci. Francis è il ministro di Giustizia di St Lucia, un armadio di un metro e novanta fasciato in abiti scuri nonostante l\'isola alle nove sia già un hammam. Per darsi un tono ha mollato il suo ufficio per piazzarsi in quello del primo ministro, che non c\'è.

Per arrivarci ha percorso cento metri a piedi, tanto distano i due palazzi. Oggi l\'aitante Guardasigilli si lamenta della fuga di notizie che ha reso pubblica la sua lettera confidenziale sulle società off-shore Timara e Printemps. Che bisogno c\'era di usare la posta interna quando un\'informativa così scottante avrebbe potuto consegnarla direttamente nelle mani del capo del governo? Prima domanda senza risposta. Ma di stranezze, in questo lunedì chiave dei misteri ce ne sono molte. Innanzitutto questa conferenza stampa mattutina dalla quale veniamo tenuti fuori.

L\'impressione è che a quest\'ora - sono le dieci - Francis non possa ancora parlare con gli italiani. Pochi giorni prima ha fatto un comunicato stampa, nel quale motiva la sua indagine su Timara e Printemps con la necessità di chiarire se ci fosse rischio di un danno per l\'industria off-shore dell\'isola. Motivazione risibile, visto che la segretezza dei \"beneficial owners\", gli effettivi proprietari delle fiduciarie, è il primo bene da proteggere in un paradiso fiscale.

amedeoamedeo laboccetta

Intanto, nessuno sa quando tornerà il primo ministro King, immortalato in una tristissima foto appesa al muro. E nessuno sa neppure dove si trovi il ministro degli Esteri Rufus Bousquet. Chiediamo al gigantesco portavoce di Francis, il rude Leborne, quando potrà riceverci il ministro. Niente da fare, ci invita ad andarcene. Un po\' di tigna e becchiamo Francis mentre cerca di svignarsela.

Dieci minuti di inseguimento sempre con le stesse domande: cosa ha provocato l\'investigazione su Timara e Printemps? Quali prove ha Francis che dietro la palazzina verde salvia di Manoel street 10 si celi proprio il cognato di Fini? E che rischio rappresentano per l\'industria off-shore dell\'isola queste due scatole vuote che si sono passate l\'un l\'altra un appartamento monegasco venduto a 300 mila euro?

Il ministro non risponde, rimandando al comunicato stampa di tre giorni prima. Gioca coi tasti del suo Blackberry, l\'assedio delle telecamere non lo smuove. Ha un piano in mente? Non può bruciare i tempi che sono già stati stabiliti?

UNA STRANA CONFERENZA STAMPA - E I GIORNALI ITALIANI - Sono le 10.45 di lunedì. Gli orari a questo punto diventano cruciali. Perché è a quest\'ora che le scelte del Guardasigilli si velano di ambiguità. Stretto all\'angolo dai cronisti italiani, continua incredibilmente a prendere tempo.

MicheleMichele Santoro ad Annozero

Quella che segue non è la verità ufficiale, ma un\'ipotesi dettata dal buon senso, dal concatenarsi logico degli eventi e dalle stesse ammissioni di Valter Lavitola, l\'editore faccendiere che a questo punto è già entrato in campo.

È possibile ipotizzare che vi sia un canale di comunicazione preferenziale tra Francis e Lavitola. Di Lavitola sapete già tutto. In estrema sintesi, è uno strano uomo d\'affari che si muove tra Brasile e Centroamerica. Editore dell\'Avanti! e ottimo amico di Silvio Berlusconi, che lo ha ricevuto a Palazzo Grazioli pochi giorni dopo la pubblicazione della \"lettera confidenziale\" di Francis su Tulliani.

Voleva conoscere - racconta Lavitola - gli sviluppi della situazione. Con Valter c\'è grande confidenza, è lui che ha organizzato per il premier la festa con lap dancer e ballerine di samba a San Paolo durante la visita ufficiale in Brasile. Ed è sempre lui che ha accompagnato il premier a Panama. L\'editore dell\'Avanti è infatti buon amico del presidente dello Stato del canale, Ricardo Martinelli.

finifini tulliani H

Lavitola è arrivato a Santo Domingo dall\'Italia. È lì che aspetta di entrare in campo. In Repubblica dominicana ha coperture politiche e amici nei giornali. Aspetta un segnale da St Lucia. Con lui c\'è José Torres, il cronista sul cui tavolo è arrivato per primo il documento su Tulliani, dirottato lì da un\'oscura fonte del Guatemala. Da Torres, il documento è poi arrivato sul tavolo di Dagospia, quindi su Libero e Il Giornale. Torres è sul libro paga di Lavitola.

Mentre l\'editore dell\'Avanti attende, Francis è sempre più nervoso. Nella conferenza stampa con i giornali locali ha fatto una stupidaggine: all\'unica domanda posta sulla vicenda italiana, ha risposto così: \"Ho avviato l\'indagine su quelle società dopo le notizie su St Lucia uscite sui giornali italiani tre-sei mesi fa\".

Un errore madornale: il primo articolo sulla casa di Montecarlo esce suI Giornale il 28 luglio scorso. Meno di due mesi prima. Francis probabilmente si accorge della gaffe, qualcuno gliene chiede conto, il video della conferenza stampa è già a disposizione di Annozero: Pete Ninvalle, direttore della tv locale Dbs, ce lo ha passato. A questo punto Francis potrebbe subito convocare una conferenza stampa con gli italiani per chiarire tutto. Invece traccheggia. Perché aspetta? Non può convocare gli italiani prima che sia arrivato sull\'isola Valter Lavitola?

giancarlogiancarlo e elisabetta tulliani

È un caso, un lampo, un istinto. Succede questo: siamo in macchina, stiamo andando a trovare Ninvalle per rivedere il video della gaffe di Francis. La strada che porta all\'ufficio di Pete corre parallela alla pista dell\'aeroporto George F.L. Charles di Castries. All\'improvviso un potentissimo Cessna Citation compare sul filo dell\'orizzonte, ruote posteriori già a terra, potenti fari di profondità accesi.

Chi è che plana a St Lucia di lunedì? Un magnate? Un ministro? Il Citation manovra e si ferma, noi riprendiamo la scena. Sei persone scendono dalla scaletta. A occhio nudo non puoi riconoscerli. Solo più tardi, ingrandendo le immagini, avremo la conferma.

La tappa successiva è uno squillo. Leborne, l\'uomo di Francis, chiama: conferenza stampa alle 16.30.

TullianiTulliani Fini e Sandro Bratti del PD

WALFENZAO, CORALLO E LE SOCIETÀ OFF-SHORE - A quell\'incontro, tenuto sempre nell\'ufficio di un primo ministro sparito nel nulla, arriverà, del tutto inatteso, Valter Lavitola col suo codazzo a libro paga: Torres, un misterioso interprete che schiva accuratamente le telecamere, una bella ragazza dominicana e un cameraman.

Per tre volte Annozero, Corriere e Stampa provano a chiedere a Francis le prove che inchiodano Tulliani. Per tre volte Francis scuote le testa: top secret. A questo punto sbuca, sapientemente citata da Lavitola, la famosa mail fra James Walfenzao e Michael Gordon, i due architetti di Timara e Printemps. Walfenzao e Gordon conoscono chi c\'è dietro quelle due società, avendole costruite loro come schermo del beneficial owner.

Walfenzao è una specie di ologramma, un\'entità senza volto. Vive tra Montecarlo, Curacao e Miami, amministra la Corpag Ltd, fabbrica ombre. Controlla per conto di Francesco Corallo parte del capitale del colosso Atlantis - casinò e alberghi a Santo Domingo e St Maarten, un gigantesco buisiness di slot machine in Italia - amministra e sposta capitali sommersi in mezzo mondo. È un uomo potente, custodisce segreti e identità.

FiniFini Tulliani Famiglia

Come Corallo, il cui padre, Gaetano, è stato condannato per associazione a delinquere, sospettato di essere vicino al clan Santapaola e a lungo latitante in Centroamerica. Francesco Corallo, incensurato ma prudentemente alla larga dall\'Italia, ha il cuore del suo impero a Saint Maarten, Antille olandesi, dove Amedeo Laboccetta, ex finiano passato armi e bagagli con Berlusconi, ha portato in vacanza Fini nel 2004.

Corallo è in attesa di un rinnovo delle licenze per le sue slot machine italiane, quindi anche di un bel certificato antimafia. In questa fase ha bisogno di ottimi rapporti col nostro governo: l\'amicizia con Laboccetta torna preziosa, i contatti coi giornalisti invece da evitare come la peste. Quando lo chiamiamo, si barrica dietro un inglese con forte accento meridionale.

Ma torniamo alla conferenza stampa di Francis. Lavitola fa riferimento a questa mail fra Walfenzao e Gordon (il referente di Walfenzao sull\'isola, costruttore di scatole vuote con sede a Manoel street 10) e chiede al ministro se l\'abbia letta. Insomma, se sia quella una delle prove a carico di Tulliani. A questo punto Francis, con telecamere a favore e sorriso accomodante, conferma.

lavitola-maillavitola-mail walfenzao

Un sì che è un tesoro inestimabile per la macchina del fango costruita attorno agli appetiti del giovane furbetto Tulliani. La trappola è scattata. Serviva una nuova prova per inchiodare Tulliani-Fini alla casa monegasca? Eccola, servita in pompa magna con una conferenza stampa a orologeria. È solo uno scenario, si badi bene, e niente più. Ma provate a immaginare ancora.

Il Cessna targato N441BP è fermo sulla pista dell\'aeroporto La Romana di Santo Domingo. Lavitola è in attesa di una chiamata. I giornalisti italiani a St Lucia premono. La credibilità di Francis vacilla: la sua versione sull\'indagine governativa fa acqua, perfino l\'ex primo ministro dell\'isola Kenny Anthony conferma: \"L\'identità di un beneficial owner può essere indagata solo in caso di reati, riciclaggio di denaro sporco o accordi bilaterali sulle tasse fra Stati: e in ogni caso serve la richiesta di un giudice\".

Nessuno di questi casi riguarda Timara e Printemps, l\'inchiesta governativa appare estemporanea e azzardata. Ecco allora la conferenza stampa convocata in orario comodo per una trasvolata in Cessna di oltre mille miglia che porta Valter e i suoi cinque accompagnatori davanti a Francis.

Quindi, il riferimento alla mail che accuserebbe Tulliani: Walfenzao segnala preoccupato a Gordon che le due off-shore stanno attirando l\'attenzione della stampa italiana per il fatto che la sorella del cliente ha un legame con uno dei due politici italiani in conflitto fra di loro.

LorenzoLorenzo Rudolph Francis - ministro di giustizia dell\'isola caraibica di Santa Lucia

Insomma, il fabbricante di ombre si angoscia per il proprio buon nome e decide di scaricare Tulliani. È vero che di questi tempi perfino un professionista caraibico dei fondi neri considera la politica italiana troppo sporca e vischiosa, ma lo scrupolo sembra un po\' eccessivo. La tesi di Lavitola è semplice: Walfenzao, per evitare schizzi di fango, allerta Gordon, il quale a sua volta soffia a Francis il nome di Tulliani per liberarsi da pressioni e sospetti. Così il cerchio si chiude e, magari, l\'Ocse promuove St Lucia nella lista dei paesi collaboranti.

BUGIE, OMISSIONI E UN AEREO PRIVATO CON I MOTORI ACCESI - Uno scenario che appare un po\' troppo costruito. Gli avvocati di Tulliani osservano che la parola \"cliente\" contenuta nella mail non significa per forza beneficial owner, ma anche semplicemente affittuario (Tulliani paga un affitto per l\'appartamento di Montecarlo). Ma, soprattutto, c\'è il jet Citation che dà a quella conferenza stampa di lunedì l\'aria di un\'accurata messinscena.

Le risposte di Francis su perché e modalità dell\'indagine non convincono: urge spostare di nuovo l\'attenzione su Tulliani e la proprietà della casa di Montecarlo. Serve una prova concreta da dare in pasto alla stampa. Spiega Lavitola che, aspettandosi da un momento all\'altro la chiusura dell\'inchiesta a St Lucia, aveva pronto sulla pista di Santo Domingo il Citation di un amico imprenditore, tale Rogelio Oruna.

Ma lo dice dopo essere stato scoperto dalle telecamere di Annozero. Prima aveva sostenuto di essere arrivato con American Airlines il giorno prima, domenica 26 settembre. Anche Torres e il misterioso interprete avevano mentito, ma in modo differente, citando la compagnia aerea American Eagle. Pasticcioni questi tre, non si mettono d\'accordo sulle bugie da dire. In compenso nascondono in tutti i modi il jet privato.

letteralettera santa lucia. i caratteri di stampa differenti

Autorizzando così il sospetto che quello che è successo lunedì: la conferenza stampa, la mail di Walfenzao, perfino l\'incontro successivo di Lavitola con i giornalisti italiani all\'Auberge Seraphine, faccia parte di un piano accurato per lanciare l\'ultima bomba contro Fini. \"Ho detto al collega Corrado Formigli di Annozero che ero arrivato con un volo di linea in quanto non volevo alimentare ulteriori leggende: non sapevo fosse un peccato mortale farsi prestare da un amico un aereo per 4 ore\".

Così scrive Lavitola sull\'Avanti!. Interpellato da noi, il comandante del Cessna Citation 560 XL ci ha spiegato che l\'aereo è del miliardario spagnolo Pablo Pinero, proprietario della catena alberghiera Bahia Principe, che ha interessi a Santo Domingo, Giamaica e Cancun (lui lo chiama \"il mio boss\") e del leader del Partito Rivoluzionario dominicano Maldonado, ex ministro delle infrastrutture, politico potente invischiato nella tangentopoli dominicana ribattezzata dai giornalisti spagnoli \"Operazione Malaya\".

Il comandante non cita Oruna, racconta che il jet è stato imprestato grazie all\'amicizia dei passeggeri con Maldonado e che quel regalino - 4 ore di volo - vale 15 mila dollari. Quali siano le società che schermano i reali proprietari qui poco importa: il pilota sa perfettamente chi sono i suoi capi e chi gli paga lo stipendio. Sa anche che la sua missione a St Lucia è delicata e tiene il jet coi motori accesi sulla pista di St Lucia per ore, pronto a partire in ogni istante.

Quello stesso aereo, che la Us Federal Aviation Administration attribuisce alla società Inversiones Izmir S.A, è al centro da qualche anno di piroette societarie per nascondere i veri padroni: oltre a Pinero e Maldonado, anche il costruttore dominicano Sanchez, destinatario di generose licenze edilizie da parte dell\'ex ministro delle Infrastrutture. Quindi abbiamo l\'editore dell\'Avanti! ben piazzato con alcuni dei padroni di Santo Domingo (Il centro degli interessi anche di Corallo, ricordate?).

Quando la credibilità di Francis comincia a barcollare, il jet parte alla volta di Castries per l\'ultimo atto del piano: l\'arma letale, la mail del padrone delle ombre Walfenzao. Il Citation è così totalmente a servizio di Lavitola che è in grado di partire senza alcun preavviso: è quello che accade la mattina di lunedì 27 settembre, quando il jet lascia Santo Domingo senza neppure consegnare il piano di volo, obbligatorio per tutti i voli civili in decollo. Per tutti, ma non per il Cessna del facilitatore Valter.

letteralettera del governo di Santa Lucia

Ecco, questo sembra il suo ruolo: un facilitatore folcloristico ma in grado di connettere tutti i terminali e indurre il cortocircuito fatale a Fini. Deciso a giocare con ambiguità il ruolo del cronista investigativo per spostare l\'attenzione dei media sulla proprietà della casa di Montecarlo. Ma a seguire il suo gioco si rischia di perdere di vista il quadro nel quale quella verità viene costruita.

Ammesso che Tulliani sia infatti il padrone del pied-à-terre monegasco, non è meno importante capire come si arriva alla diffusione del suo nome attraverso la famosa \"lettera confidenziale\" di Francis.

MI CHIAMO VALTER E RISOLVO I PROBLEMI - Le vie possono essere diverse: Lavitola è in grado di arrivare al presidente panamense, a Maldonado, forse a Corallo (quindi a Walfenzao). Ma a St Lucia si espone in prima persona. Almeno secondo David.

Chi è David? Per ora, una voce e nulla più. Telefona due volte alla nostra redazione, la prima mentre siamo in diretta con la puntata di Annozero e ci occupiamo del caso Fini. La seconda dopo aver visto - dice lui - l\'inchiesta che abbiamo realizzato a St Lucia mostrando il jet di Lavitola. Sostiene di essere molto vicino alla moglie del ministro degli Esteri di St Lucia Rufus Bousquet.

Questa è la sua testimonianza:\"Qualcuno ha fabbricato un documento falso sulla casa di Montecarlo. Falso perché non proviene dal governo di St Lucia. Noi abbiamo visto il documento i primi di giugno e ci siamo chiesti: cosa diavolo sta succedendo? Chi l\'ha fatto? Il nostro primo ministro ha fatto un sacco di telefonate in giro, a Santo Domingo e altrove.

È proprio allora che compare mister Lavitola. Lui dice a Bousquet che questo documento deve venire autenticato, garantito come vero dal governo di St Lucia, perché se non fosse stato autenticato, l\'isola avrebbe potuto subire ingenti danni economici perché l\'Italia ha molto denaro custodito a St Lucia\".

Le parole di David vanno prese con un certo scetticismo, non trovando per ora riscontri oggettivi. Tranne che su un punto: effettivamente Lavitola arriva sull\'isola i primi di giugno. E\' il facilitatore stesso a confermarlo ai microfoni di Annozero: \"A giugno sono venuto a seguire questo caso\".

letteralettera del governo di Santa Lucia

Poi si rimangia quell\'affermazione, ma resta curiosa la coincidenza delle gaffe: la sua e quella di Francis che parla di notizie uscite tre-sei mesi fa. A giugno la tensione fra Berlusconi e Fini sta arrivando al culmine. Serviva l\'arma totale in vista della rottura definitiva? Ecco allora entrare in campo il facilitatore: \"My name is Valter, I solve problems\", parafrasando una mitica scena di Pulp Fiction.

Il racconto di David è strano, un po\' zigzagante. Disseminato di inesattezze. Come quando ci dice che il primo ministro e il ministro degli Esteri di St Lucia sono fuori dall\'isola a tempo indeterminato. Invece mercoledì 29 settembre erano entrambi a St Lucia, come testimonia il direttore della Dbs Pete Ninvalle.

Ma è altrettanto vero che la questione più importante che abbia mai investito St Lucia nella sua storia e che rischia di distruggere per sempre la sua reputazione di paradiso fiscale, viene gestita da Rudolph Francis in totale solitudine. Nelle ore decisive, quando la stampa preme e il facilitatore sbarca col suo Citation sull\'isola, il ministro della Giustizia si muove in un inquietante vuoto di potere.

 

 

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