La Stampa - a cura di Giordano Stabile
Battisti Segnaletica1- \"SERVIZI SEGRETI ALGERINI INCOMPETENTI CONTRO I TERRORISTI\"
L\' ambasciatore Usa ad Algeri, David Pearce, si lamentava, in un cablo messo in rete ieri da Wikileaks, della difficile collaborazione tra i servizi di sicurezza americani e algerini, definiti «incompetenti», «sospettosi e paranoici». Altrettanto impietosi sono i dispacci del suo predecessore sullo stato di salute e la successione del presidente Abdelaziz Bouteflika: «Lo stato di salute di Bouteflika può impedirgli di continuare il suo terzo mandato», si legge in uno dei cablogrammi di Robert Ford, attualmente in Siria.
Ford prevedeva che l\'attuale primo ministro Ahmed Ouyahia fosse «la persona più indicata per rimpiazzare Bouteflika». I dispacci della diplomazia Usa da Madrid, invece, si concentravano sulla preoccupazione del governo spagnolo per la Mauritania e la possibile emergenza nel Maghreb di uno stato «fuori controllo».
Per questo, scrivevano i diplomatici Usa, Madrid ha subito cooperato con il governo militare mauritano nato dal golpe dell\'agosto 2008, da cui invece Washington aveva preso le distanze. La Spagna, spiegava l\'ambasciata americana, non vuole uno Stato fuori controllo a meno di trecento chilometri dalle Canarie, e teme che la Mauritania corra il rischio di diventare «una seconda Somalia», sottolineando che dopo l\'Algeria la Mauritania è il Paese nordafricano più colpito dai terroristi di Al Qaeda.
Da Parigi venivano invece le preoccupazioni nei confronti del Mali, come un possibile «tallone di Achille» nella lotta contro Al Qaeda nel Maghreb islamico. È quanto emerge da alcuni documenti di Wikileaks pubblicati ieri da Le Monde : «Il Mali è il paladino dell\'azione anti-terrorista come pretende di essere, oppure pratica un doppio linguaggio, gestendo i fondi occidentali e allo stesso tempo chiudendo gli occhi sulle attività di Al Qaeda nel Maghreb islamico?».
Fawzi Salloukh e Franco Frattini2- \"SUL CASO BATTISTI IL BRASILE HA UNA POSIZIONE IDEOLOGICA\"
Spunta anche il caso Cesare Battisti negli ultimi cablo messi in Rete. Emerge per esempio che l\'ex ambasciatore degli Stati Uniti in Brasile, Clifford Sobel, l\'anno scorso criticava la posizione del governo brasiliano propenso a concedere per ragioni «ideologiche» l\'asilo all\'ex terrorista, condannato all\'ergastolo in Italia per quattro omicidi compiuti dai Pac (Proletari Armati per il Comunismo) durante gli anni di piombo.
In cinque telegrammi inviati da Sobel nel febbraio 2009 al Dipartimento di Stato Americano si legge che «l\'asilo all\'italiano è stato frutto di una decisione ideologica dell\'ex ministro della Giustizia Tarso Genro». Sobel osserva ancora che il ministro degli Esteri brasiliano, Celso Amorim, è il più cauto degli artefici di sinistra della politica estera del presidente Luiz Inacio Lula da Silva.
«Per giustificare tale affermazione - commenta il giornale carioca O Globo - l\'ambasciatore americano dice che ha quasi la certezza matematica che la concessione dell\'asilo a Battisti, accusato di terrorismo in Italia, non ha contato sul suo appoggio».
BattistiIl ministro Genro aveva deciso in quei giorni il no all\'estradizione in Italia di Battisti, decisione rivista nel novembre successivo dal Supremo Tribunale Federale che ha capovolto la delibera lasciando però al presidente del Brasile l\'ultima parola. Battisti si trova del 2007 nel penitenziario della Papuda a Brasilia e attende ora una decisione di Lula o, a partire dal primo gennaio, della presidente Dilma Rousseff, pupilla dello stesso Lula ed eletta trionfalmente un mese fa.
Dilma, in un primo momento, si espressa in maniera più favorevole all\'estradizione rispetto a Lula, ma dopo la sua elezione ha seguito una linea molto prudente, probabilmente per non interferire sulle ultime decisioni del popolarissimo Presidente uscente brasiliano.
lula e dilma-roussef3- \"PRESSIONI SU SUDAN E SIRIA PER FERMARE LE ARMI A HEZBOLLAH\"
Gli Stati Uniti hanno cercato disperatamente di bloccare i rifornimenti di armi iraniane e siriane al gruppo palestinese Hamas e a quello libanese Hezbollah, facendo pressioni sui governi arabi. Gli ultimi documenti pubblicati da Wikileaks, mostrano come nel gennaio 2009 Washington chiese al Sudan di non favorire la consegna di un carico di armi iraniane ad Hamas, nella Striscia di Gaza.
Ai diplomatici americani venne ordinato di esprimere alle autorità di Khartoum una «eccezionale preoccupazione» riguardo al carico. Anche Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Oman e Ciad vennero informati dei piani iraniani, con la precisazione che qualsiasi consegna avrebbe violato la risoluzione delle Nazioni Unite contro le esportazioni di armi da parte di Teheran.
HEZBOLLAH D\'Alema e deputato HezbollahL\'arsenale in mano a Hezbollah è uno dei principali mal di capo per la diplomazia americana. Secondo un ufficiale del Pentagono, l\'arsenale consiste in circa 50 mila razzi e missili, tra cui dai 40 ai 50 Fateh-110 (i missili terra-terra capaci di una gittata di almeno 200 chilometri, dunque in grado di raggiungere Israele) e dieci Scud-D (l\'evoluzione dei missili balistici SS-1 a corto raggio di produzione sovietica). Ieri anche il New York Times ha rilanciato sul suo sito una nuova serie di documenti confidenziali ottenuti da Wikileaks sul tema.
Dai cablo emerge come la diplomazia statunitense è in uno sforzo costante per evitare che in una delle regioni a più alta tensione al mondo si accumulino armi e materiale bellico. Ma dai documenti confidenziali dei diplomatici emerge un quadro nel quale l\'intera regione è circondata da un traffico di armi di livello internazionale. I flussi coinvolgono più Paesi e più entità: armi dal Sudan ad Hamas, a Gaza, armi dall\'Iran a Hezbollah, in Libano, missili dalla Corea del Nord all\'Iran e alla Siria.