1 - FERRARA: \"IL PREMIER È LOGORATO MA NON HA ALTERNATIVE\"...
Michele Brambilla per \"La Stampa\"
«Non aspettatevi troppo dalla fine del mondo», diceva Karl Kraus, che agli inizi del secolo scorso commentava il tramonto dell\'impero asburgico. Ecco, Giuliano Ferrara sembra un po\' Karl Kraus quando dice di non aspettarsi troppo da questo 14 dicembre che stiamo vivendo un po\' nevroticamente, come se fosse - se non la fine del mondo - la fine di un mondo. «Sono mesi che scrivo che viviamo una sorta di 24 luglio permanente», ci dice il direttore del «Foglio»: «Ma proprio il fatto che il 24 è permanente vuol dire che il 25 non arriva mai».
Vincino sul Foglio Natale BerluSembra che il voto di fiducia sia un\'ordalia.
«Intendiamoci: capisco l\'eccitazione del momento perché Berlusconi è una personalità, appunto eccitante. Sia per i suoi sostenitori sia per i suoi detrattori. Tutto quello che lo riguarda viene vissuto in modo estremo.La discesa in campo come un avvento, la caduta come un\'apocalisse».
E invece...
«Invece mi pare che non sia il caso. Berlusconi si è logorato, è vero. Un po\' perché gli italiani hanno un rapporto con il potere molto guardingo: lo blandiscono, si lasciano guidare, a volte sono servili, ma insomma mantengono sempre una certa distanza e sono pronti a smarcarsi quando è opportuno. Berlusconi ha governato otto anni, dal 1994, ma sembrano sedici».
Potrebbe essere giunta l\'ora del «dagli al puzzone»?
«Diciamo che un logoramento c\'è. Per questo motivo e anche per gli errori che Berlusconi ha commesso».
Ad esempio?
«Ne ha fatti molti, l\'ultimo è stato quello di aver buttato fuori Fini invece di usarlo».
Usarlo?
«Sì, usarlo. Tenendo nel Pdl una voce diversa, e anche critica, Berlusconi avrebbe potuto dimostrare che il suo ombrello era larghissimo. Che avrebbe saputo tenere insieme, nell\'ambito di un bipolarismo pulito, uno schieramento vasto e vario. Sarebbe stata, tra l\'altro, la via maestra per il Quirinale. Quindi Berlusconi ha commesso degli errori che lo hanno, ripeto, logorato. Però... C\'è un però enorme».
Cioè?
«Il fatto è che le chiacchiere valgono zero. Valgono i fatti, e i fatti dicono che Berlusconi con Bossi forma un blocco tuttora senza alternative. È un blocco che ha difficoltà a governare, perché l\'Italia è un Paese di parrucconi e perché il presidente del consiglio istituzionalmente conta molto poco. Ma è un blocco che non si può aggirare. Non c\'è neanche la parvenza di una maggioranza alternativa. Né di un possibile governo di transizione».
Ma se oggi il governo andasse sotto?
«Lo dico come paradosso: se oggi Berlusconi perdesse la fiducia per uno o due voti sarebbe come se la prendesse per uno o due voti. Il Parlamento resterebbe diviso».
Non pensa che in caso di sfiducia sarebbe possibile il ribaltone?
«No. Per il ribaltone ci vorrebbe, invece che un Napolitano, uno Scalfaro: cioè un presidente congiurato».
Un governo Tremonti? O Letta?
«Tecnicamente sarebbe possibile, se Berlusconi perdesse per pochi voti. Un esecutivo del genere placherebbe la furia di tutti coloro che sentono l\'angoscia di avere a palazzo Chigi un leader popolare e populista. Ma Bossi ha già detto che Tremonti non è così fesso. E anche Letta, per come lo conosco, non credo accetterebbe».
E allora?
«E allora niente, oggi non succederà niente. L\'unica cosa certa è che Berlusconi si è indebolito. Ma non esiste un\'alternativa a lui».
Fini?
«Si è messo nei guai, è a un passo dall\'apparire il leader un po\' vago di uno schieramento che non si capisce bene che cosa sia».
Eppure lei era stato uno dei primi ad apprezzare la sua «svolta», più di un anno fa...
«Per me ci sono due Fini. Il primo è quello che dopo essere stato costretto a diventare il cofondatore del Pdl, restando così espropriato del proprio esercito, ha pensato: va bene, adesso mi gioco una carta solitaria. Con il Secolo d\'Italia, con la fondazione eccetera cerco di prospettare una destra post-berlusconiana, senza tuttavia arrivare allo scontro frontale.
Io non condividevo molte sue idee, ad esempio su immigrazione clandestina e bioteca: ma apprezzavo quel suo tentativo di costruire una cosa nuova. E ho pensato che Berlusconi avrebbe dovuto cavalcare quell\'onda: avrebbe dato l\'idea di un grande partito con all\'interno punti di vista diversi».
E il secondo Fini?
«Ha fatto anche un uso improprio della presidenza della Camera».
2 - CACCIARI: \"L\'IMPASSE È COLPA DEL PD DOVEVA AIUTARE FINI\"...
Marco Alfieri per \"La Stampa\"
«Purtroppo l\'alternativa politica a Berlusconi al momento non c\'è. C\'è solo un\'ammucchiata che vorrebbe buttarlo giù da palazzo Chigi. E la colpa è del Pd che ha tradito la sua missione riformatrice, incapace di dare sponda ai vagiti terzopolisti...». Massimo Cacciari, alla vigilia della conta in Parlamento, torna ad accusare l\'insipienza democratica. E\' un suo rovello classico ma questa volta il fallimento brucia ancor di più perché finalmente c\'era partita. Per l\'ex sindaco di Venezia «la novità degli ultimi mesi è la grande fronda di Gianfranco Fini che ha portato alla fine del Pdl e del bipolarismo all\'italiana. Ma è altrettanto evidente che per la formazione di un blocco innovativo e riformatore al centro dello schieramento, sono mancati i tempi. Probabilmente lo stesso Fini pensava che la crisi non precipitasse subito».
Fini - BerlusconiCosì il premier può sbandierare l\'unica carta che gli è rimasta. Altro che Germania e la sfiducia costruttiva. Siete solo un\'accozzaglia di partiti che vuol farmi fuori. E\' l\'unico punto che vi unisce...
«La cosa sta in questi termini. Giustamente dal loro punto di vista sia Fini che Casini escludono la possibilità di un\'alleanza di governo con il Pd. Al limite immaginano un governo tecnico per fare la riforma elettorale. Ma è un\'altra cosa».
Quindi...
«Quindi siamo allo stallo. Da un lato Berlusconi è decotto, insieme al bipolarismo muscolare per come l\'abbiamo conosciuto in Italia; dall\'altro la mancanza di una vera alternativa lo fa sopravvivere».
Di chi sono le responsabilità dell\'impasse?
«Fini ha avuto il coraggio di uscire dalla palude e gettare il cuore oltre l\'ostacolo. Casini lo aveva già fatto 2 anni fa. Rutelli è stato l\'unico leader Pd a criticare l\'aborto democratico, uscendo dal partito. Ma loro 3 da soli non bastano, tanto più che il Terzo polo è ancora una prospettiva senza un vero programma».
Dunque la mancanza di alternativa a Berlusconi è senza colpevoli?
«Macché. La responsabilità immensa è tutta del Pd. Un partito nato male, o forse mai nato. Dopo la caduta del governo Prodi c\'erano tutte le possibilità per lavorare ad un\'alternativa forte al berlusconismo usurato. Avevamo cinque anni davanti, ma è mancata completamente la classe dirigente, la strategia, la cultura politica e un agenda nuova per il paese».
E\' impietoso, professore...
«Il più grande partito di opposizione, nel bel mezzo della deflagrazione del centrodestra, è rimasto ai margini della partita, senza mai incidere. Paradossale. Ovvio che al momento della fiducia Berlusconi ha buon gioco a dirti: volete solo buttarmi giù...»
In cosa è mancata questa visione strategica?
«Non si è sfondato nel ventre molle berlusconiano, tra quei ceti moderati delusi dalle promesse al vento del Cavaliere. O fai manovre, anche spregiudicate, per guadagnare consensi al centro o dove vuoi andare?»
Sta parlando di Milano, vero?
«Certo. Gabriele Albertini poteva essere convinto a scendere in campo. Avrebbe dato cemento al Terzo polo e sarebbe stata una botta tremenda al berlusconismo nella sua capitale. Invece il Pd non ha voluto fare sponda all\'ex sindaco, è rimasto immobile nel suo brodo, facendo primarie tra 3 candidati di sinistra. Ma se non sfrutti le condizioni di favore che ti si aprono a Milano, mica a Reggio Emilia, che razza di alternativa vuoi costruire? E potrei continuare...».
Ad esempio?
«Ad esempio il Pd non ha mai saputo scalfire l\'egemonia forza-leghista al nord, maturando un vero autonomismo e una capacità di relazione con gli attori del capitalismo diffuso. Così come non ha mai costruito una relazione strategica con l\'Udc. Forse aspettava cadesse nelle sue braccia per semplice antiberlusconismo. Allora non conoscono Casini. Dopodiché mi auguro che il premier collassi ma per senso di verità devo ammettere che al momento non vedo alternative...».
Nemmeno se uscisse un nome nuovo a rilanciare il Terzo polo? Si parla ciclicamente di Luca di Montezemolo...
«Che volete, restiamo in attesa. Il sottoscritto insieme ad altri amici lancia, stimola, propone. Come per Albertini del resto. Già questi signori non sono dei cuor di leone, se poi non trovano nemmeno puntelli concreti nel Pd...».
Non sembra ottimista, Cacciari?
«Se oggi Berlusconi vince è chiaro che sarebbe la sconfitta di tutti quelli che hanno presentato mozioni di sfiducia. Ci sarebbero probabilmente pattuglie di incerti che tornerebbero all\'ovile. A quel punto il mare si richiude, avremmo perso una grandissima occasione».