Andrea Scarpa per \"Vanity Fair\"
Davide MengacciA vederlo in Tv, sempre così impeccabile e misurato, anche se con lo sguardo furbetto, non si direbbe. Ma Davide Mengacci è un corsaro, un anarchico e uno spericolato.
L\'abbiamo incontrato alla vigilia dell\'ultima puntata del suo programma itinerante, Cuochi senza frontiere, in onda il sabato, su Retequattro, alle 11.40. Milanese, 60 anni e tre figli da tre mogli diverse, è arrivato all\'appuntamento - ovviamente in un buon ristorante della sua città - con «l\'auto del cane». L\'ha chiamata così.
L\'auto del cane?
«Sì. È una vecchia Panda station wagon bianca, quella che usavano i postini, che guido esclusivamente quando il mio Hogan è con me (stavolta, però, l\'ha lasciato a casa, ndr). Dietro c\'è un grande spazio per lui, lungo le fiancate ho fatto disegnare un filo verde che tratteggia il suo profilo, e gli unici due posti a sedere li ho fatti rivestire in pelle verde su modello classico Rolls-Royce, una delle 73 auto che ho avuto (assieme a 15 barche). La velocità è una delle mie passioni».
Mai andato a sbattere?
«Una volta sola, dieci anni fa. Guidavo una Jaguar KJ coupé, l\'ultima di undici (ha avuto anche sedici Porsche, ndr), e sul viadotto Impero, fra Imperia e Sanremo, mi sono schiantato su un pilone che, per fortuna, ha retto. Altrimenti quella notte avrei fatto un salto di cento metri. Andavo solo a 150 kmh, però l\'auto l\'ho dovuta buttare. Sono stato fortunato, ma le confesso di non averla presa tanto bene».
E come l\'ha presa quando nel 2006 ha saputo che Mara Carfagna, dal 1998 al 2002 al suo fianco su Retequattro nella Domenica del villaggio, sarebbe scesa in politica con Berlusconi?
«Sono rimasto a bocca aperta. Per quattro anni ci siamo visti e frequentati per tre giorni a settimana e non l\'ho mai sentita parlare di politica una sola volta. Mai. Nemmeno a livello di \"Piove, governo ladro\". Ma non vuol dire granché: non la vedo e non la sento da cinque anni, e tutto può esserle accaduto».
Avete litigato?
«Mai. I nostri rapporti sono sempre stati buoni, siamo anche andati a cena con mia moglie e con quello che allora era il suo fidanzato, Marco Carboni (imprenditore coinvolto in Vallettopoli, è stato legato all\'attuale ministro delle Pari Opportunità per tre anni, ndr). Sembrava che si dovessero sposare, ho saputo che si sono lasciati».
Che ricordo ha del ministro?
«Buono. Mara è una ragazza intelligente, svelta a imparare e particolarmente attenta alle relazioni interpersonali. Molto diplomatica. E soprattutto diligente. Ecco, questo è sicuramente l\'aspetto del suo carattere che mi è rimasto più impresso. Faceva sempre quello che doveva fare senza tentennamenti. Se le davi appuntamento alle sette del mattino, alle sette era lì: puntuale e sorridente. Se le dicevi di vestirsi da olandesina, la trovavi con l\'abito pronto addosso. Una macchina».
L\'ha voluta lei al suo fianco?
«No. È stata scelta da Mediaset. Di solito un conduttore può dare il suo gradimento, ma scelte di questo tipo le fa qualcun altro».
Che cosa pensa del suo operato politico?
«Mi dà l\'idea di essere una persona che sta imparando. Credo che, rispetto a quando lavorava con me, abbia già fatto esperienze incredibili. Riguardo alle polemiche sulle presunte intercettazioni \"spinte\", secondo me non doveva querelare Sabina Guzzanti. Al suo posto avrei lasciato correre, anche se, onestamente, non mi sono mai trovato in una situazione come la sua: mai nessuno mi ha insultato così. Comunque Mara è una bella donna, e con uno come Berlusconi, che in ogni circostanza ci tiene a far sapere che apprezza il gentil sesso, le chiacchiere erano inevitabili».
Lei è sempre stato berlusconiano?
«Non lo sono mai stato: sono intimamente anarchico. Non sopporto le imposizioni, le regole ferree e il potere. E non ho mai votato in vita mia, neanche per il mio amico Craxi. Politicamente Berlusconi a volte mi piace, altre no. Di sicuro ho sempre apprezzato le capacità imprenditoriali e televisive del Cavaliere. In questo è un maestro. Quando nel \'90 vide la puntata zero del mio Scene da un matrimonio, mi fece chiamare e, senza neanche farmi sedere, nel suo studio, mi disse: \"Non è male, ma il matrimonio in Italia è una cosa seria e lei non può prenderlo in giro\". Da allora diventai meno spocchioso e cercai di capire che cosa vuol dire essere nazionalpopolare. Penso di esserci riuscito, sempre a modo mio, ovviamente».
Mai successo che un matrimonio saltasse all\'ultimo momento?
«Una volta. La promessa sposa scappò con il nostro organizzatore di produzione...».
Lei ha rifatto per primo, dopo Nanni Loy, le candid camera, ed è stato precursore, con Perdonami, di show come C\'è posta per te, Stranamore e Carramba: a sessant\'anni si aspettava qualcosa di più?
«Sono contento di quello che ho: sono un capitano di ventura».
Che cosa vuol dire?
«Mediaset era ed è una grande azienda che dà spazio a tutti, l\'importante è ottenere risultati. Con una metafora medievale potrei dirle che oggi è un mondo con un imperatore, Fedele Confalonieri, e un condottiero, Piersilvio. Al suo interno ci sono i feudi di Antonio Ricci, la Gialappa\'s e Maria De Filippi, che una volta poteva contare anche sul marito, Maurizio Costanzo. Poi vassalli, valvassori e valvassini, e gente come me, che combatte da sola con un manipolo di fedelissimi».
È difficile sopravvivere?
«No. Io non sono un artista, ma un professionista: l\'azienda mi dice di sollevare una fascia oraria? Vado, \"conquisto\" e torno con il bottino. Pronto a ripartire per nuovi mari. Siccome lavorare in studio mi annoia, l\'unica cosa che chiedo è andare in giro per l\'Italia».
Le hanno mai offerto di partecipare a un reality show?
«Tante volte, ma ho sempre detto di no: mi annoiano a morte. E se non si diverte chi la Tv la fa, perché dovrebbero divertirsi quelli che la guardano a casa?».
Il sogno?
«Andare avanti per altri dieci anni. Ma cercando di essere sempre lucidi e capire il mondo che cambia, non come ha fatto il povero Baudo. Il suo Serata d\'onore su Raiuno è fatto bene, ma Pippo non si è reso conto che il pubblico per prodotti come quello vede già da anni i canali tematici satellitari. E il sabato sera va al cinema o a cena fuori».