Durissime critiche all\'operato della procura milanese vengono espresse da monsignor Luigi Negri, vescovo di san Marino-Montefeltro e una delle più autorevoli voci della Cei, in una intervista al settimanale Tempi, in edicola a partire da giovedì 24 febbraio.
VESCOVO LUIGI NEGRIRichiesto di esprimere quale sia lo stato d\'animo di un pastore della Chiesa davanti al conflitto politico-giudiziario che si è aperto con l\'incriminazione del Presidente del Consiglio per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile, il presule risponde con un esplicito affondo sulla magistratura italiana:
Ilda Boccassini dal Corriere« Il rispetto per la giustizia mi chiede di sospendere il giudizio, ma rimane l\'evidenza di un conflitto tra poteri che non fanno più quello che dovrebbero: servire il bene comune. Dall\'altra parte mi sembra che in questa guerra tra politica e magistratura, la seconda abbia già vinto. È lei ormai a fissare le regole senza avere alcun punto di riferimento o argine nell\'apparato statale. Il potere giudiziario italiano è una realtà indipendente e sovrana che non risponde a nessuno dei suoi atti. Non si era mai vista una magistratura muoversi con la prepotenza con cui lo sta facendo oggi nel nostro paese».
boccassini-berlusconi-brutiSecondo monsignor Negri «La moralità dei politici va giudicata dall\'impegno nel perseguimento del bene comune che consiste nel benessere del popolo e nella libertà della Chiesa. Diversa è la moralità privata che giudicherà Dio e nel caso questa si macchi di un reato non toccherà né a noi vescovi né a noi cittadini giudicare. Il giudizio è della legge: purtroppo mi pare che per ora ci sia solo la presunzione del reato per cui Berlusconi è inquisito, ma sembra che ancora prima del processo la magistratura abbia scritto la sentenza della colpevolezza».
Bocassini Berlusconi RubyQuanto agli episodi di indignazione emersi in ambienti del mondo cattolico e anche tra esponenti in vista della chiesa italiana, Negri replica secco che «L\'indignazione non è un atteggiamento cattolico. Tutti gli uomini di buona volontà, che sono più di quelli che sembra al di là di ogni schieramento partitico, devono guardare e portare la situazione con sofferenza, non con indignazione. Sofferenza per un confronto intriso di un odio che si sta diffondendo nella vita del nostro paese, devastando i cuori e le coscienze dei giovani che crescono pensando che il disprezzo sia il modo normale di agire e di vivere i rapporti. Agli ecclesiastici, invece, direi di aprire di più il cuore e le coscienze: perché non si indignano davanti alla persecuzione dei cristiani? Perché non esprimono sofferenza per la devastazione della famiglia? Perché non levano la voce davanti a leggi contrarie alla vita dal suo concepimento fino alla morte? Noi, che dovremmo essere testimoni della speranza, che viene dall\'amicizia con Cristo, spesso ci riduciamo a essere parte del gioco del potere che poi, alla fine, è comandato da altri».