a chi i negri? - la commissaria Ue all’Immigrazione sputtana la francia sarkofaga: \"Le autorità francesi non possono rispedire i migranti in Italia\" - I controlli ossessivi della Gendarmerie al posto di confine con l’italia violano gli accordi di Schengen sulla libera circolazione - La commissaria svedese ribadisce che \"l’Italia ha i fondi sufficienti per l’emergenza, non li ha spesi tutti e dunque non ne ha chiesti altri\"....

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Marco Zatterin per La Stampa

I controlli ossessivi della «Gendarmerie» al posto di confine di Mentone, come a quelli di Briançon e Modane, cominciano a irritare anche l\'Europa. «Le autorità francesi non possono rispedire i migranti in Italia», assicura Cecilia Malmström, la commissaria Ue all\'Immigrazione.

Non hanno titolo di farlo se l\'arresto dei clandestini è frutto d\'una sistematica vigilanza di frontiera come quella a cui si assiste in queste ore, perché si violano gli accordi di Schengen sulla libera circolazione. Altra cosa è se il respingimento segue degli interventi a campione decisi per «una grave minaccia all\'ordine pubblico». Anche qui, però, la svedese «non vede il caso».

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Di ritorno da Tunisi, dove è andata a tessere le fila d\'un dialogo costruttivo con le nuove autorità in materia di immigrazioni, la Malmström si presenta in sala stampa a Bruxelles e lancia un altro sasso nello stagno che già ribolle. Un giornalista chiede se la Francia può respingere i migranti.

Lei fa una pausa, cerca conforto fra gli esperti seduti in prima fila, poi risponde un «no, non può» che rappresenta a ogni effetto una importante mezza verità che carica un clima già teso fra Parigi e Roma. I tunisini sbarcano a Lampedusa, si danno alla macchia, vengono fermati un passo fuori dal Bel paese e cacciati senza complimenti. Il problema è che i gendarmi li aspettano ventiquattro ore su ventiquattro. Ai sensi di Schengen, è un comportamento non ammissibile.

Gli accordi europei consentono di controllare i cittadini sono su base casuale o in speciali circostanze di sicurezza. A queste condizioni, i tunisini o chi per loro, possono essere fermati e restituiti all\'Italia sulla base di un trattato bilaterale in cui, fra l\'altro, si precisa che il fermo deve essere avvenuto entro una fascia di 30 chilometri dal confine. Parigi ne sta profittando in modo estensivo. Anche se ieri pomeriggio, fonti diplomatiche dell\'Esagono assicuravano che «i controlli non sono sistematici» e «si svolgono nell\'ambito della lotta alla criminalità».

berlusconiberlusconi lampedusa GG ProtestaProtesta - nel campo sono stati sgombrati 278 immigrati

Dal quadro disegnato nelle istituzioni comunitarie, il bisticcio italofrancese appare essere frutto di un reciproco tentativo di aggirare le regole. Nel nostro governo c\'è chi spera di risolvere almeno in parte l\'emergenza migranti lasciandone sfilar via qualcuno senza fare troppo per fermarlo e, allo stesso tempo, tende a dimenticare il patto siglato con la Francia. Dove, per ragioni di politica interna, si cerca di vendere come casuale il grande numero di pattuglie che presidia le frontiere. «Spero in una soluzione bilaterale - ha commentato la Malmström -. Se ci sarà davvero un problema di sicurezza più ampio ci si dovrà rivolgere alla Commissione. Ma finora nessuno lo ha fatto».

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La commissaria svedese è ottimista sulla possibilità di venire a patti con la Tunisia. Nega allo stesso tempo che ci siano la possibilità di attivare la clausola della «protezione temporanea» che creerebbe un meccanismo di redistribuzione continentale dei profughi («i numeri sono bassi», stima).

Infine, ribadisce che «l\'Italia ha i fondi sufficienti per l\'emergenza, non li ha spesi tutti e dunque non ne ha chiesti altri». A Bruxelles, gli esperti fanno i conteggi. Per il 2011 ci restano da utilizzare 75-80 milioni stanziati dall\'Ue sotto voci differenti.

Col cofinanziamento nazionale si sale a circa 125 per dodici mesi. «L\'Italia ha speso bene, i residui sono limitati», spiega una fonte. Vuol dire che le casse nazionali hanno per ora abbastanza denari per amministrare il quotidiano. E che le lamentele sull\'Ue che non aiuta, e sui i denari che non ci sono, sembrano più pretestuose che altro.

 

 

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