E IL BANANA RESTÒ SOLO - IL CASO DEL LASSATIVO LASSINI FA SCOPRIRE AL CAVALIER POMPETTA L’AMARA VERITÀ: OLTRE UN CERTO LIMITE, ANCHE NELLA GUERRA AI GIUDICI, SOLO LA SANTADECHÉ È DISPOSTA A SEGUIRLO - MOLLATO DALLA MORATTI, PERSINO DA SCHIFANI E (COSE MAI VISTE!) DA CICCHITTO, IL POVERO SILVIO È DEPRESSO E SI SENTE ISOLATO E TRADITO: “STO MALISSIMO, MI FANNO INTORNO TERRA BRUCIATA” - IL PDL ORMAI È UN PARTITO MACCHIETTA E I RESPONSABILI PRESSANO PER LE POLTRONE - PERFINO PIONATI, CHE PER IL CAPO SI TAGLIEREBBE UN DITO, ALLARGA LE BRACCIA: “SOLO CHI RICATTA RIESCE A TROVARE ASCOLTO. AVANTI COSÌ NON PUÒ DURARE”…

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Ugo Magri per \"La Stampa\"

silviosilvio berlusconi profilo bianco nero

Sto malissimo...». Con l\'umore a terra. La voce che è un lamento. A metà mattina il Cavaliere viene informato: «Tra poco la Moratti annuncerà che o lei o Lassini», autore dei manifesti anti-giudici. E Silvio, al telefono con un amico di quelli veri, si lascia andare: «Ecco, vedi? Mi fanno intorno terra bruciata», napalm sui pretoriani più coraggiosi.

Da Napolitano, però, in fondo se l\'aspettava. Molto più dispiacere gli fanno quanti, nel Pdl, sono corsi dietro all\'uomo del Colle. Facendo propria l\'indignazione presidenziale. La Moratti in primo luogo. Che bisogno c\'era di mettere l\'aut aut? Quando più tardi si sono sentiti al telefono, Berlusconi è stato elusivo perché Letizia ha le sue convinzioni di donna e di sindaco, inutile recriminare. Ma Schifani, presidente del Senato: perché venire perfino lui allo scoperto? Addirittura commettendo, agli occhi del Capo, il sacrilegio di dare solidarietà ai vertici del sindacato magistrati, molto apprezzata da Palamara.

LassiniLassini

Lunga è la lista di quanti nel Pdl hanno bastonato Lassini (da Cicchitto, che pure sull\'uso politico della giustizia ha scritto libri, a Rotondi); pochi (la Santanché, Mantovani) hanno osato difendere la causa persa. Ed è qui la radice del malessere berlusconiano, del suo sentirsi il morale sotto i tacchi: per la prima volta Silvio ha scoperto l\'esistenza di un limite, di un confine invisibile oltre il quale neppure il grosso dei suoi pare disposto a seguirlo.

Il «caso Lassini» è importante perché fissa le Colonne d\'Ercole nella guerra ai giudici, varcate le quali il Cavaliere resterebbe da solo. Gli stessi generali pronti a battersi per far passare entro l\'estate alla Camera la riforma Alfano (una «mission impossible»), rifiutano di assecondare in futuro certe mattane del leader e di chi lo sobilla.

VIAVIA LE BR DALLE PROCURE

Berlusconi capisce che qualcosa non quadra. Avverte una presa di distanze, coglie il gelo dei fedelissimi. Non teme il golpe interno perché mai nessuno di questi ci proverebbe. Tuttavia guarda sospettoso il proliferare di cene e di incontri correntizi nel partito che un tempo era il suo, ora assai meno. Un po\' lo fa sorridere e un po\' impazzire l\'idea che questi personaggi (lui li considera cloni, risplendenti di luce riflessa) possano sperare di vivere una vita autonoma senza di lui, riunendosi, accordandosi, riposizionandosi per il «dopo».

santanchesantanche

Coi promotori di queste cene Berlusconi è furioso, specie se si tratta di ministri. Si racconta di un «liscia-e-bussa» alla Gelmini per avere scatenato il correntismo allorché lei e Frattini fondarono LiberaMente. Altri negano la lavata di capo a Mariastella, però confermano che il premier ce l\'ha a morte con i «banchettanti» (così li definisce), con quanti «si vedono a cena per litigare l\'uno con l\'altro»; e peggio ancora se si incontrano per stipulare una moratoria delle liti, proponendosi come gruppo dirigente unito, capace in prospettiva di sopravvivere a Lui: «dove credono di andare?».

NAPOLITANONAPOLITANO

Bondi, ventriloquo del Capo, boccia i timidi conati di democrazia interna, esalta in sua vece il metodo della cooptazione quando a esercitarlo, assicura, è «un leader illuminato». Bonaiuti, il portavoce, prova a metterla in positivo: «Basta stare a tavola nelle cene, ora il momento di battersi per prendere voti». Piacciono al Cavaliere i tipi come la Brambilla, che gli organizzano circoli di nuova specie, a metà strada tra sezioni di partito e Caf, dove si erogano servizi ai cittadini insieme con i «santini» di propaganda, e non costano una lira alle sue tasche perché pagano i Comuni, paga l\'Erario.

SINDACOSINDACO LETIZIA MORATTI

Raccontano dalle sue parti che stia preparando una macchina da guerra prodigiosa, una campagna in grande stile per vincere le Politiche casomai si dovesse votare in autunno: ipotesi che Berlusconi non desidera, anzi teme, però non si sente di escludere del tutto dal momento che tra giugno e luglio il clima parlamentare si farà torrido, tra leggine ad personam e scontri col Quirinale può succedere la qualunque. Pure che la maggioranza perda i pezzi faticosamente messi insieme dal fido Verdini.

CICCHITTOCICCHITTO

I Responsabili sono stufi di farsi prendere per il naso. Mesi di gogna politica e mediatica, dipinti come quelli che hanno saltato il fosso per bassi motivi, sottogoverno e poltrone. Sempre più numerosi ma anche impazienti perché il caro Silvio due mesi fa disse: «Tra dieci giorni faccio il rimpasto, tutti i posti disponibili toccheranno a voi». Un mese dopo nuovo incontro, solita promessa, «praticamente ci siamo, la mia moralità è essere di parola». Invece nulla. O meglio: ministero a Romano, che minacciava di andarsene. Strapuntino da sottosegretario a un uomo di Storace (Musumeci) perché la Destra fa troppo comodo alle Amministrative. E gli altri a bocca asciutta. Perfino Pionati, che per Berlusconi si taglierebbe un dito, allarga le braccia: «Solo chi ricatta riesce a trovare ascolto. Avanti così non può durare».

 

 

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