Laura Cesaretti per Il Velino.it
La rinuncia di Sergio Chiamparino alla gara per la segreteria del Pd è anche la dimostrazione di quanto sia lontano, e per ora velleitario, lo stesso progetto di partito-amalgama, che avrebbe dovuto fondere diverse culture progressiste, a cominciare da quella post-Pci e da quella post-sinistra Dc.
PIERO FASSINO - Copyright PizziPerché, in realtà, quella che era apparsa subito a molti come un'opzione forte e innovativa (certo, Chiamparino ha 61 anni, e viene da una lunga militanza nel principale partito della sinistra, ma era percepito come una novità da larghissimi strati del Pd e del suo elettorato perché da sempre estraneo ai giochi del "patto di sindacato" che lo governa da lustri) è stata sacrificata sull'altare dell'alleanza con gli ex Ppi.
Nel Pd tutti proclamano che le vecchie appartenenze sono superate, ma in realtà sono assolutamente vive e intatte, e al dunque sono loro che valgono. Dario Franceschini è il candidato sostenuto da Veltroni, Fassino, Cofferati e altri post-Ds proprio in quanto ex popolare. È stato il garante, durante la segreteria Veltroni, di un patto con gli ex Ppi che tagliava fuori D'Alema, storico interlocutore di Marini, e assicurava una maggioranza al leader rendendolo autonomo dalla ingombrante tutela dalemiana.
franceschini - chi -E nella partita congressuale che si sta aprendo Franceschini rappresenta la permanenza di quell'asse. Se un Ds come Fassino si è schierato con lui è proprio perché un segretario ex Ppi che riuscisse a sconfiggere il fronte dalemiano gli garantirebbe uno spazio politico e dei ruoli di dirigenza ben maggiori di quello che potrebbe trovare nel fronte dalemian-bersaniano. La candidatura di Chiamparino avrebbe inevitabilmente rotto più quel fronte che quello raccolto attorno a Bersani: una parte dei veltroniani,la maggioranza dei fassiniani, Bettini, quasi tutti i "giovani" promossi nella stagione veltroniana si sarebbero schierati con lui.
Sergio ChiamparinoL'entrata in campo di Chiamparino avrebbe comportato l'uscita di scena di Franceschini: lo stesso segretario lo ha detto esplicitamente a molti interlocutori, e probabilmente allo stesso sindaco di Torino. Ma quell'uscita di scena avrebbe comportato conseguenze pesanti: di fronte alla trasformazione del congresso in un match tra due ex ds e la bocciatura preventiva di un candidato cattolico, gli ex Ppi si sarebbero sentiti traditi, e legittimati a ritirarsi sull'Aventino o a cambiare schieramento.
Walter Veltroni e Massimo D'AlemaE questo è stato lo scenario prospettato a Chiamparino, che ancora ieri mattina dava quasi per certa la propria candidatura, da Veltroni, Fassino e altri interlocutori di quel fronte. Gli ex Ppi facevano sapere che, se si toglieva di mezzo il loro candidato,avrebbero scelto la strada più fruttuosa per la loro componente: un'alleanza dell'ultimo minuto con Bersani (e D'Alema), per farlo vincere e governare insieme il partito e la futura politica delle alleanze. Una minaccia così realistica che deve aver convinto Chiamparino, già sull'orlo ufficiale del sì, a dire no. E gli ex Ppi hanno vinto la battaglia. Anche se vincere la guerra resta un altro paio di maniche.