LA HISTORIA BUFFA DI TRECCANI, UN TOPO E UN BISCIONE LIBERTINO RESPINTO DAL PAPA - LE RICHIESTE DEL VATICANO PER RICEVERE L’IMPRESENTABILE PAPI DI PALAZZO GRAZIOLI - MODIFICA ARTICOLO 1 E REVISIONE DELL'ART. 33 DELLA COSTITUZIONE (SCUOLA DEI PRETI) - IL CATTO PERA ALLA TRECCANI (FUORI AMATO) E STAMPA DELLA “STORIA DELLA CRISTIANITÀ” -

Condividi questo articolo


1 - TRAPPOLA PER UN TOPO
Riceviamo e pubblichiamo:

I baristi di piazza Argentina si scambiano opinioni su quanto ascoltano che sta avvenendo alla Treccani. Dai discorsi sussurrati nei bar della piazza sembra che sia già scattata la
trappola preparata per il topo Giuliano Amato, recentemente nominato presidente della Treccani.

Fabrizio Cicchitto e Giuliano Amato - Copyright PizziFabrizio Cicchitto e Giuliano Amato - Copyright Pizzi

Subito dopo l'insediamento Amato aveva avuto dall'amministratore delegato dell'istituto, il mitico Franco Tatò un'informativa molto tranquillizzante sulla situazione economica dell'azienda; il Presidente l'aveva fatta propria e aveva informato in merito i dipendenti e il
sindacato.

MARCO PANNELLA GIULIANO AMATO E GIANNI LETTA - Copyright PizziMARCO PANNELLA GIULIANO AMATO E GIANNI LETTA - Copyright Pizzi

Ma passano pochi mesi e Tatò, approfittando della situazione generale di crisi dell'editoria, chiede la mobilità (accompagnamento alla pensione) fino a 7 anni per i dipendenti, su
base volontaria; Tatò vuole almeno 60 dipendenti (su circa 180) fuori dall'azienda; i sindacati stanno con l'azienda.

Amato non se la sente di smentire l'amministratore delegato e cade nella trappola; mette
all'ordine del giorno, nel consiglio di amministrazione, la mobilità per i dipendenti.

FRANCO TATO E SONIA RAULE - Copyright PizziFRANCO TATO E SONIA RAULE - Copyright Pizzi Giuliano AmatoGiuliano Amato

Nel consiglio c'è qualcuno che si domanda come l'istituto Treccani possa sopportare i costi altissimi legati all'A.D. senza che questi porti nemmeno un piano per il futuro dell'azienda:
l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana è in crisi, ma i costi della crisi ricadono esclusivamente su coloro che fanno effettivamente le opere e per il futuro non ci sono opere nè piani, anzi vengono smantellate le redazioni, cioè il motivo di esistere della Treccani.

Il lavoro dell'A.D. sembra essere stato solo quello di vendere il patrimonio aziendale (gli immobili) per finanziare la spesa corrente. Ma nel consiglio di amministrazione c'è qualcuno potente che appoggia Tatò, tanto potente che nessuno ha il coraggio di chiedere maggiori chiarimenti e ingaggiare una battaglia destinata alla sconfitta..

Perchè dietro a tutto un piano c'è, ma così subdolo e incredibile che i baristi di piazza Argentina faticano a prestare fede a quello che ascoltano.

Sentono sussurrare che il piano segreto è stato architettato in Vaticano, che non ha mai digerito la bocciatura del suo candidato alla presidenza dell'Istituto della Enciclopedia Italiana, Pera, a cui era stato affidato il compito di portare la Treccani al rispetto della
più stretta ortodossia cattolica.

Marcella PeraMarcella Pera

Le difficoltà di presentabilità di Berlusconi, pronto a qualunque cosa pur di essere ricevuto dal Papa, hanno reso possibile disegnare lo scenario per la vendetta, e non solo, del Vaticano.

In sintesi il piano ascoltato dai baristi di piazza Argentina è il seguente:
1 - Giuliano Amato si trova costretto a rassegnare le dimissioni, in quanto non è ammissibile che un presidente definisca buona la situazione dell'Istituto che presiede e dopo un mese chieda la mobilità per un terzo dei dipendenti, senza toccare A.D. e
dirigenti che qualche responsabilità dovranno pure averla e senza piani credibili per il futuro.

2 - Il Papa riceve in udienza privata Berlusconi, sorvolando completamente sull'eticità e moralità dei suoi comportamenti pubblici e privati. In cambio ottiene l'approvazione rapida della proposta di legge costituzionale n. 2457 (d'iniziativa dei deputati Alessandra Mussolini, Antonio Pepe, Renato Farina, Manuela di Centa) per la modifica all'articolo 1 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle radici cristiane della civiltà italiana e della proposta di legge costituzionale n. 620 (d'iniziativa dei deputati Caparini, Alessandri, Allasia, Bitonci, Callegari, Consiglio, Cota, Guido Dussin, Fava, Forcolin,B Gidoni, grimoldi, Lanzarin, Laura Molteni, Montagnoli, Munerato, Negro, Pastore, Pini, Polledri, Reguzzoni, Vanalli) inerente la revisione dell'articolo 33 della Costituzione al fine di eliminare, al terzo comma, l'inciso « senza oneri per lo Stato », quanto alla facoltà` di enti e privati di istituire scuole e istituti di educazione.

3 - Nomina di Pera alla presidenza della Treccani, che a sua volta nominerebbe subito, come responsabile editoriale, il direttore dell'Osservatore Romano; i problemi economici per l'Istituto subito eliminati, per far rifulgere il lavoro di Pera, mediante le misure seguenti

- Distribuzione onerosa dell'esistente opera Treccani "Storia di Milano" tramite allegato al maggiore quotidiano del nord per eliminare preventivamente l'opposizione eventuale e prevedibile della Lega di Bossi

- Inizio di una nuova grandiosa opera Treccani "Storia della Cristianità"; le spese sono coperte dello Stato con i fondi per la ricerca; vengono ovviamente e parimenti ridotti gli stanziamenti per la ricerca fisica, tecnologica e biologica

- Stampa in un milione di copie dell'opera già esistente (e invenduta) "Storia dei Papi" Le spese sono coperte come nel caso precedente e l'opera data in omaggio a tutte le famiglie italiane per la promozione spirituale.

Templare

2 - PAPIGATE PER BERLUSCONI - Da l'Unità
l no del Vaticano all'udienza di Berlusconi dal Papa ha molto allarmato la maggioranza. E la spiegazione che ne è stata data a Gianni Letta («Una conseguenza inevitabile del documento della Conferenza episcopale contro il libertinaggio») ha accentuato le preoccupazioni.

Anche perché, hanno chiarito gli interlocutori del Pdl nella Santa Sede, si è trattato di una presa di posizione ufficiale e «non episodica».

L'espressione del viso di Giuseppe Pisanu mentre mercoledì sera ne parlava con Rocco Buttiglione, era una perfetta sintesi dei timori. Timori, d'altra parte, condivisi anche dell'area che si richiama a Gianfranco Fini, un leader laico che però ha tra i suoi fedelissimi - il ministro Ronchi, per fare un solo nome - personalità molto apprezzate dalle gerarchie ecclesiastiche.

LETTA BACIAMANO A MADDALENA - copyright PizziLETTA BACIAMANO A MADDALENA - copyright Pizzi

«Dobbiamo renderci conto -commentava un deputato molto vicino al presidente della Camera - che in alcune parrocchie le foto di Berlusconi hanno scatenato una rivolta». Già, perché la presa di posizione della Cei è stata il punto di arrivo d iun moto di indignazione
della base. Le gerarchie vaticane della realpolitik non hanno potuto ignorarlo.

Mercoledì il Papa in persona è tornato sul tema sottolineando che in politica «occorrono uomini retti». A Palazzo Chigi non disperano di poter essere riammessi in Vaticano a settembre, dopo il casto agosto programmato dal Cavaliere: un po' a L'Aquila, un po' in famiglia e un po' ad Arcore, da dove però sembra raggiunga spesso la Francia e Montecarlo.

Berlusconi fotografato il 31 maggio 2009 davanti all'ingresso dell'hotel Palace di Bari, alle sue spalle Patrizia D'AddarioBerlusconi fotografato il 31 maggio 2009 davanti all'ingresso dell'hotel Palace di Bari, alle sue spalle Patrizia D'Addario

Letta ce la sta mettendo tutta. Lo di dimostra l'improvvisa accelerazione data all'iter
di una normativa cara alla Santa Sede come quella sul testamento biologico. Fini aveva promesso che non se ne sarebbe parlato prima dell'autunno, ma il «papigate» ha imposto un cambio di programma. Lo zelo ha fatto il resto.

E così mercoledì sera, contravvenendo ad ogni prassi, il presidente della commissione Affari sociali Palumbo(Pdl) ha imposto a Domenico Di Virgilio di tenere la relazione introduttiva benché già fossero passate le 21. Qualcuno ha protestato, ma Palumbo è stato irremovibile.

Anche il laico capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, è stato convinto dalla circostanze dell'opportunità di «dare» subito qualcosa alla Chiesa. C'era il timore di una bordata nel bel mezzo del G8.

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...