BOFFO
1 - LA LETTERA DI BOFFO A BAGNASCO: CONTRO DI ME UNA COLOSSALE MONTATURA...
(AGI) - "Nonostante le polemiche, e per l'onesta' intellettuale prima del ministro Maroni e poi dei magistrati di Terni, si e' chiarito che lo scandalo sessuale inizialmente sventagliato contro di me, e propagandato come fosse verita' affermata, era una colossale montatura romanzata e diabolicamente congegnata". E' quanto scrive Dino Boffo nelle sue dimissioni da direttore di Avvenire, presentate oggi al presidente della Cei, Angelo Bagnasco. "Questa risultanza e' cio' che mi da' piu' pace, il resto verra', io non ho alcun dubbio - continua -. E tuttavia le scelte redazionali che da giorni taluno continua accanitamente a perseguire nei vari notiziari dicono a me, uomo di media, che la bufera e' lungi dall'attenuarsi e che la pervicace volonta' del sopraffattore e' di darsi ragione anche contro la ragione".
2 - BAGNASCO, INQUALIFICABILE ATTACCO MEDIATICO...
(AGI) - Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Angelo Bagnasco, ha preso atto, "con rammarico, delle dimissioni irrevocabili del dottor Dino Boffo dalla direzione di Avvenire, TV2000 e RadioInblu. Nel confermargli, personalmente e a nome dell'intero episcopato, profonda gratitudine per l'impegno profuso in molti anni con competenza, rigore e passione, nel compimento di un incarico tanto prezioso per la vita della Chiesa e della societa' italiana, esprime l'inalterata stima per la sua persona, oggetto di un inqualificabile attacco mediatico. Apprezzando l'alta sensibilita' umana ed ecclesiale che lo ha sempre ispirato, gli manifesta vicinanza e sostegno nella prova, certo che il suo servizio alla Chiesa e alla comunita' civile non verra' meno.
3 - IL GIORNALE ESULTA: PRIMA BATTAGLIA VINTA DA FELTRI...
(DIRE) - E 'Il Giornale' esulta. Nel dare la notizia delle dimissioni di Dino Boffo dalla guida del quotidiano della Cei 'Avvenire', il Giornale di Vittorio Feltri usa, nella versione online, toni entusiastici: "Vittorio Feltri vince la sua prima 'battaglia' da quando ha preso le redini del quotidiano di via Negri", si legge nell'articolo sulle dimissioni di Boffo.
4 - BOFFO, L'ASSISTENTE DI VOLO E LA RAGAZZA VIOLENTATA
Diana Alfieri per "Il Giornale"
informativa boffoLui, lei, l'altro. Quest'ultimo, ormai si sa, è il direttore dell'Avvenire. Si sa pure che lei è Anna B., una bella ragazza di Terni, 29 anni, famiglia in vista, colta e devota. Ora Panorama (in edicola oggi) svela anche chi è lui, l'ex fidanzato conteso: un ex «aitante assistente di volo ternano» nato nel 1970, «fisico slanciato, modi delicati, portamento signorile, conoscitore delle lingue straniere, assiduo frequentatore della Lectio divina» che si teneva una domenica al mese nella città umbra. Anche lui ha gettato alle spalle quella vecchia storia, ha cambiato città e lavoro: è single e dirige una filiale di una grande banca in provincia di Modena. «Non ho niente da dichiarare. Ho dei clienti davanti a me», ha detto al settimanale della Mondadori.
vittorio feltri - copyright PizziSi conobbero a fine Anni '90, probabilmente in qualche incontro organizzato dalla diocesi. Lui è di dieci anni più vecchio, lei «bruna e graziosa - dettaglia Panorama -, corpo tornito dall'atletica (a giugno è arrivata nona a una gara podistica), è la rampolla di una delle due famiglie più in vista del mondo cattolico ternano. Il capofamiglia è un uomo minuto e discreto, rappresentante di commercio, presidente parrocchiale dell'Azione cattolica, ma soprattutto presidente della radio diocesana appartenente al circuito InBlu il cui direttore è proprio Boffo. La madre, ex insegnante di liceo, fa parte della consulta nazionale degli organismi socioassistenziali della Caritas ed è impegnata nel Centro italiano femminile, l'associazione delle donne cattoliche. Ha anche scritto una biografia di Caterina Franceschi Fannucci, letterata ed educatrice ottocentesca, a cui sembra ispirarsi nello stile semplice e austero. I coniugi sono pure responsabili dell'ufficio diocesano della famiglia».
EMINENCE CAMILLO RUINI - copyright PizziLe molestie per cui è stato condannato Dino Boffo appartengono al periodo tra l'agosto 2001 e il gennaio 2002. Anna B. ricevette le «telefonate ingiuriose di un uomo che l'aveva apostrofata dandole anche della "cornuta" e che faceva pesanti riferimenti alla vita sessuale sua e del fidanzato». Fu la madre della giovane a sporgere denuncia contro ignoti. La procura controllò i tabulati telefonici. E scoprì che le chiamate partivano da un'utenza di Avvenire che era «nella disponibilità» di Boffo. Dopo qualche mese, la famiglia ritirò la querela ma la legge prevede che per le molestie il pm proceda d'ufficio. Così si arrivò all'ammenda da 516 euro, massima pena pecuniaria per reati del genere, inflitta al giornalista nel 2004. Boffo fu condannato per «le ripetute chiamate sulle utenze telefoniche della ragazza nel corso delle quali ingiuriava anche alludendo ai rapporti sessuali con il suo compagno (condotta di reato per la quale è stata presentata remissione di querela), per petulanza e biasimevoli motivi». La versione di Boffo è che avrebbe conciliato per evitare guai a un giovane tossicodipendente (morto qualche tempo dopo) il quale avrebbe fatto quelle chiamate usando di nascosto il suo telefono.
berlusconi, bertoneSecondo le voci raccolte da Panorama a Terni, il direttore di Avvenire avrebbe conosciuto i due giovani nel marzo 2001, in occasione di un'assemblea diocesana dal titolo «Domenica, giorno che salva», in cui lui era tra i relatori e la famiglia della ragazza ospite. Il fidanzato di lei è un tipo attraente, qualcuno lo ricorda alla Giornata mondiale della gioventù in Francia «mentre recita la parte del mimo-giullare, con eleganza stilizzata - racconta Panorama - o partecipa alle giornate di dialogo interconfessionale della comunità monastica fondata dal pastore calvinista frère Roger Schutz di Taizé». Chi lo conosce bene esclude tendenze gay. «Per esempio Leonardo G., maresciallo della Guardia di finanza, una delle otto persone inserite sul social network Facebook tra gli amici dell'uomo (la ragazza molestata ne ha invece 155, tra cui l'attrice ternana Camilla Ferranti), spazza via i sospetti con una risata: "Il mio amico omosessuale? Non scherziamo"».
bagnascoLa coppia sembra superare la vicenda Boffo. Nel frattempo lei si diploma al Pontificio istituto di studi arabi e islamici (che ha rappresentato al festival cinematografico dei Popoli e delle religioni), per un periodo va in Giordania a insegnare italiano, entra come interprete in un'azienda di import-export alle porte di Terni e partecipa a vari convegni sul Medio Oriente. Lui invece entra in banca e i loro destini si separano.
Raggiunta ieri al telefono dall'Ansa, Anna B. mormora poche parole: «La vicenda è chiusa, appartiene al passato. È stata violata la mia privacy. Non posso rilasciare dichiarazioni, al momento... Magari parlerò in futuro».
DOPO LA SCOMPARSA DI WOJTYLA, RATZINGER E BERTONE DEMOLISCONO LA RUINIZZAZIONE - BOFFO SI DIMETTERÀ E VERRÀ SOSTITUITO DA GIANFRANCO FABI, VICE DIR. DEL SOLE 24 ORE
Dagospia 30 agosto 2009
L'irresistibile ascesa e l'infernale discesa del duplex Ruini-Boffo è il racconto di un mondo che farebbe felice l'ispirazione di Dan Brown per buttare giù un nuovo best-seller zeppo di sesso, sangue, soldi.
Il Vaticano sbirciato ai raggi x è più intricato di una puntata di "Lost", quindi perfetto per chi, come noi, ritiene che "dal male (presunto) possa venire un bene quasi certo. Il bene è scoprire che nessun big possa sperare di farla franca se c'è qualcosa che non va nella sua vita privata. Chi diceva: il privato è politico? Adesso ci siamo. Piangerci sopra non serve a niente" (dall'editoriale di oggi di Giampaolo Pansa su "Il Riformista").
L'historia di Camillo Ruini decolla nel 1987 al congresso ecclesiale di Loreto. Il vescovo ausiliario di Reggio Emilia scalza il carmelitano scalzo Anastasio Balestriere dalla segreteria generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), organismo che rappresenta le 250 diocesi italiane. Due anni prima della caduta del Muro di Berlino, a cinque anni prima di Tangentopoli, la preveggente chiesa italiana dichiara chiusa l'epopea della Democrazia Cristiana: il partito di Andreotti e Forlani è ormai un malato terminale. Che fare?
AVVENIRE-IL FALSODal congresso di Loreto escono due linee contrapposte: da una parte si registra la nascita dei cattolici popolari (i Bottiglione e i Formigoni) intenzionati a rifondare la DC prima maniera; dall'altra prevale l'ala riformista, capitanata di Ruini, che predica la via del cattolicesimo emiliano (contraltare del comunismo al ragù: voi avete le coop, noi rispondiamo con la Compagnia delle Opere). In sostanza, sostiene Ruini, la Balena Bianca non va abbattuta a colpi di cattolicesimo torinese, duro e puro, ma si può riportarla nel gregge di Dio. Di qui sboccia la corrente Dorotea che ebbe tra i suoi virgulti i bolognesi Casini e Follini.
Direttore di Famiglia CristianaDi tale spaccatura nel mondo episcopale italiano, nell'anno di grazia 1987, a Papa Wojtyla non frega una mazza. Karol è indaffaratissimo nella sua missione di abbattere il tardo comunismo inviando in Polonia, destinazione Lech Walesa, i soldi raccolti dal Banco Ambrosiano di Calvi dallo Ior di Marcinkus.
Atterrato nella Città Santa, il neo segretario generale della CEI, Camillo Ruini, con la mission di riprendersi e rilanciare la DC, riceve subito un regalone dal cielo benigno: 870 miliardi di lire. Una somma immensa, due volte il fatturato della Fiat, che ha origine dalla prima volta dell'8 per mille per Santa madre Chiesa.
Una sorpresa anche per chi decise l'elargizione prelevata dal 740 tricolore: Bettino Craxi, allora presidente del Consiglio. Il Cinghialone era così a digiuno del potere della chiesa italiana che, all'inizio, la sua proposta fu del 12 per mille. Percentuale che la stessa Santa Sede bocciò perché la ritenne esagerata.
silvio e wojtylaInondato da una simile fortuna, Ruini comprende, con la sua esperienza del comunismo emiliano, che deve trovarsi una struttura per gestirli. E comincia a inventarsi un ruolo. Uno dei principali suggeritori fu Dino Boffo.
Nei primi anni Ottanta, il vispo Boffo ricopriva, insieme a Rosi Bindi, il ruolo di vice presidente dell'Azione Cattolica. Ebbe una sbandata filo Comunione & Liberazione, poi si attovagliò nell'apparato ruiniano.
Come un piccolo berluscone parrocchiale, Boffo suggerì a Ruini di utilizzare l'immensa cuccagna dell'8 per mille per un progetto multimediale: la creazione di un network cattolico. Che metta insieme, come un sol ariete, carta stampata (non solo il foglio della CEI "Avvenire", ma soprattutto "Famiglia Cristiana" che all'epoca con le oltre due milioni di copie era il settimanale più venduto in Italia). A seguire il network delle radio diocesane da convogliare in Radio in Blu e quello televisivo da mettere al servizio di Sat 2000.
E qui inizia il bellum. Intanto, Famiglia Cristiana, in mano ai paolini di Don Zega, si arrabbia e si intesta al volo il "tesoretto": il fondo pensione. La reazione di Ruini è decisa: chiede che la vendita del fondo venga sottoposta a una indagine pontificia. E sollecita i vescovi a consegnare tutte le radio diocesiane nel consorzio Rete in Blu, e poi pone la prima antenna per Sat 2000
PIERFERDIANANDO CASINI - copyright PizziIl berlusconismo catodico del duo Boffo-Ruini, nell'era stramediatica di Karol Wojtyla, scatena un bel dibattito all'interno della chiesa. Gli oppositori obiettano che la vera forza del cattolicesimo è nella sua territorialità; insomma, meno centralismo, più localismo.
Lo scontro tra Ruini e la conferenza episcopale italiana sul sistema Boffo, s'infiamma. I vescovi del nord ovest non rinunciano alle tv e radio locali. "Il Cittadino", quotidiano di Genova in mano al cardinal Bertone (attuale segretario di Stato del vaticano) non accetta di finire nel centralismo ruiniano ideato da Boffo. E diventa il capofila dell'opposizione al duplex della CEI.
Un duplex che diventa triplex aggiungendo il nome del potentissimo segretario del papa Karol, Stanislao Wjiwiz, che si intende subito il presidente della Cei. Un appoggio che spara Ruini-Boffo nell'alto dei cieli: monsignori classificati con la formula ‘sia archiviato e non venga più proposto' dopo due giorni venivano proclamati vescovi su chiamata diretta di Ruini a don Stanislao. Il top del loro gaio potere si raggiunse alla fine della vita del papa polacco: 3 giorni prima di morire un Wojtyla in condizione più comatose che pietose "firma" la nomina di 22 vescovi...
Morto un papa, se ne fa un altro. E il destino cinico e santo vuole l'ascesa di Ratzinger. Cioè di colui che ha retto più a lungo (24 anni) la congregazione per la Dottrina delle Fede. In soldoni Ratzinga conosce la curia e i suoi dossier bollenti a menadito, sa tutto di tutto e, da bravo fan della regola di San Benedetto ("prendi il tempo di decidere e una volta deciso non pentirti") non attua lo spoils system ma preferisce mettere l'organigramma del Vaticano in proroga.
Ci vuole tempo e pazienza per rompere il sistema Ruini, che si era inventato un formidabile ‘manuale Cencelli' ecclesiale che metteva in moto un meccanismo che produceva vescovi per schieramento "politico", in base al loro potere. Il neo-papa schiaccia pian piano il ruinismo nominando vescovi solo tra i preti che hanno tirato la carretta nella diocesi ed emarginando quelli graziati dai favori di Ruini e don Stanislao.
Marco Follini - Copyright Pizzi(Da un pezzo è scomparsa la corte che piantonava l'appartamento del segretario di stato, non c'è più spazio per le primedonne Fisichella, Ravasi, Betori. Ciò che dicono è solo 'opinione personale', non più la voce della Santa Sede.)
Il disimpegno della Chiesa dal ruinismo inizia nel 2005, proprio mentre arriva in Vaticano la notizia che il direttore di "Avvenire" (da 12 anni), Radio in Blu, Sat 2000 e responsabile di ogni mega-evento mediatico era finito nei gay in quel di Terni. E subito i Sacri Palazzi approfittano dell'"incidente" a Boffo per spifferare la notizia ai vaticanisti dei quotidiani laici. Circola zoppicando tra i giornali (vedi Ingrao su Panorama del gennaio 2008: più un avviso ai naviganti che una indiscrezione) ma senza successo. Il potere di Ruini-Boffo è duro da estirpare ancora oggi.
L'uscita di scena dalla Conferenza Episcole Italiana (CEI) di Ruini viene a lungo patteggiata con il neo segretario cardinal Bertone. Che finalmente gode quando lo "solleva" dalla poltrona e come contentino gli concede la gestione del progetto culturale della CEI. Ma gli toglie la benzina, alias il budget dell'8 per mille è nella mani dell'uomo che Bertone decide come successore: Bagnasco, ex segretario di Siri, figlio di un portinaio, che ha sempre incarnato la forza popolare del cattolicesimo della diocesi di Genova.
Quindi, dopo il primo anno, il tesoretto dell'8 per mille scompare e la forza d'intervento di Ruini - già debilitato dal papa sulle nomine vescovili e messo in un angolo dall'"incidente" della suo braccio armato Boffo - comincia a svanire. C'è da sistemare ora Boffo. Ma non è facile perché racchiude tanti poteri: non è solo un direttore di un giornale ma ha in mano le redini di comando di radio, tv, eventi (congresso eucaristico, giornate dei giovani, etc). Un consigliere di ogni mossa politica vaticana, capace di chiedere a Berlusconi di riprendersi nella compagine governativa il partito di Casini sloggiando i mangiapreti della Lega.
Ora pare che il sostituto per la direzione di "Avvenire" sia stato trovato nella persona ‘affidabile' di Gianfranco Fabi, attuale vice direttore del Sole24 Ore nonché direttore di Radio 24. Il cambio, dopo l'attacco gay di Feltri, potrebbe avvenire, da oggi a ottobre: con una letterina Boffo, per non imbarazzare la Santa Sede, compie "un gesto di responsabilità" e si dimette.
E quel giorno in Vaticano si stapperanno molte bottiglie di champagne. La de-ruinizzazione della chiesa è compiuta. Non c'è dubbio che il documento del tribunale pubblicato da "Il Giornale" con la prova del "pistolino fumante" sia stato fatto circolare da ambiente vaticani. Non è piovuto sul Feltri per caso o per investigazione dei suoi giornalisti ma dall'alto dei cieli...
Magari la "feltrusconata" de "Il Giornale" ha sbagliato i tempi (attenzione: è stato il Vescovo dell'Aquila a cancellare la cena mica Bertone) ma l'altro giorno Ratzinger e mezzo Vaticano hanno ballato la tarantella leggendo il quotidiano che infeltriva i loro nemici più intimi Ruini-Boffo.
Oggi sul Riformista, articolo di Alessandro De Angelis, si legge: " Un azzurro vicinissimo al premier spiega a microfoni spenti: "Tratteremo con la Segreteria di Stato al momento opportuno. Ma non c'è stato nessun incidente. Basta vedere quello che scrive l'Osservatore Romano. Silurando Boffo poi si è fatto un regalo a Bertone. E la reazione di Bagnasco era prevedibile. La crisi si è aperta più Oltretevere che nei rapporti tra Santa Sede e Governo".