AVVISO AI NAVIGATI: C’E’ UNA GUERRA IN CORSO TRA USA E CINA - SE TRUMP PROVOCA PECHINO CON I DAZI SU ALLUMINIO E ACCIAIO, XI JINPING RISPONDE VENDENDO I TITOLI AMERICANI - DA GENNAIO NE HA VENDUTI 16,7 MILIARDI $ DI OBBLIGAZIONI USA SCENDENDO A QUOTA 1168 MILIARDI IN PORTAFOGLIO, IL MINIMO DA LUGLIO 2017

-

Condividi questo articolo


Francesco Semprini per “la Stampa”

 

trump e xi jinping alla citta proibita piazza tien an men trump e xi jinping alla citta proibita piazza tien an men

Il braccio di ferro commerciale tra le due sponde del Pacifico rimbalza in Argentina dove è in corso il G20 finanziario, il summit economico a più alta tensione che la recente storia del Pianeta ricordi. Il tutto mentre dall' Europa giungono timidi segnali di schiarimento sul fronte della guerra tariffaria innescata da Donald Trump. Alla vigilia del vertice di Buono Aires il giallo sulle reciproche accuse tra Washington e Pechino aveva infiammato ulteriormente gli animi, con l' amministrazione Trump che accusava il Dragone di aver accantonato gli sforzi sulla liberalizzazione del mercato.

 

donald trump xi jinping donald trump xi jinping

A dar fuoco alle polveri è stato il sottosegretario al Tesoro per gli affari internazionali, David Malpass, che si è spinto a dichiarare «terminato» il programma di dialogo economico fra i due Paesi, per poi però correggere il tiro. «Mi sono espresso male» dice Malpass, senza chiarire però il futuro del programma introdotto dall' amministrazione George W. Bush e in fase di stallo completo con Donald Trump.

 

Una retromarcia che ha creato scompiglio aggiungendo confusione piombando come una mina vagante sulla riunione dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali. Un summit dominato appunto dal confronto sui dazi varati dagli Stati Uniti sull' acciaio e l'alluminio che scatteranno il 23 marzo. A Steve Mnuchin, il compito di spiegare la politica dell'America First di Trump, affrontando alleati non proprio contenti dell' imposizione dei recenti dazi.

 

donald trump xi jinping donald trump xi jinping

E in coincidenza dell'esordio internazionale di Jerome Powell, nella veste di nuovo presidente della Federal Reserve. E al quale spetta invece di illustrare i piani della Banca centrale americana in materia di tassi di interesse. Nel mirino degli Usa c'è principalmente la Cina visto che l' attende - secondo indiscrezioni - una nuova ondata di misure. La Casa Bianca sta valutando contro Pechino un pacchetto di altri dazi per 30 miliardi di dollari, soprattutto su prodotti tecnologici, ma anche una stretta su investimenti e visti.

 

donald trump xi jinping donald trump xi jinping

Pechino tuttavia sembra pronta al confronto, anzi ha già attivato la sua ritorsione - ancor prima dell' annuncio dei dazi - attraverso dismissioni di titoli di Stato Usa, di cui è tra i principali detentori. Il portafogli del Dragone ha subito a gennaio un abbattimento di 16,7 miliardi di dollari in Treasury, a quota 1.168 miliardi, il minimo da luglio 2017, segnando il calo più pronunciato su base mensile da settembre.

 

LE RICHIESTE DELLA COREA

Da Buenos Aires arriva intanto un' altra richiesta di esenzione dai dazi, quella della Corea del sud. Il ministro delle finanze, Kim Dong-yeon, ha chiesto a Mnuchin di esentare Seul dai dazi dell' acciaio, nel corso di un bilaterale a margine dei lavori del G20, perché invierebbero un segnale sbagliato sui rapporti fra i due paesi. Anche in vista del processo di distensione con la Corea del Nord e l' inizio della denuclearizzazione della penisola.

TRUMP XI TRUMP XI

 

Prove di dialogo col Vecchio continente sono in corso invece a Washington, dove il ministro dell' economia tedesco, Peter Altmaier, ha espresso ottimismo dopo l' incontro con il l' omologo Usa, il segretario al Commercio, Wilbur Ross, proprio sul tema dei dazi su acciaio e alluminio. «Oggi sono più ottimista - ha detto Altmaier -. Abbiamo avuto l' impressione che è ancora possibile arrivare ad una soluzione ed evitare un pesante conflitto commerciale».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…

DAGOREPORT – GIUSEPPE CONTE VUOLE LA DIREZIONE DEL TG3 PER IL “SUO” GIUSEPPE CARBONI. IL DG RAI ROSSI NICCHIA, E PEPPINIELLO MINACCIA VENDETTA IN VIGILANZA: VI FAREMO VEDERE I SORCI VERDI – NEL PARTITO MONTA LA PROTESTA CONTRO LA SATRAPIA DEL FU AVVOCATO DEL POPOLO, CHE HA INFARCITO LE LISTE PER LE EUROPEE DI AMICHETTI - LA PRECISAZIONE DEL M5S: "RETROSCENA TOTALMENTE PRIVO DI FONDAMENTO. IN UN MOMENTO IN CUI IL SERVIZIO PUBBLICO SALE AGLI ONORI DELLE CRONACHE PER EPISODI DI CENSURA INACCETTABILI, IL MOVIMENTO 5 STELLE È IMPEGNATO NELLA PROMOZIONE DEGLI STATI GENERALI DELLA RAI..."