Berlusconi resiste nel bunker di Palazzo Chigi. Assediato dalla stampa cattolica. Stretto dal Capo dello Stato, Mollato definitivamente dal Terzo Polo che sente odore di sangue. E al Pdl che tentenna, sbotta: \"Il primo che osa venirmi a dire di fare un passo indietro lo caccio dal partito a calci in culo. Se mi alzo da quella sedia mi massacrano e c’è subito pronto Tremonti ad accomodarsi al mio posto. Se Tremonti vuole fare il primo ministro vada alle elezioni e quella carica se la conquisti, ma non può pensare di fare il premier con i miei voti\"...

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Amedeo La Mattina per \"La Stampa\"

BERLUSCONIBERLUSCONI TREMONTI

Berlusconi resiste nel bunker di Palazzo Chigi. Assediato dalla stampa cattolica. Stretto dal Capo dello Stato che gli consiglia di esercitare il suo diritto di difesa davanti ai giudici di Milano. Mollato definitivamente dal Terzo Polo che sente odore di sangue. E poi c\'è il Pdl che a certi piani alti vorrebbe che valutasse la possibilità di passare la mano per salvare la baracca. Ma il Cavaliere resiste, ammassa sacchetti di sabbia sulle finestre del bunker e avverte minaccioso: «Il primo che osa venirmi a dire di fare un passo indietro lo caccio dal partito a calci in culo.

SILVIOSILVIO BERLUSCONI ROBERTO CALDEROLI GIULIO TREMONTI UMBERTO BOSSI

Se mi alzo da quella sedia mi massacrano e c\'è subito pronto Tremonti ad accomodarsi al mio posto. Se Tremonti vuole fare il primo ministro vada alle elezioni e quella carica se la conquisti, ma non può pensare di fare il premier con i miei voti». Tutti zitti, non vola una mosca. Stanco e diffidente di un ministro dell\'Economia e della sua sponda leghista, nonostante il responsabile dell\'Economia ieri abbia detto di essere «orgoglioso di far parte di questo governo».

NiccoloNiccolo Ghedini

Stufo ma combattivo, con l\'obiettivo di stroncare ancora una volta i «magistrati comunisti» e dirottare le carte processuali dei festini hard al Tribunale dei ministri, neutralizzando così le intercettazioni telefoniche. Berlusconi è un combattente nato, stringe i denti e i bulloni della sua maggioranza che ieri alla Camera era però divisa tra coloro che dicono «ce la faremo a passare anche questa nottata» e chi invece teme il peggio: «Questa volta finisce male».

IldaIlda Boccassini

Lui suona la carica, non ha intenzione di mollare. Dice di essere «sereno», di «dormire tranquillo». «Adesso mi difenderò in ogni sede. Farò uscire le testimonianze delle ragazze che Ghedini ha raccolto. Non mi arrendo, reagirò. Vedremo cosa riusciranno a dimostrare la Boccassini e compagni». I suoi più stretti collaboratori ammettono che è dura ribaltare il piano inclinato, ma nessuno si illuda che Berlusconi possa fare un passo indietro e vada a farsi interrogare a Milano. «Lì c\'è un plotone di esecuzione, non ho garanzie», ripete il premier.

MarioMario Baldassarri

Il quale addirittura sostiene di divertirsi di fronte a quanto sta accadendo. Si capisce che è un bluff. Lo scenario politico si complica maledettamente. Non c\'è ancora, e difficilmente ci sarà, l\'accordo con il Terzo polo sul federalismo fiscale e il finiano Baldassarri, che nella bicameralina fa la differenza, non sembra orientato a votare il decreto attuativo il 26 gennaio. E ieri Bossi ha ripetuto che senza federalismo fiscale si va dritti al voto. Il premier però è sicuro che il provvedimento passerà perché nell\'opposizione c\'è la paura delle urne.

FRANCESCOFRANCESCO RUTELLI

Anche sulla mozione di sfiducia contro Bondi è prevalsa la linea più dura nell\'Udc, Fli, Api e Mpa, rispetto ad un primo orientamento favorevole all\'astensione. Al ministro della Cultura, Rutelli e Buttiglione, che hanno \"istruito\" la pratica, chiederanno di trovare i soldi che Tremonti gli ha sempre negato, di avere la schiena dritta: un elenco di cose da fare, ben sapendo che Bondi dirà di no. «Allora, sarà lui a sfiduciarsi da solo», è la sottile e gesuitica mossa dei centristi. I quali, essendo a conoscenza di ciò che arde sotto la cenere del Pdl, affondano il coltello: faccia un passo indietro e noi siamo disposti a votare pure il diavolo.

RUBYRUBY images

Che si chiami Tremonti, Letta o Alfano. Berlusconi indossa la mimetica e spara dalle feritoie al primo che si avvicina. E\' convinto che ci sia altro nelle maniche dei suoi «nemici» di Milano. Che ci siano altre intercettazioni e che si tratti delle telefonate con Ruby e la Minetti, le due principali reginette del bunga bunga. A suo avviso i Pm meneghini furbescamente non avrebbero allegato queste intercettazioni agli atti inviati alla Camera per poi buttarli in pasto ai media al momento opportuno, come hanno fatto in passato con le telefonate tra lui e il dirigente Rai Saccà.

NicoleNicole Minetti

Attorno al bunker si fa terra bruciata, ma Berlusconi è l\'uomo delle sette vite. Ce la farà anche questa volta? Si salverà perché è difficile trovare un\'alternativa viste le divisioni a sinistra e lo stato embrionale del Terzo Polo? Lo scontro finale si carica delle parole severe scritte dal direttore dell\'Avvenire Marco Tarquino e da Famiglia Cristiana. Ma anche su questo fronte il Cavaliere crede di poter parare il colpo. «Nella Chiesa conta quello che dice la Segreteria di Stato vaticana. Loro sanno che senza di me si beccano i laici di sinistra». Amen.

 

 

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