BERLUSCONI-SALVINI: PROVE TECNICHE DI PARTITO UNICO – IL LEADER LEGHISTA NON VUOLE ACCOLLARSI LA NOMENKLATURA AZZURRA CHE DISPREZZA, BEN RICAMBIATO, MA QUESTO POTREBBE AIUTARE L' INTESA. IL CAV, INFATTI,  DA SEMPRE COLTIVA IL SOGNO DI AZZERARE IL PARTITO E RINNOVARE TUTTA LA CLASSE DIRIGENTE. E ALLA LEGA POTREBBE SERVIRE L’AIUTO DI SILVIO

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Ugo Magri per la Stampa

SALVINI BERLUSCONI SALVINI BERLUSCONI

 

D a più di un mese Berlusconi tace, e questo silenzio non è normale. L' ultima intervista risale al primo agosto. Dopodiché black-out totale, interrotto solo per esprimere solidarietà a Salvini nel mirino dei pm. In pratica, il Cavaliere si è eclissato.

 

A parte qualche giorno in Provenza dalla figlia Marina, non risulta che abbia mai lasciato la villa in Sardegna dove, negli anni dell' epopea, bastava appostarsi al cancello per capire che la politica si svolgeva lì, tra feste eleganti e bandane. C' erano aspiranti ministri pronti a spendere 30mila euro pur di affittarsi una casa accanto, nella speranza di qualche invito a cena. Invece quest' anno il deserto. Non perché l' ex premier sia stato snobbato: al contrario, è lui che rifiuta la gente di partito. Chi transita da Porto Rotondo viene cortesemente dirottato altrove.

 

salvini berlusconi salvini berlusconi

E quando lo chiamano al telefono per sottoporgli una grana, lui taglia corto: «Vedetevela voi, lasciatemi in pace». Un comportamento finora spiegato con gli sbalzi di umore, la depressione, l' età. Ma da qualche giorno tra gli intimi circola un' altra spiegazione: Berlusconi è in silenzio-stampa perché sta ruminando qualcosa di grosso. Evita di intervenire in quanto tentato da un' idea nuova, non ancora matura però già abbastanza chiara nella mente. E questa idea, se si crede a chi gli sta accanto, potrebbe scombinare tutti i giochi, ben oltre i confini di Forza Italia.

 

salvini di maio berlusconi salvini di maio berlusconi

Vecchie facce, adieu La tentazione di Silvio si chiama partito unico. Un solo contenitore politico per il popolo di centrodestra. Tutti finalmente insieme Lega, Forza Italia e Giorgia Meloni. Una specie di secondo «predellino», dopo quello su cui l' ex premier salì nel 2007 per annunciare la nascita del Pdl.

 

Pare che l' ex premier sia intenzionato a ragionarne con Salvini, quando i due si vedranno (l' incontro è ancora per aria). Presto per dire come la prenderebbe Matteo, anche perché il suo partito è quattro volte quello di Berlusconi, non potrebbe trattarsi di fusione alla pari. Di fatto sarebbe un' annessione, pesce grosso che inghiotte il pesce piccolo.

 

Oltretutto Salvini è interessato solo ai voti del Cav e, se si crede alle interpretazioni più maliziose, una Lega in bolletta neppure disdegnerebbe il supporto che potrebbe ricavare dall' uomo più facoltoso d' Italia. Un po' come avvenne ai tempi di Bossi. Di contro, Salvini non si accollerebbe mai la nomenklatura «azzurra» che disprezza, ben ricambiato. Ma questo sembra l' ultimo degli ostacoli, in quanto Berlusconi da sempre coltiva il sogno della palingenesi: azzerare il proprio partito per ricominciare daccapo, liberandosi delle facce sputtanate.

salvini berlusconi di maio salvini berlusconi di maio

Basta dualismo Fi-Lega A Forza Italia non sono scemi.

 

Capiscono che dietro l' apparente depressione berlusconiana si nasconde ben altro.

Anzitutto la voglia di seppellire l' antagonismo con la Lega.

In più, una sfiducia cronica nei confronti del proprio gruppo dirigente. Il Cav apprezza Tajani, che ha nominato vice il 5 luglio; gli vuole anche bene.

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA

Però resta convinto che né lui, né Toti né alcuno dei suoi discepoli sarà mai in grado di risalire la china. «Senza di me crolleranno al 7 per cento», ha confidato a Sgarbi nei giorni di Ferragosto. Il primo sondaggio della ripresa, targato Swg, conferma quanto fosse azzeccata la previsione. D' altra parte è inevitabile: più un leader dà l' impressione di tirare i remi in barca e più il suo elettorato cerca casa altrove.

 

Osvaldo Napoli ancora spera nella mozione degli affetti: «Abbiamo bisogno che il nostro presidente torni in campo come sa fare lui». Ma il sospetto, quasi una certezza, è che Silvio non lo farà. Lo descrivono turbato dai Cinquestelle, atterrito dall' eventualità che Di Battista e Fico possano presto scalzare Di Maio, allearsi con la sinistra e levargli le concessioni tivù. Vorrebbe pertanto rafforzare Salvini, l' unico ai suoi occhi in grado di dargli garanzie. Per facilitare il compito a Matteo, lo raccontano pronto a tutto: a sacrificare la sua creatura politica e addirittura, se Forza Italia si ribellasse, a giocare la carta della desistenza mascherata. Tirandosi fuori dalla mischia. E rinunciando a candidarsi nelle prossime elezioni europee.

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