BISI FOR ITALY! - L’INCHIESTA P4 SI SPANDE PER MEZZA ITALIA, DOPO ROMA, I PM DI NAPOLI MANDANO LA DOCUMENTAZIONE ANCHE A MILANO sulla scrivania di Francesco Greco, proprio il magistrato che indagò sulla maxitangente Enimont - Bisignani pensava di fregare tutti: aveva pure comprato un aggeggio elettronico che bloccava le onde radio e che accendeva prima delle chiacchierate importanti. ma woodcock l’’ha fregato con una e-mail fasulla...

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Lirio Abbate ed Emiliano Fittipaldi per \"l\'Espresso\"

BISIGNANIBISIGNANI

La tempesta giudiziaria è solo all\'inizio. Dopo i filoni scoperti a Napoli e a Roma, una parte dell\'inchiesta sulla P4 e sulla rete di Luigi Bisignani sta per arrivare - come risulta all\'\"Espresso\" - alla procura di Milano, sulla scrivania di uno dei più celebri pm del pool di Mani Pulite, Francesco Greco, proprio il magistrato che indagò sulla maxitangente Enimont e sul ruolo svolto nella vicenda dallo stesso Bisignani.

Del resto, in settecentotrenta giorni di intercettazioni non si contano le telefonate in cui si parla di affari e di aziende importanti: i pm meneghini potrebbero così aprire un fascicolo che potrebbe contribuire ad avviare una stagione simile a quella che archiviò la Prima Repubblica. Tre Procure, dunque, sugli affari su Gigi il lobbista.

Qualcuno sostiene che si tratti solo di gossip; che reati pesanti (come quelli di corruzione o di associazione segreta) non potranno mai essere dimostrati; che insomma «Bisignani faceva solo il suo lavoro di lobbista». Altri, invece, si stanno convincendo che siamo solo all\'antefatto e che l\'inchiesta potrebbe trasformarsi in una valanga degna della P2 e di Mani pulite, destinata a spazzare via il sistema berlusconiano che ha governato la Seconda Repubblica e a coinvolgere una parte dei poteri forti del Paese. Si vedrà.

bisibisi

Di sicuro nei prossimi mesi la bufera non si placherà. A Milano Greco e i suoi uomini tra poco cominceranno a sfogliare gli incartamenti di Napoli: si ipotizzano eventuali reati finanziari. Non solo. Se a Roma il procuratore aggiunto Alberto Caperna e i colleghi che si occupano dei reati a danno della pubblica amministrazione studiano il sistema degli appalti e la posizioni di manager di Stato come Moretti (indagato per favoreggiamento personale), i carabinieri del Noe sono impegnati in una complessa indagine patrimoniale. Che servirà a capire l\'entità delle ricchezze personali di Bisignani e di come le ha accumulate, i suoi prestanome e i flussi di denaro che avrebbe dirottato su conti correnti ancora segreti.

LuigiLuigi Bisignani

Senza dimenticare l\'inchiesta parallela sulla fuga di notizie, quella grazie alla quale il capo della rete fu informato dell\'indagine nei suoi confronti: un fascicolo che rischia di coinvolgere esponenti di vertice delle forze dell\'ordine italiane. Gli affari di Gigi. In tutto i filoni d\'indagine sono sei. Andiamo con ordine.

A Milano sono in arrivo le carte sia sul rapporto tra Alfonso Papa e l\'immobiliarista Vittorio Casale (arrestato per bancarotta fraudolenta pochi giorni fa) sia su eventuali affari tra Bisignani e Gianluca Di Nardo, un finanziere italiano che vive in Svizzera, cresciuto alla corte di Francesco Micheli e finito qualche mese fa in un\'indagine della Sec con l\'accusa di insider trading sull\'Opa di Finmeccanica sull\'azienda americana Drs.

Come ha scritto la \"Stampa\", Di Nardo ha pagato una multa da tre milioni ed è uscito dalla vicenda senza ammettere le sue eventuali responsabilità. Ora il suo nome rispunta nelle intercettazioni sulla P4: lui e Bisignani discutono dell\'acquisto di una concessione petrolifera per una piattaforma al largo delle coste della Nigeria. L\'affare sarebbe dunque con l\'Eni, ma la trattativa è condotta da Bisignani. Che parla, notano i pm, come fosse lui - e non Paolo Scaroni - l\'amministratore delegato.

FrancescoFrancesco Greco

Non bisogna sorprendersi: se al telefono con Italo Bocchino definisce l\'Eni «l\'ente più grosso amico mio», Bisignani sembra trattare di oro nero persino con l\'ambasciatore libico a Roma, suo amico e referente. Soldi, appalti, eventuali atti corruttivi. I magistrati vogliono indagare a fondo sugli affari del lobbista e dei suoi (tanti) amici.

«Quella persona è nostra al cento per cento»: è una frase che Bisignani ripeteva spesso all\'interlocutore di turno. Quel \"nostra\", in realtà, è un vezzoso plurale maiestatis: perché la rete Luigi, Gigi per gli amici, se l\'è costruita praticamente da solo, sulle spalle dello Stato.

MauroMauro Moretti

In quindici anni, con il consenso di Gianni Letta e di Silvio Berlusconi, l\'ex piduista che faceva la rassegna stampa a Licio Gelli è riuscito a realizzare un\'incredibile ragnatela di relazioni. Smistatore di nomine, mediatore di interessi, il Mr. Wolf andreottiano che risolve i problemi dei potenti italiani ha dato consigli a ministri e sottosegretari, ha piazzato uomini fedeli nelle aziende di Stato, ha utilizzato informazioni riservate grazie ai suoi agganci nella polizia giudiziaria e nei servizi segreti, per trarre profitti ed accrescere il proprio potere.

AlfonsoAlfonso Papa a Montecitorio

Finora il \"do ut des\" tra Gigi e gli uomini che piazzava ai vertici delle aziende di Stato non è stato dimostrato. Ma la polizia giudiziaria sta analizzando tracce bancarie e appalti sospetti per capire se ci siano stati scambi di favori tra i dirigenti e il loro sponsor.

A Napoli, per esempio, i pm stanno lavorando sull\'intercettazione di una telefonata nella quale Roberto Mazzei, ex vicepresidente della Ilte dei Farina fino al marzo 2009, suggerirebbe all\'amico Gigi di comprare quote di una società specializzata in giochi: un\'azienda che di lì a poco - segnalano i pm - avrebbe aumentato di molto il proprio valore.

Del resto Mazzei deve molto all\'amico: «Ho sicuramente segnalato Mazzei al professor Tremonti per fargli ottenere la nomina di presidente al Poligrafico di Stato», conferma Bisi ai magistrati. La procura di Roma sta inoltre analizzando anche le attività della Italgo, la società finita nell\'inchiesta per aver vinto un appalto milionario per l\'informatizzazione di Palazzo Chigi.

VITTORIOVITTORIO CASALE

I soci principali sono un vecchio amico di Bisignani, Anselmo Galbusera, e il finanziere Francesco Micheli, sentito come persona informata sui fatti. Da notare che qualche anno fa nel cda della società c\'era anche Mazzei. A Roma si approfondiranno altri spunti investigativi: su tutti, alcune consulenze esterne degli enti pubblici e una joint-venture tra la Ilte di Farina e Bisignani e le Poste: la Postel Print, che stampa e spedisce tutte le bollette che arrivano nelle case degli italiani. Case e denari.

MA QUANTO È RICCO BISIGNANI?
I Noe stanno indagando sulle sue proprietà immobiliari e finanziarie, ma qualche idea possiamo farcela già ora. Di sicuro non se la passa male. Casa a via Trionfale, varie dependance affittate nel centro di Roma («Le cambia ogni cinque-sei mesi, sembra Arafat che non dormiva mai nello stesso posto per più di una notte», dice un vecchio piduista che lo conosce bene), magione principesca a Settefinestre, sotto la collina di Ansedonia (una ventina di stanze più tenuta dove pascolano cavalli bianchi). Il suo lavoro ufficiale è quello di procuratore della società Ilte dei fratelli Farina, immobiliaristi suoi grandi amici. Come loro \"dipendente\", dice Mazzei, avrebbe uno stipendio di 13 mila euro al mese.

ItaloItalo Bocchino

Ma Bisi è anche socio, con Alessandro Bondanini, di una società di consulenza (la Four Consulting srl) e proprietario del 35 per cento di un\'azienda (Italian Brakes) che fa componenti per treni. Secondo i pm «le prime operazioni tecniche dimostrano che gli «interessi e le disponibilità» all\'estero sono «ingenti».

E\' proprio Bondanini a parlare ai pm di operazioni finanziarie fatte da Bisignani all\'estero, come quella con la società belga Codepamo: «Bisignani aveva dei soldi, mi pare 4 milioni, parte di una somma che aveva fatto rientrare dall\'estero». Ma la società anonima negli ultimi anni ha fatto investimenti per decine di milioni. Che le disponibilità di Gigi siano enormi lo raccontano anche vecchie cronache: una spa a lui riconducibile è stata coinvolta nel crac della banca Italease, nella quale aveva sottoscritto derivati per 75 milioni di euro.

SILVIOSILVIO BERLUSCONI GIANNI LETTA

LA FUGA DI NOTIZIE.
L\'ultimo filone d\'indagine, che Henry John Woodcock e Francesco Curcio stanno curando nel massimo riserbo, è quello sulla fuga di notizie che avrebbe danneggiato proprio l\'inchiesta P4: Bisignani e Papa avrebbero saputo alla fine dello scorso ottobre di essere intercettati.

ROBERTOROBERTO MAZZEI

E\' un fatto che, improvvisamente, gli indagati smettono di usare le Sim che consideravano sicure. Luigi Bisignani pensava di fregare tutti: aveva pure comprato un aggeggio elettronico che bloccava le onde radio e che accendeva prima delle chiacchierate importanti (tanto che i vicini ogni tanto lamentavano problemi di ricezione dei loro cellulari). Invece i pm di Napoli hanno fregato lui, piazzando con una e-mail fasulla un file nascosto che registrava, attraverso il computer sulla sua scrivania, ogni sospiro e ogni parola detta nell\'ufficio romano di piazza Mignanelli.

II pm Woodcock e Francesco Curcio

Sulla fuga di notizie, il lobbista ha detto ai pm di non aver ricevuto soffiate, ma di essersi accorto che qualcuno lo pedinava e fotografava. In procura, però, nessuno gli crede: c\'è già un\'informativa della polizia in cui si segnala che gli indagati sapessero persino il nome dei pm che gli davano la caccia. Una circostanza che non fa «che confermare», scrivono i pm nell\'ordinanza di arresto, «l\'esistenza di un sistema di intelligence parallelo e surrettizio, in grado di fare affidamento su soggetti» interni alla pubblica amministrazione, «espressione in particolare delle forze di polizia anche ai livelli più alti». Generali con tante stellette tremano.

 

 

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