BORDELLO A CINQUE STELLE – DI MAIO FA CAMPAGNA ACQUISTI FRA I DISSIDENTI, SOPRATTUTTO FRA CHI SOSTENEVA ROBERTO FICO PRIMA DEL VOTO – ARRUOLATA ANCHE ROBERTA LOMBARDI, LA PASDARAN ANTI RAGGI: CERCANO UN PREDELLINO PER ENTRARE NEL CERCHIO MAGICO DEL VINCITORE

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Marco Imarisio per il Corriere della Sera

 

Italia 5 Stelle finisce un attimo prima della tempesta. La fuga di massa dal vento e dalla polvere comincia mentre Luigi Di Maio risponde dal palco alle domande degli attivisti, senza riuscire a incrinare il torpore domenicale. In sottofondo risuonano le note di «Viva la vida» dei Coldplay, stessa colonna sonora del recente convegno di Matteo Renzi al Lingotto di Torino nello scorso marzo.

FICO RIMINI1

 

Le cose importanti sono sempre accadute lontano dall' enorme parcheggio della Fiera di Rimini. Anche ieri, ormai in zona Cesarini, Roberto Fico ha scelto l' atrio dell' hotel Oxygen per lasciar sgocciolare un messaggio all' apparenza bellicoso verso il nuovo capo ma che al momento rappresenta soltanto un onorevole tentativo di resa. «Ci vogliono le truppe, per fare la guerra», dice con tono scherzoso Nicola Morra mentre si avvia all' uscita a un militante che gli chiede la ribellione nel nome della purezza ortodossa di M5S. Pochi minuti prima lo ha preceduto Carlo Sibilia, altro presunto dissidente che in queste ore si è ritagliato il vestito più comodo del mediatore tra i due litiganti campani.

 

DI MAIO GRILLO RIMINI

«Siamo tutti uniti» dice con il pollice alzato salutando un gruppo di attivisti pugliesi. Rimini non era la resa dei conti. Rimini doveva essere ed è stata una cerimonia ad uso e consumo della base pentastellata. Sul palco è andata in scena la rappresentazione della realtà ideale, del mondo perfetto a Cinque Stelle, un luogo dove si può rivoltare qualsiasi frittata incassando applausi, come fa un Davide Casaleggio finalmente più sciolto e a suo agio in pubblico, al punto da trasformare il blocco della piattaforma Rousseau in una epica battaglia per la sopravvivenza di M5S. «In questi giorni abbiamo dovuto proteggere il nostro nuovo spazio di libertà» dice. E viene applaudito.

 

FICO RIMINI

In tale contesto il reprobo Fico era davvero un intruso, il giapponese nella giungla che non si è accorto della sparizione delle truppe. Il «governativo» Di Maio aveva i numeri ma le competenze maggiori per creare la propria squadra e scrivere un programma di governo stavano dall' altra parte. L' avvicinamento e il matrimonio di interesse, condito da qualche promessa da parte del più forte, sono stati rapidi.

 

Gli ortodossi che hanno sposato la causa dell' unità del movimento, diciamo così, sono nomi di un certo peso, dai deputati Andrea Coletti, Giorgio Sorial e Laura Castelli passando per Roberta Lombardi, forse l' esempio più eclatante in quanto nota antipatizzante del nuovo corso. E chi ancora non aveva capito si è subito adeguato.

 

DI MAIO RAGGI LOMBARDI

Lo stesso Morra ha cominciato la tre giorni riminese dicendo con tono grave che bisognava «rispettare la storia di M5S» e ieri mattina ha finito dicendo di «essere andato via felice, con il sorriso, come tutti, anche se certi ci volevano arrabbiati o tristi». Ma la consegna del tutto va bene è stata rispettata anche da Lombardi, che ha salutato mimando il gesto delle cerniera alla bocca: «Una bellissima festa per il nostro popolo».

 

I vincitori annunciati avevano le spalle coperte da mesi di prosciugamento del pozzo avversario. L' obiettivo era di inglobare il dissenso, frase che si sentiva spesso ai congressi della Democrazia cristiana, evitando spaccature evidenti. Ma le tensioni restano. Nella ristretta cerchia di Di Maio si fa notare la circostanza che da «commissario» dei meet up di Napoli fu proprio Fico a cacciare 36 attivisti in sol colpo, record finora ineguagliato, lasciando così intendere di non escludere un eventuale ricorso al pugno di ferro, da azionare rigorosamente dopo le elezioni in Sicilia.

beppe grillo luigi di maio

 

Dove Di Maio si farà vedere in compagnia di Beppe Grillo, che in questi giorni ha dato la sua disponibilità a «coprire» con la sua presenza il nuovo capo da eventuali contestazioni. Perché fidarsi è bene, ma Rimini insegna che il carisma e l' amore del proprio popolo non si conquistano solo con una tombola elettronica.