BRUSH HOUR! LEGGI OGGI LE NOTIZIE DI DOMANI – GOVERNO E RIFORME SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI. QUELLI DEL BANANA: PAPI SILVIO TEME DI NON SAPERE CHE FINE FARA’ PRIMA DI PRESENTARE LE LISTE E DI DECIDERE SE SPARARE LA BOMBA BARBARA – RENZIE AVVERTITO DALL’AMICO DENIS CHE LE RIFORME SONO APPESE A UN FILO – LA MAGGIORANZA ABOLISCE DI FATTO LE PROVINCE MA NON PUO’ GIOIRE

Berlusconi spedisce a Palazzo Chigi Gianni Letta e Denis Verdini: il governo è in bilico e le riforme rischiano di saltare. Il nodo è la decisione del Tribunale di Milano sull’affidamento in prova ai servizi sociali, che non deve slittare a dopo il 15 aprile, quando bisogna presentare le liste per le Europee…

Condividi questo articolo


Francesco Bonazzi per Dagospia

RENZI BERLUSCONI COPIA ORIGINALERENZI BERLUSCONI COPIA ORIGINALE

Il punto non è se Silvio Berlusconi sia più o meno lucido, mentre si avvicina la decisione del Tribunale di Milano sulla sua libertà personale, ma è se sia in grado o meno di far cadere il governo. O comunque di sabotare il treno delle riforme, che a detta di Renzie stesso sarebbe la ragion d'essere della sua presenza a Palazzo Chigi.

Dopo l'allarme risuonato ieri sera nelle stanze del Quirinale, oggi è toccato a Palazzo Chigi. L'ex Cavaliere ha spedito da Renzie il poliziotto buono (Gianni Letta) e quello cattivo (Denis Verdini, che però ha molta consuetudine con il premier). Vista la profonda diversità dei personaggi, le versioni sull'esito dell'incontro divergono assai e vanno da un "tutto bene" a "gli abbiamo dato l'ultimo avvertimento".

RENZI E BERLUSCONI A CENARENZI E BERLUSCONI A CENA

In realtà, fonti renziane ammettono che la situazione è delicatissima. Berlusconi fiuta nuovamente aria di trappoloni giudiziari: ha paura che la decisione del Tribunale sull'affidamento in prova slitti a dopo il termine per la presentazione delle liste, in modo da impedirgli di sganciare la bomba atomica della candidatura della figlia Barbara come risposta a decisioni eventualmente "afflittive" e politicamente paralizzanti.

Ma nessun politico o uomo delle istituzioni, neppure Re Giorgio o il premier Renzie, può dargli una mano con il tribunale. Commetterebbe solo dei reati. Gli avvocati del Banana lo sanno benissimo, ma sperano che alzare la tensione politica possa spingere le toghe milanesi a chiedersi se valga la pena usare la mano pesante con il cointestatario delle famose riforme costituzionali, tanto auspicate anche dal Quirinale.

MATTEO RENZI E DENIS VERDINIMATTEO RENZI E DENIS VERDINI

In una giornata così tesa e piena di reciproci sospetti, il governo non può festeggiare quanto vorrebbe neppure l'approvazione del disegno di legge Delrio che di fatto svuota le provincie pur senza cancellarle formalmente. Forza Italia, insieme a grillini e alfanoidi, ha votato contro e parla di "golpe" e di scelta "incostituzionale". Con Renato Brunetta che sceglie il giorno giusto per intimare a Napolitano di non firmare "una legge porcata". Finge di dimenticare, il capogruppo forzista, che negli anni di Berlusconi al governo Re Giorgio ha dimostrato di avere la penna generosa, salvo poi magari gioire quando la Corte Costituzionale - a babbo morto - interveniva con la falce.

barbara berlusconi da vanity fair xbarbara berlusconi da vanity fair x

E visto che ogni giorno di pena deve avere il suo coté piddino, 21 senatori democratici hanno firmato la "bozza Chiti" che con la scusa di tagliare metà deputati della Camera reintroduce l'elezione dei 106 senatori che rimarrebbero dopo la riforma. Il ministro Boschi ha risposto con una certa prudenza e con toni poco renziani: "Al momento sul Senato elettivo non ci sono spazi". Al momento.

Quanto al dibattito sull''Italicum e alla necessità, secondo molti malpancisti del Pd, che siano reintrodotte le preferenze in quanto "garanzia di trasparenza e democrazia", va segnalato che oggi è stato arrestato Nicola Cosentino per estorsione e camorra. L'ex deputato del Pdl era un campione delle preferenze e oggi sarebbe opportuno che si riflettesse anche sui suoi anni da perenne indagato al ministero dell'Economia, come sottosegretario.

NICOLA COSENTINO jpegNICOLA COSENTINO jpeg

Momento commozione, infine, grazie a Grillomao, che non era mai stato a visitare gli scavi di Pompei. Si è emozionato, ha abbracciato colonne, si è dispiaciuto per il degrado, ha ammesso di aver finalmente capito come vivevano i romani e alla fine si è messo a parlare con una prostituta che vorrebbe poter pagare le tasse. Una strana aria messianica si è respirata per qualche ora a Pompei, ma per il momento non risultano miracoli.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...