IL BULLETTO S’È FATTO RICONOSCERE - IN EUROPA C’È CHI PARAGONA RENZI A TARTARIN DE TARASCON, MITOMANE SPACCONE DI DAUDET - NELLA SUA GUERRA CONTRO JUNCKER, SI E' RITROVATO SOLO: DALLA MOGHERINI A TSIPRAS FINO A HOLLANDE, LO HANNO MOLLATO TUTTI

Eppure Renzi solo un anno fa godeva di un buon credito, piaceva la sua energia e la sua determinazione nel riformare l' Italia - Al punto da far chiudere un occhio anche quando non rispettava i codici della diplomazia - A far nascere i primi dubbi sono state le scelte in campo economico - L'impegno per una spending review di cui poi nei fatti si è persa traccia… -

Condividi questo articolo


1 - DIO

Jena per “la Stampa” - Prima di parlare Juncker dovrebbe vedere il film «Dio esiste e vive a palazzo Chigi».

 

2 - PAROLE DURE, MA POCHI DETTAGLI TECNICI IL DISTACCO DEI LEADER AI VERTICI EUROPEI

Francesca Basso per il “Corriere della Sera”

 

renzi juncker renzi juncker

Di nuove dichiarazioni ufficiali non c' è bisogno. A Palazzo Berlaymont, la sede dell'esecutivo europeo, le parole del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker nei confronti del premier Matteo Renzi pronunciate pubblicamente davanti ai giornalisti, in un intervento che a Bruxelles in molti dicono non si dimenticherà tanto facilmente, sono considerate sufficientemente chiare.

 

Inutile se da parte italiana la polemica si arricchisce di una nuova puntata. Che tra Roma e Bruxelles il clima non sia dei migliori lo aveva detto lo stesso Juncker prima di rompere gli argini. Del resto non è questa o quella battuta del premier ad avere infastidito Bruxelles, certe irritazioni a quelle latitudini sono il risultato di una serie di comportamenti considerati incomprensibili.

renzi juncker renzi juncker

 

E ovviamente, osservano a Bruxelles, non aiuta la strategia che il premier ha deciso di perseguire. L'ultimo vertice europeo, quello di metà dicembre, ne sarebbe la dimostrazione. Il racconto è di un intervento duro di Matteo Renzi, con riferimenti specifici: ha attaccato la Commissione Ue, la Germania e puntato il dito contro il Nord Stream. Ma poi la riunione dei capi di Stato e di governo è proseguita come d' abitudine, non ci sarebbe stata alcuna replica. Il risultato finale è stato l'appuntamento nel nuovo anno con Jean-Claude Juncker e con la cancelliera Angela Merkel per tentare di ricucire dei rapporti sfilacciati.

 

RENZI HOLLANDE RENZI HOLLANDE

L'intervento forte, che muove gli animi - fanno osservare - ha il difetto di non essere spesso sufficientemente tecnico per essere incisivo. E Bruxelles è fatta di dettagli, mediazione, regolamenti. Il risultato è una battaglia in solitaria del premier, che non è riuscito a incassare la solidarietà politica, dopo le parole di Juncker, né del presidente francese Hollande, né del premier greco Tsipras, che per motivi diversi potrebbero essere alleati dell' Italia nelle battaglie su flessibilità e immigrazione.

tsipras renzi merkel tsipras renzi merkel

 

Un clima teso che l' Alto rappresentante Ue per la politica estera, Federica Mogherini, aveva cercato di alleggerire con un invito al dialogo mal compreso e trasformato in una frizione che non c' è, osservano dal suo entourage Eppure il premier Renzi solo un anno fa godeva di un buon credito, piaceva la sua energia e la sua determinazione nel riformare l' Italia. Al punto da far chiudere un occhio anche quando non rispettava i codici della diplomazia.

 

Come quando arrivava in ritardo ai vertici (abitudine poi persa, raccontano), o come quando dedicava attenzione allo smartphone durante gli interventi degli altri premier. L'attesa del presidente del Parlamento europeo, il tedesco Martin Schulz, all'indomani della chiusura del semestre europeo a guida italiana è pure finita nel programma francese «Petit Journal» di Canal Plus: Renzi si scusa per il ritardo, poi telefona e fa alcuni selfie. L'esuberanza ha un prezzo.

 

renzi mogherini ban ki moon 5 renzi mogherini ban ki moon 5

E c'è chi a Bruxelles ha cominciato a paragonarlo a Tartarin de Tarascon, lo spaccone un po' ingenuo ma fantasioso di Daudet. Ma questo è colore. A far nascere i primi dubbi, sottolinea più di un osservatore, sono state le scelte in campo economico.

 

L'impegno per una spending review efficace, di cui poi nei fatti si è persa traccia. O l'approccio al caso Tercas, che ha fatto bocciare come aiuti di Stato il sostegno dell' Italia alla Cassa di Teramo. Il governo non ha mai presentato un piano di ristrutturazione della banca. A non convincere pienamente è stata anche la scelta di alcuni provvedimenti di stimolo all' economia, letti talvolta come mosse elettorali.

RENZI MOGHERINI AEREO DI STATO RENZI MOGHERINI AEREO DI STATO

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…