BUTTATA IN MEZZO A UNA STRADA - VOLANO I COLTELLI A ‘EMERGENCY’: LA FIGLIA DEL FONDATORE GINO, CECILIA, SFIDUCIATA DAL DIRETTIVO DELL’ONG. AL SUO POSTO ROSSELLA MICCIO - DIETRO, LO SCONTRO TRA GLI ‘IDEALISTI’ (TRA CUI LA STRADA) E CHI VORREBBE ACCETTARE SOLDI DA GOVERNI E AZIENDE - DAL QUARTIER GENERALE SI AFFRETTANO A SMINUIRE

-

Condividi questo articolo


 

Sergio Rame per www.ilgiornale.it

 

CECILIA STRADA CECILIA STRADA

Dal quartier generale di Emergency si affrettano a sminuire l'accaduto. Parlano di una decisione "maturata nell'ambito di una normale dinamica di confronto interno".

 

E assicurano che è tutto teso a "cercare sempre l'assetto più adatto alla crescita dell'organizzazione, come avviene ogni giorno in ogni realtà associativa". Eppure, secondo l'Espresso, quello che si è consumato all'interno di una delle maggiori Ong italiane è stato un vero e proprio scontro. Il risultato è stato un clamoroso cambio al vertice. "Cecilia Strada, che ne era presidente dal 2009, è stata sfiduciata dal direttivo della Ong - si legge sul settimanale - e sostituita da Rossella Miccio, assistente di Gino Strada e fino a ieri occupata nell’ufficio umanitario".

 

 

L'associazione fondata da Strada ha inviato poche righe ai soci e ai volontari. Un comunicato scarno che non ha spiegato cosa sia successo realmente. Tanto che, appena è scoppiata la polemica, Cecilia Strada e Rossella Miccio si sono sentite in dovere di pubblicare un nuovo comunicato per smentire le ricostruzioni: "In seguito alle speculazioni che abbiamo letto sulla stampa, ci teniamo a sottolineare che la decisione dell’avvicendamento alla carica di Presidente del Consiglio Direttivo di Emergency è stata maturata nell’ambito di una normale dinamica di confronto interno". In realtà, secondo l'Espresso, lo scontro sarebbe tutto politico.

Gino Strada con la figlia Cecilia Emergency Gino Strada con la figlia Cecilia Emergency

 

I più "idealisti", come li chiama il settimanale della famiglia De Benedetti, vorrebbero tornare alle origini predicando la "cultura di pace", denunciando "gli orrori delle guerre" e, soprattutto, prendendo le distanze "da qualsiasi governo e istituzione". Su un altro fronte chi vorrebbe trasformare Emergency in una Ong internazionale. Per fare questo passo deve andare avanti ad accettare "i soldi dei governi e delle grandi imprese, come Eni e Impregilo", che sembrerebbero "interessate a utilizzare il logo di Emergency per migliorare la propria reputazione".

 

EMERGENCY 1 EMERGENCY 1

Secondo l'Espresso, Cecilia Strada si sarebbe schierata contro qualsiasi collaborazione con governi e corporation private. Al suo fianco avrebbe avuto quasi tutti i volontari, ma non il direttivo. Dietro la bagarre sulla partecipazione (o meno) di Matteo Renzi alla partita del cuore di Firenze 2014, organizzata appunto da Emergency, ci sarebbe stato proprio questo braccio di ferro intestino. La Strada si era schierata contro la passerella dell'allora presidente del Consiglio e, quindi, capo di un governo che stava facendo la guerra in Afghanistan. Alla fine Renzi non era andato. Ma quella rottura aveva scatenato polemiche interne a non finire.

 

Sullo sfondo di questo durissimo scontro, sempre secondo l'Espresso, ci sarebbe anche l'eredità della stessa Emergency. "Alcuni dirigenti temevano che con il consolidamento di Cecilia alla guida dell'associazione i loro ruoli venissero messi in discussione - si legge sul settimanale - di qui il siluramento della Strada".

Fabrizio Pulvirenti il medico di Emergency Fabrizio Pulvirenti il medico di Emergency Gino Strada Emergency Gino Strada Emergency gino strada gino strada EMERGENCY CHIEDE LASCITI EREDITARI EMERGENCY CHIEDE LASCITI EREDITARI

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…