IL CAMBIO DI PASSO DI DRAGHI - I MINISTRI LAZZARONI NEL MIRINO DI MARIOPIO INFURIATO PER IL FATTO CHE MANCA IL 90% DEI DECRETI ATTUATIVI E SCATTA IL COMMISSARIAMENTO. IL RUOLO DEL SOTTOSEGRETARIO GAROFOLI - A OGNI MINISTERO VERRANNO ASSEGNATI DEGLI “OBIETTIVI DA PERSEGUIRE, CON TARGET SPECIFICI DI DECRETI DA ADOTTARE”. PER VERIFICARE CHE ACCADA, GAROFOLI ANDRA' AI MINISTERI PER…

-

Condividi questo articolo


Elisa Calessi per "www.liberoquotidiano.it"

 

mario draghi al g7 in cornovaglia 2 mario draghi al g7 in cornovaglia 2

«Così non va. Per questo, ho deciso di adottare un nuovo metodo». C'è bisogno di correre. E invece le leggi, i decreti si impaludano nei meandri dei ministeri. O delle commissioni. Manca noi decreti attuativi. I provvedimenti che rendono operativi le leggi attendono di essere approvati. E si sommano uno all'altro, creando una montagna sempre più alta. Simbolo dell'immobilità di questo Paese. E così le leggi restano sulla carta. La corsa contro il tempo si arena in un limbo di cui nessuno si assume la colpa, ma intanto tutto, anche le riforme più urgenti, si inabissa.

 

roberto garofoli roberto garofoli

Storia vecchia. Problema contro cui tutti i governi, di ogni colore politico, si scontrano. Ma questa volta rischia di far saltare la più grande occasione, l'ultima, che questo Paese ha: i miliardi del Piano nazionale di resistenza e resilienza. Oggi i ritardi sono un colpo al cuore di un malato già in condizioni gravissime. E vanificano la ragione di esistenza di questo governo e della chiamata in servizio di Mario Draghi. Per questo, ieri, il premier, con la schiettezza e il pragmatismo che lo contraddistinguono, ha preso di petto il problema. E annunciato ai suoi ministri un cambio di metodo.

 

Ha spiegato che bisogna cambiare passo: occorre «più velocità» nell'adozione dei provvedimenti attuativi ai quali le norme di legge rinviano. Non è possibile che manchi il 90 per cento dei decreti attuativi, cioè dei provvedimenti che permettono a leggi e decreti di entrare in funzione. Certo, pesa l'eredità dei passati governi: manca il 53 per cento degli atti approvati dai prece denti esecutivi. Sui 1.199 decreti attuativi dell'attuale legislatura, ne restano ancora da approvare 643, di questi 125 riguardano l'esecutivo Conte I, che ne ha adottati solo 208 su 333; 456 il Conte II- quelli pubblicati sono 343 su 799 - e tra questi molti riguardano proprio i principali decreti destinati ad arginare le perdite economiche provocate dal Covid, ovvero Cura Italia, Liquidità, Rilancio, Agosto, Ristori, ai quali si aggiungono quelli previsti per il decreto Semplificazioni, e per la legge di Bilancio.

 

giancarlo giorgetti mario draghi stefano patuanelli luciana lamorgese roberto garofoli marta cartabia giancarlo giorgetti mario draghi stefano patuanelli luciana lamorgese roberto garofoli marta cartabia

A questa eredità il governo di Draghi ne ha aggiunti 62, di decreti attuativi da approvare, dal momento che sui 67 previsti dai provvedimenti finora messi in campo ne sono stati pubblicati in tutto solo 5. La fotografia, insomma, è devastante. Siccome i ministeri, da soli, non sono in grado di stare al passo, Draghi ha deciso di accentrare la pratica. Come ha fatto per il Recovery Fund.

 

Da domani, si cambia. Davanti ai ministri ha illustrato, come recita il comunicato finale del consiglio dei ministri, «un nuovo metodo operativo, condiviso con il sottosegre tario Roberto Garofoli», suo vice e braccio operativo. Il metodo ricalca quelli che ci sono nelle aziende. Eccolo: a ogni ministero vengono assegnati degli «obiettivi da perseguire, contar get specifici di decreti da adottare, a partire dai mesi di giugno e luglio 2021». Obiettivi e tempi in cui realizzarli.

 

roberto garofoli roberto garofoli

Dovranno eseguirli. Sarà «un impegno prioritario» per i ministeri. Ma siccome le raccomandazioni non bastano, per verificare che accada, il sottosegretario alla presidenza, Garofoli, «si recherà», si legge nel comunicato della presidenza del Consiglio, «presso i ministeri» per verificare che l'attuazione proceda. E «il ciclo di incontri è stato già avviato ieri con il ministro dell'Economia e proseguirà nei prossimi giorni con gli altri ministri».

 

LE ORECCHIE DI GAROFOLI PROVATE DALLA MASCHERINA LE ORECCHIE DI GAROFOLI PROVATE DALLA MASCHERINA

Il sottosegretario Garofoli ha poi illustrato, sempre davanti agli attoniti ministri, «alcuni criteri operativi per una più efficace attuazione delle disposizioni normative». Criteri, si nota da Palazzo Chigi, che erano già stati «condivisi nella Conferenza dei Capi di Gabinetto del 31 maggio, tra i quali la costituzione di una rete dell'attuazione del programma di governo, coordinata dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e costituita dai nuclei per l'attuazione del programma di governo che ciascun ministero dovrà istituire all'interno degli Uffici di diretta collaborazione, con il compito specifico di lavorare sul recupero dell'arretrato e sulla costante attuazione dei provvedimenti del governo in carica». Una rete capillare e stringente per eliminare quella palude che inabissa tutto. Se a Draghi riuscirà, sarà una rivoluzione.

roberto garofoli roberto garofoli ROBERTO GAROFOLI ROBERTO GAROFOLI le orecchie di roberto garofoli 2 le orecchie di roberto garofoli 2 le orecchie di roberto garofoli le orecchie di roberto garofoli MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI 1 MARIO DRAGHI 1 MARIO DRAGHI ERIKA STEFANI MARIO DRAGHI ERIKA STEFANI mario draghi mario draghi le orecchie di roberto garofoli le orecchie di roberto garofoli

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...