CARLO MESSINA NEL GIORNO DELLA DECISIONE SUL GOVERNO: ATTENZIONE AL DEBITO E AL COLLOCAMENTO DEI TITOLI PUBBLICI ITALIANI, ANCORA 181 MILIARDI QUEST’ANNO E 340 L’ANNO PROSSIMO, MA L’ECONOMIA ITALIANA È IN RIPRESA - IL CAPO DELLA PIÙ IMPORTANTE BANCA ITALIANA NON PARLA DI SAVONA, NÈ DI DI MAIO O SALVINI, MA CHIEDE “FIGURE AUTOREVOLI NELLE POSIZIONI CHIAVE A LIVELLO EUROPEO ED INTERNAZIONALE”

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Dagonota

 

carlo messina carlo messina

Carlo Messina non pronuncia mai il nome di Sergio Mattarella, meno che mai quelli di Paolo Savona, Luigi Di Maio o Matteo Salvini. Ma nel giorno decisivo per la formazione del governo, il capo della prima banca italiana dice che “il nostro Paese deve darsi l’obiettivo di avere figure autorevoli nelle posizioni chiave a livello europeo e internazionale per essere adeguatamente rappresentato nelle sedi internazionali” e  ricorda con la chiarezza dei numeri qual è  la situazione italiana:

 

“Pensi, dice a Daniele Manca che lo ha intervistato per il Corriere della Sera, che solo quest’anno ci sono ancora 93 miliardi di titoli a breve da collocare, oltre a 88 miliardi di titoli a lungo termine. L’anno prossimo ci sono scadenze per un totale di 340 miliardi. Sono risorse fondamentali. Servono per pagare pensioni, sanità, stipendi. E riusciamo a farlo grazie ad una completa interconnessione con i mercati finanziari mondiali, per questo preservare la fiducia guadagnata significa tutelare la nostra economia reale, la ricchezza delle nostre famiglie e delle imprese italiane”.

tardelli bot tardelli bot

 

Messina aggiunge due punti molto importanti. Il primo: “per battere la disoccupazione dobbiamo puntare ad una maggiore crescita. L’obiettivo è raggiungibile a condizione di liberare ulteriori risorse riducendo il debito pubblico e non aumentandolo. Non può esserci crescita con un aumento del debito pubblico ma solo un indebolimento della nostra economia a scapito delle categorie più deboli”.

 

Il secondo: “un’Italia affidabile con un’economia forte ha le stesse  prospettive di Germania, Francia e Spagna. Si tratta di tre paesi che hanno temi aperti da affrontare: la Germania ha il suo surplus commerciale, la Francia e la Spagna hanno un deficit più elevato del nostro. Inoltre presentano tutti punti di debolezza nei rispettivi sistemi bancari ancora da affrontare. Noi invece possiamo affermare di avere aggredito un nodo complesso come quello delle sofferenze bancarie, come ci era stato richiesto dal regolatore”.

Di Maio Salvini Di Maio Salvini

 

carlo MESSINA E LADY carlo MESSINA E LADY

Messina non sottovaluta i segnali come lo spread che arrivano dalla finanza internazionale (“noi siamo un paese di persone abituate a risparmiare, tanto che oggi possiamo contare su di una ricchezza finanziaria pari a diecimila miliardi di euro, seimila se si escludono gli immobili. Affinché questa ricchezza non perda di valore, affinché gli italiani non vengano danneggiati, abbiamo bisogno di stabilità. Se tra Borsa e spread il peggioramento è solo del 10 per cento, siamo noi italiani a perdere 600 miliardi”) ma sottolinea che “l’economia italiana è in ripresa, le aziende registrano dei buoni risultati, oltre che nella manifattura anche nel settore dei servizi.

 

conte di maio salvini conte di maio salvini

L’export cresce a ritmi superiori a quelli di Germania e Francia. Le imprese che investono e innovano, in particolare nel digitale, hanno ripreso ad assumere. C’è fiducia a livello internazionale nei confronti del nostro Paese, è un circolo virtuoso di cui dobbiamo approfittare. E’ una crescita da rafforzare ulteriormente e che può fare affidamento sui 50 miliardi di credito a medio e lungo termine che la nostra banca eroga ogni anno e su uno stock complessivo di crediti che supera i 400 miliardi”.

 

 

L’intervista dell’amministratore delegato di Banca Intesa pone con grande chiarezza i termini della questione Italia rispetto ai mercati internazionali, ma evita accuratamente di inoltrarsi nelle scelte tutte politiche del dialogo tra i partiti che hanno avuto il voto degli italiani (e stanno preparando il governo che chiederà la fiducia alle Camere) e il Presidente della Repubblica nell’esercizio delle sue prerogative. Oggi sapremo come il Paese si presenterà ai mercati domattina.

 

 

 

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