CARROCCIO DA ROTTAMARE - SONO FINITI I TEMPI IN CUI I LEGHISTI POTEVANO SPARARLA GROSSA FACENDO DIVERTIRE LA STAMPA ED ECCITARE GLI ELETTORI - DA UN PO’ IL TEATRONE LEGHISTA È DIVENTATO L’APOTEOSI DELLE GAFFE (CHE SI PAGANO ALLE URNE) COME LA SPARATA DI BORGHEZIO SULLA STRAGE IN NORVEGIA (“LE IDEE DI BREIVIK SONO CONDIVISIBILI”) - BOSSI SPERNACCHIATO ALL’APERTURA DELLE SEDI MINISTERIALI IN BRIANZA E IL PAPOCCHIO DI DOSSIER E RICATTI CHE HA COINVOLTO IL TROTA SONO I SINTOMI DI UNA DERIVA PAGLIACCESCA CHE GLI ELETTORI PADANI NON AMANO (PER SONDAGGI PERSINO MONZA È A RISCHIO PER LA LEGA)…

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Jacopo Iacoboni per "la Stampa"

umberto bossiumberto bossi

Una mattina, al risveglio da sonni inquieti, la Lega si trovò trasformata in un enorme scarafaggio. Siamo dunque alla Metamorfosi del Carroccio? Fino a non moltissimo tempo fa le sparate leghiste piacevano, facevano ruspante e a un certo punto persino figo. Gobbo e Gentilini potevano incitare i trevigiani a travestire gli immigrati da leprotti «e poi fare pum pum», e il giorno dopo nei sondaggi i consensi alla loro giunta s'impennavano. Bossi in campagna elettorale nel 2008 riproponeva le «armi in pugno» e il «lustrate il fucile», ma poi la Lega le elezioni le vinceva. Più alzava i toni, più ci guadagnava.

CALDEROLI E BOSSI SEDI MINISTERIALI MONZACALDEROLI E BOSSI SEDI MINISTERIALI MONZA

Nel '92 il Senatùr aveva esordito annunciando «faremo una marcia su Roma che al confronto quella di Mussolini era una c...», la marcia non c'era stata, e però il Carroccio aveva stravinto - con il Cavaliere - al nord. Era un classico, insomma: l'aggressività verbale, o certe cerimonie da teatrone di provincia, erano anche accolte con qualche comprensione nell'opinione pubblica.

CALDEROLI E BOSSI NUOVE SEDI MINISTERIALI PONTIDACALDEROLI E BOSSI NUOVE SEDI MINISTERIALI PONTIDA

Ancora nel 2008 si scrivevano libri sullo sfondamento della Lega nelle regioni rosse. Si esaltava il partito «di banca e amministrazione». Si tenevano dotti convegni per spiegare che la Lega quella sì era vicina allo spirito del popolo, pazienza per qualche eccesso, «sono solo parole». Divenne luogo comune che i veri capi della maggioranza fossero loro. Bossi più di Silvio Berlusconi.

TARGHE MINISTERI AL NORDTARGHE MINISTERI AL NORD

È difficile dire quand'è che tutto s'è rotto, forse con la caduta del centrodestra alle elezioni di Milano, forse con l'incrinarsi dell'antico asse tra il leader e Tremonti, magari, semplicemente, quando l'ombrello di re Silvio ha cominciato a fare acqua. Fatto sta che da un po' celebriamo l'apoteosi della Lega delle gaffe; solo che ora la pagano. Da geni che erano, adesso tutto quello che toccano si muta in rovina, o effetto Zelig, un'effervescente anche se spesso tragica comicità.

COTA CALDEROLI TREMONTI BRAMBILLA BOSSI MINISTERI A MONZACOTA CALDEROLI TREMONTI BRAMBILLA BOSSI MINISTERI A MONZA

Tragico è stato ovviamente Mario Borghezio, sul quale adesso la procura di Milano apre un'inchiesta conoscitiva: qualche giorno fa commentava in radio alla Zanzara la strage in Norvegia e ha detto «il cento per cento delle idee di Breivik sono buone, in qualche caso ottime». Naturalmente Calderoli ha parlato di «farneticazioni», e il partito s'è scusato con il governo di Oslo, ma la procedura in questo modo è risultata due volte grottesca. Sembrava un titolo di Cuore , «La Lega si scusa con la Norvegia». Sì, e il re telefona a Borghezio.

bossi a monzabossi a monza

Pazienza se un altro eurodeputato, Francesco Speroni, ripeteva analoghi deliri, perché accanto alle sparate sono le pratiche a inchiodare oggi il Carroccio al ruolo scomodo della baracconata, al paradosso della sceneggiata napoletana senza i babà e l'ironia di Pulcinella. Gli inventori dell'ampolla sul Dio Po, del Parlamento di Mantova, della «nazione padana», credevano ormai di potere qualunque cosa quanto a cerimonie, quando hanno affrontato l'inaugurazione delle sedi distaccate dei ministeri a Monza: ma sabato scorso è andata male.

BOSSI E MARONI A PONTIDABOSSI E MARONI A PONTIDA

Nella memoria - persino più delle quattro stanzette senza bagni - resteranno le gag forzate dei ministri convenuti, il plico di banconote con cui Tremonti, imbarazzato, scherzava sul pagamento della sua sede distaccata, gli occhiali neri di Bossi così accolto da un fan, secondo il racconto della Stampa : «Umberto, sembri Rocky Roberts!». Come gettare nella polvere anche i simboli.

BOSSI BERLUSCONIBOSSI BERLUSCONI

Erano maestri della sparata, sì, ma anche difensori pragmatici delle partite Iva, produttori alacri, lavoratori insofferenti per un fisco troppo esoso; si muovono ora tra sentore di farsa e sapore di maghe. A Milano i pm indagano su una assessore leghista che avrebbe assunto una «sensitiva» la quale - sostiene l'accusa - avrebbe avuto il compito di acquisire informazioni per danneggiare i nemici interni di chi?

BOSSI BORGHEZIOBOSSI BORGHEZIO

Di Renzo, meglio noto come il Trota. A Monza, sempre Monza, il sindaco Marco Mariani teme gli sfilino il gran premio e cosa dichiara? «È la volta buona che mi convenziono con Al Qaeda e gli faccio tirar giù l'Altare della Patria». Così adesso i sondaggi dànno persino Monza a rischio per il Carroccio.

IL TROTA IN BICIIL TROTA IN BICI

È, per un partito, il rischio peggiore: apparire goffo, pagliaccesco, anche politicamente. Rispondere al sobrio stop di Giorgio Napolitano al trasferimento delle sedi ministeriali, col seguente titolo della Padania : «Quando un popolo come quello padano cammina, piega la storia».

 

 

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