IL CAVALIERE GIOCA LA PIU’ DISPERATA DELLE CARTE: ORA VUOLE ENTRARE NELLA MAGISTRATURA - E COSI’, TRA P3 E STRAGI DEL ’92, TEMENDO IL SETTEMBRE CALDO, SILVIO LANCIA L’OPA SUL CSM CERCANDO DI PIAZZARE L’EX AMICO DI FINI ANNIBALE MARINI AL POSTO DI NICOLA MANCINO - ma è tutto inutile: il governo è a pezzi, fini ormai blocca la camera e bossi non vuole tra i piedi casini (e viceversa). a questo punto er banana dovrà calare i pantaloni ai tipini fini....

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Tommaso Labate per il Riformista

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Certo, rimane in piedi il problema della convivenza con Gianfranco Fini perché, il Cavaliere l\'ha ripetuto ancora ieri, «quello è colluso col nemico, coi magistrati e con la sinistra, per mettere in difficoltà me e l\'esecutivo». Gianni Letta aveva anche lavorato per mettere fondatore e co-fondatore uno di fronte all\'altro, il 6 o il 7 agosto, prima delle ferie.

Ma il premier niente, «con Gianfranco è una storia ormai finita», ha ripetuto davanti al sancta sanctorum della maggioranza agitando i foglietti con l\'ultima dichiarazione del finiano Fabio Granata, che ieri ha accusato pezzi del governo di ostacolare il lavoro dei pm sulle stragi del \'92-\'93.

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Ma il vero motivo per cui ieri Silvio Berlusconi ha chiamato a Palazzo Grazioli coordinatori, capigruppo e soprattutto il presidente del Senato Schifani è «l\'operazione Csm». La voglia di mettere «un uomo nostro» al posto di Nicola Mancino. «Perché di Vietti e di Casini, in questo momento, non mi fido».

Raccontano che il pallino gli sia venuto quando l\'appello del capo dello Stato a eleggere i membri laici del Csm entro il 31 luglio era già agli atti: «Perché non portiamo un candidato \"nostro\" alla vicepresidenza dell\'organo di autogoverno della magistratura?».

GIANFRANCOGIANFRANCO FINI ELISABETTA TULIANI

A questo va aggiunto il pressing di alcuni degli ex colonnelli di An incrociati mercoledì alla cena degli onorevoli Mazzocchi e Laboccetta. Di fronte ai ragionamenti sull\'importanza di presidiare quella casella «in un momento così delicato come questo» e a una «candidatura autorevole come quella dell\'ex presidente della Consulta Annibale Marini», Berlusconi si è convinto.

NICOLANICOLA MANCINO E MOGLIE

Il resto l\'ha fatto la scelta del Pd di sostenere la corsa bipartisan del centrista Michele Vietti. Una circostanza di fronte alla quale il presidente del Consiglio ha visto scattare la trappola. Tanto che ieri pomeriggio, trovandosi di fronte i big di maggioranza e governo (c\'era Tremonti), oltre alla seconda carica dello Stato, il premier s\'è lasciato andare a distillati di puro veleno: «Questi dell\'Udc stanno facendo il doppio gioco. Vietti ha il sostegno del Pd? Bene, provi a farsi eleggere coi voti loro. E poi vediamo...». Noi, ha aggiunto, «iniziamo a sondare il terreno per lanciare la candidatura di Annibale Marini. Mica potranno dire che non è autorevole. È stato presidente della Corte costituzionale...».

Calabrese, classe 1940, Marini ha guidato la Consulta dal novembre 2005 al luglio 2006. Gli stessi \"sensori\" di Palazzo che l\'hanno sempre considerato vicino a Fini ora lo danno in marcia d\'avvicinamento al correntone degli ex colonnelli di An. Non a caso è stato proprio Maurizio Gasparri a lanciare per primo il sasso nello stagno dichiarando, dopo la fine del vertice a Palazzo Grazioli, «che sulla vicepresidenza del Csm il Pdl non accetterà pregiudiziali nei confronti di una parte politica».

AnnibaleAnnibale Marini

Trattandosi di un vero e proprio blitz, con Gianni Letta impegnato a tessere la tela Marini presso i togati di Palazzo dei Marescialli, l\'operazione Csm doveva rimanere \"coperta\". E Berlusconi stesso ci aveva messo del suo, depistando gli osservatori con un messaggio (anticipato dal sito del Tg1) sulla «campagna mediatica nei nostri confronti». Le indiscrezioni sulla presenza al vertice di Renato Schifani, che in un primo tempo l\'ufficio stampa del Senato aveva tentato di smentire, hanno scoperto il gioco. E portato alla luce il tentativo (disperato?) del Cavaliere di mettere una «persona fidata» proprio nell\'organo di autogoverno della magistratura.

MICHELEMICHELE VIETTI - copyright Pizzi

Ma la partita non è semplice. Perché, tra i membri togati, la corrente di Unicost - i cui voti risulteranno decisivi - rimane orientata sul sostegno del centrista Vietti. E soprattutto perché l\'«operazione Csm» rischia di aprire un altro fronte col Colle, che ha chiesto tempi stretti perché la nuova consiliatura veda la luce prima che la vecchia scada (31 luglio). Un autorevole ex aennino lo dice chiaro e tondo: «Ci lanciamo sulla candidatura di Marini mettendo in conto che alla votazione di giovedì prossimo potrà esserci una fumata nera».

PIERFURBYPIERFURBY CASINI

È una strategia mirata? O pura tattica? Chi ha parlato con «Silvio» lo descrive come determinatissimo a «giocarsi la partita del Csm». E che il tema lo appassioni, ormai, più del dossier Fini: «Di lui e dei suoi non ne voglio più sapere. Chi non si allinea alla maggioranza del Pdl - ha scandito - da oggi in poi sarà fuori».

 

 

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