CERCATE DI NON DISPERARVI: LO STROMBAZZATO LIBRO DI RENZI È FINITO IN SOFFITTA - SUBITO DOPO LE DIMISSIONI, AVEVA FATTO SAPERE DI ESSERE AL LAVORO SU UN VOLUME PER FELTRINELLI. TITOLO: ‘SEMPLICE’. IN REALTÀ ERA UN TESTO AUTOCELEBRATIVO SULLA VITA A PALAZZO CHIGI, GIÀ PRONTA LA QUARTA DI COPERTINA CON CITAZIONI SUPER-RENZIANE. SOLO CHE POI È CAMBIATO IL VENTO…


 

Francesco Borgonovo per La Verità

 

MATTEO RENZI A PONTASSIEVE

Lo capiamo: non tutti possono essere Walter Veltroni e avere a disposizione lo sterminato tempo libero che consente di sfornare romanzi a ripetizione. Però, almeno in teoria, Matteo Renzi di tempo libero avrebbe dovuto averne un pochino, in questi mesi. Sgravato dalle incombenze di governo, ce lo immaginavamo già seduto alla scrivania, intento a battere freneticamente sui tasti onde portare a termine il suo opus magnum.

 

E invece no: ci tocca attendere, chissà ancora per quanto. Oddio, non è che i lettori disperati si incatenino alle entrate delle librerie: di storie Renzi ne ha già raccontate abbastanza quand' era premier. Resta che il nostro aveva fatto trapelare alla stampa di essere impegnato nella stesura di un volume, e la misteriosa vicenda del «manoscritto perduto al Nazareno» un po' ci incuriosisce.

 

MATTEO RENZI A PONTASSIEVE

Vediamo di ricostruire. Subito dopo le dimissioni di Renzi dal governo, il Corriere della Sera ha pubblicato un commovente ritratto dell' uomo strappato anzitempo da Palazzo Chigi.

 

«Ha già cominciato a scrivere un libro sui mille giorni di governo, forse da presentare anche in un tour. Uscita prevista in gennaio. Pagine per una ripartenza, che lo proiettino sino al congresso anticipato e alle primarie», spiegavano Marco Galluzzo e Claudio Bozza.

 

«È addolorato, deluso, ha sofferto nel fare gli scatoloni, ma di certo Renzi non sta fermo.

Lui stesso rimarca che è rimasto senza stipendio. Dalle ultime due fatiche editoriali, che hanno contraddistinto le fasi della sua scalata politica, ha ricavato cifre significative. Le pagine che ha già cominciato a curare riempiranno l' intermezzo che ha deciso di vivere, ma possono tornare utili non solo ad una ripartenza».

MATTEO RENZI IN DIREZIONE PD

 

Ci aveva convinto, il Corrierone. Già ci figuravamo che da tutto quel dolore, da quella massa pietrosa di delusione potesse scaturire un testo denso, tormentato, potente.

Le ultime lettere di Matteo Renzi, per dire, oppure qualcosa di meno letterario e più politico, tipo La storia mi assolverà, in stile Fidel Castro. Però, a gennaio, gli scaffali dei librai non hanno accolto nessuna opera renziana. E dire che, il 14 dicembre 2016, sul sito dell' autorevole rivista del settore editoria Il Libraio, era comparso un articolo rivelatore.

 

Titolo: «Renzi cambia editore, da Mondadori a Feltrinelli». Nel pezzo, a prendere la parola era Gianluca Foglia, direttore editoriale di Feltrinelli, il quale spiegava che la sua casa editrice «punta a dar voce alle varie anime della sinistra di oggi, a rappresentare un luogo di incontro e di dibattito per le diverse posizioni, non solo in Italia». Motivo per cui, tra una svalvolata di Giorgio Napolitano e un astioso memoir di Ignazio Marino, il libro di Renzi cadeva a fagiuolo.

 

AGNESE LANDINI E MATTEO RENZI DURANTE LE DIMISSIONI

Collocazione Politica

«Il lavoro sul testo e i temi da affrontare è appena cominciato», diceva Foglia a proposito del manoscritto renziano. E confermava: «È stato il leader del Pd a scegliere il suo nuovo editore». Una scelta indicativa. La berlusconiana Mondadori poteva andar bene, appunto, quando i rapporti tra Matteo e Silvio erano cordiali, ma per rilanciarsi a sinistra ci vuole dell' altro.

 

Con la casa di Segrate, Renzi aveva pubblicato, nel 2013, Oltre la rottamazione. Ma si era concesso pure alle stamperie di Rizzoli, con cui aveva realizzato Stil novo, nel 2012 e Fuori!, sempre nel 2013. A maggio del 2016, poi, Renzi si era permesso una «libera uscita» con l' editore Castelvecchi, per pubblicare Cambiare verso all' Europa. Ma ancora non bastava, un altro marchio editoriale mancava alla collezione.

matteo renzi dopo il referendum

 

Appena uscì la notizia del libro in corso di realizzazione con Feltrinelli, i giornali si scatenarono. Il Fatto scrisse che a Renzi era stato corrisposto un anticipo da «diverse decine di migliaia di euro». Nulla di strano: i suoi libri precedenti avevano venduto parecchio. Data di uscita prevista? Sempre secondo la rivista Il Libraio, la scadenza era fissata per febbraio o inizio marzo. Adesso, quindi. Ma, di nuovo, le uscite del mese sono ormai concluse, e del libro di Renzi ancora non c' è traccia. Sul sito delle librerie Feltrinelli non compare neppure tra i volumi di prossima uscita. In realtà, però, una scheda illustrativa è stata fatta, anche se è difficile trovarne traccia pure nel mare magnum del Web.

 

matteo renzi dopo il referendum

L' editore Feltrinelli ha annunciato che il primo di febbraio del 2017 sarebbe uscito un testo intitolato Semplice (144 pagine, 15 euro). Sottotitolo: «L' Italia deve diventare semplice. Io ci credo davvero». Esiste persino una cover: molto elegante, bianca, rossa e blu, con una grande goccia rovesciata che ricorda il simbolo della geolocalizzazione degli smartphone.

 

Ecco la quarta di copertina, chiaramente in prosa renziana: «Gli allenatori di provincia sanno riconoscere quando uno non ha i piedi buoni. Grinta e volontà, certo. Ma i piedi buoni non s' inventano. E se non ce li hai si vede. Ecco perché il mister te lo dice in allenamento, te lo ripete negli spogliatoi, te lo urla dalla panchina: "Matteo, giocala semplice".

 

Sono passati trent' anni dagli allenamenti nei campi sportivi della provincia di Firenze, con la gloriosa maglia biancoverde della US Rignanese. Le scarpette sono state appese al chiodo quasi subito. Ma ancora oggi qui a Palazzo Chigi sento risuonare qualche volta il grido del mister: "Matteo, giocala semplice"».

 

PENSATO PRIMA

matteo renzi giovanni minoli faccia a faccia

È evidente che il libro annunciato da Feltrinelli era stato pensato quando Renzi era ancora in sella. Quindi lo stava già scrivendo (o glielo stavano scrivendo) ben prima delle dimissioni. La scheda di presentazione, infatti, contiene pure un abstract: «Da quando nel febbraio del 2014 è passato all' improvviso da Palazzo Vecchio a Firenze a Palazzo Chigi a Roma, Matteo Renzi è stato il protagonista assoluto della politica italiana.

 

L' attenzione dei media e dei cittadini ha indagato senza sosta i suoi successi e le sue sconfitte, le sue riforme e gli scandali che hanno lambito o coinvolto il suo governo, i suoi rapporti con l' Europa, le sue nomine, la sua famiglia. Ora, per la prima volta nella storia d' Italia, un presidente del Consiglio in carica vuole raccontare la sua verità: come sono andate veramente le cose tra lui, Napolitano e Letta; come si convive da padre e marito con le responsabilità e i disagi del potere; cosa accade nei corridoi di Bruxelles, nelle visite alla Casa Bianca, nelle stanze di Montecitorio.

 

Ma, soprattutto, cosa si vede dalle finestre di Palazzo Chigi: quale futuro può avere l' Italia, cosa si deve fare perché sia di nuovo un Paese felice. Con un' idea fissa: "L' Italia della politica deve tornare semplice. Io ci credo davvero. Se l' Italia sceglie la strada della semplicità può essere protagonista di un futuro che è fatto di minacce e preoccupazioni nuove, ma che è innanzitutto un' incredibile miniera di opportunità».

matteo renzi assemblea pd

 

Tutto molto bello. Peccato, però, che Renzi abbia dovuto mollare lo scranno. Il progetto di Semplice, quindi, è da buttare (o quasi). Dall' editore Feltrinelli confermano che un contratto con Renzi esista, ma non sanno ancora che cosa conterrà il libro né quando sarà pronto. Di certo, non uscirà a febbraio o a marzo. Insomma, siamo di fronte all' ennesima promessa non mantenuta da Matteo. Almeno, questa non fa danni all' Italia.