CHE BRUTTA ARIA CHE TRIA (PER IL GOVERNO) - IL MINISTRO DELL'ECONOMIA AFFOSSA LE AUTONOMIE VOLUTE DALLA LEGA: "MANCANO I SOLDI. LE RICHIESTE SONO IN PARTE INCOSTITUZIONALI. O SALE LA SPESA O SI TOGLIE ALLE REGIONI MENO VIRTUOSE" - LA QUESTIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UN PROBLEMA ALL'INTERNO DELLA LEGA. SU QUESTA PARTITA ZAIA HA SCOMMESSO MOLTISSIMO…

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Alessandro Barbera per la Stampa

 

GIOVANNI TRIA GIOVANNI TRIA

 

Con il passare delle settimane Giovanni Tria ha collaudato un' efficace tattica politica: si spinge fino all' indicibile, poi fa un rapido passo indietro. Era accaduto sui numeri del Documento di economia e finanza, accade di nuovo con uno dei nodi della maggioranza giallo-verde: l' autonomia differenziata chiesta da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

 

Ecco cosa dice il ministro del Tesoro di fronte alla Commissione per il federalismo fiscale: «In alcuni casi le richieste regionali non appaiono del tutto coerenti con i principi costituzionali». Di più: esiste «una tassatività del disposto costituzionale» che «affida allo Stato la competenza esclusiva in materia di sistema tributario e contabile dello Stato». Poco importa qui sottolineare il momento in cui - giusto qualche minuto dopo - Tria ha spiegato di «non vedere ostacoli ad andare avanti sull' autonomia se c' è la volontà politica». L' ostacolo è quello descritto poco prima da lui stesso.

 

MARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIA MARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIA

La questione si perde nella notte dei tempi, e la si può riassumere così: il punto di arrivo del progetto è l' abbandono del principio della cosiddetta «spesa storica». Detta ancora più chiaramente, le regioni del Nord puntano a trattenere nei propri confini più gettito fiscale di quel che oggi - in nome della cosiddetta sussidiarietà - non avviene. Piaccia o no, il principio che si vuole affermare ha un senso: chi più risparmia sulle spese, più gettito trattiene. Quel principio attende di essere attuato da una decina d' anni, quando il governo Berlusconi - spinto proprio dalla Lega - chiese e ottenne una legge delega sul federalismo fiscale. E però da allora non si è fatto nulla perché - lo ricordava ieri Tria - per realizzare quella riforma ci sono solo due strade: o ridurre i trasferimenti a quelle efficienti, o compensare il minor gettito con nuova spesa.

matteo salvini giovanni tria matteo salvini giovanni tria

 

Ecco la trascrizione: «Se si applica il principio del costo medio alcune Regioni dovranno avere risorse aggiuntive che, o vengono prese dalle altre, oppure devono ricevere una copertura». La questione è tutta qui, ed è il punto su cui si è arenata la trattativa nel governo. Tria ha detto l' indicibile: senza una riduzione dei trasferimenti alle Regioni del Sud, la riforma potrebbe costare molto di più di quello che il Paese in questo momento si può permettere. Non solo: per avvicinarsi gradualmente a quell' obiettivo occorrerebbe riformare il catasto e introdurre i cosiddetti «livelli essenziali delle prestazioni» nella sanità.

 

matteo salvini giovanni tria 1 matteo salvini giovanni tria 1

Due progetti arenati nelle nebbie di un Paese incapace di portare in fondo le grandi riforme, soprattutto se sono quelle di chi ha un colore politico diverso.

 

 

Dire che il progetto sia già finito nei cassetti di una maggioranza agli sgoccioli sarebbe troppo. Proprio ieri una delle risoluzioni di maggioranza allegate al Documento di economia e finanza Lega e Cinque Stelle chiedono di «portare a termine l' attuazione del regionalismo differenziato». Ma l' affermazione ha il sapore di una propaganda a fini elettorali.

GIOVANNI TRIA GIOVANNI TRIA

 

La questione potrebbe trasformarsi in un problema all' interno della Lega, dove nonostante la cura nazional-salviniana restano forti gli istinti autonomisti. Su questa partita Luca Zaia ha scommesso moltissimo, fino al punto di indire un referendum regionale. Il presidente della Regione Veneto per ora fa buon viso a cattivo gioco. Ieri ha risposto a Tria con una lunghissima nota in cui valuta «positivamente» le parole di Tria, in linea con quanto discusso finora. Ma anche qui si tratta di diplomazia: prima o poi Zaia, unico suo vero competitor, presenterà il conto a Matteo Salvini per la distrazione sul dossier autonomia.

conte zaia conte zaia ZAIA E DI MAIO ZAIA E DI MAIO luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria

Twitter @alexbarbera

 

matteo salvini giovanni tria 2 matteo salvini giovanni tria 2 salvini tria salvini tria GIOVANNI TRIA GIOVANNI TRIA GIORGETTI TRIA GIORGETTI TRIA GIOVANNI TRIA GIOVANNI TRIA

 

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