A CHE GIOCHI, GIOCHIAMO? LO SCONTRO TRA SALA E M5S ALLONTANA LA CANIDATURA DI MILANO, TORINO E CORTINA PER LE OLIMPIADI INVERNALI DEL 2026 – DI MAIO: "IL TRIDENTE E’ UNA FORMULA SBAGLIATA" - LA LEGA PARLA DI SABOTAGGIO GRILLINO - GIORGETTI DURO: "SE QUESTE SONO LE CONDIZIONI, TANTO VALE NON PRESENTARE LA CANDIDATURA" MA SI PRENDE ANCORA DEL TEMPO PER COMUNICARE LA POSIZIONE UFFICIALE DEL GOVERNO…

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sala appendino

Ilario Lombardo e Andrea Rossi per la Stampa

Se queste sono le condizioni, tanto vale non presentare nessuna candidatura». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti si è preso una notte per comunicare la posizione ufficiale del governo. Medierà fino all' ultimo. Spera di farcela, anche ora che il Movimento 5 Stelle ha avviato su un binario morto il progetto di Olimpiadi invernali diffuse e condivise da tre città (Torino, Milano e Cortina).

 

 

Mentre le potenziali avversarie si sfilano una dietro l' altra, quasi spalancandole la strada - ieri è toccato a Sapporo, Giappone -, l' Italia le sta tentando tutte per azzoppare la sua rincorsa: sopita, nemmeno due mesi fa, la lotta fratricida tra Cortina, Milano e Torino - costrette a dar vita a una candidatura unica che piace solo alle Dolomiti -, lo scontro ora si è trasferito a Palazzo Chigi e coinvolge le due anime del governo. Da ieri il velo è squarciato: il Movimento 5 Stelle non vuole i Giochi o, almeno, non questa formula che Luigi Di Maio teme non sia «sostenibile». Preferirebbe usare i 600 milioni che il governo dovrebbe accantonare ora per allargare le maglie del reddito di cittadinanza.

 

sala malagò

Il destino dell' avventura olimpica da ieri è dunque uno dei tanti fronti di trattativa.

Non che Matteo Salvini sia particolarmente entusiasta, ma Giorgetti e soprattutto i governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, spingono per il sì. Il Movimento 5 Stelle frena: il tridente «è una formula sbagliata», avrebbe detto Luigi Di Maio armando la mano con cui il sottosegretario Simone Valente, un suo fedelissimo oltre che responsabile Sport del Movimento, ha quasi affossato il sogno olimpico. «È arrivato il momento di mettere un punto fermo su questa situazione paradossale: non è possibile procedere quando determinate condizioni proposte da Coni e governo non sono sostenute da una città così importante come Milano».

Per la Lega era l' incidente che i Cinquestelle aspettavano da giorni.

APPENDINO DI MAIO

 

Il sindaco Giuseppe Sala l' ha fornito con una lettera inviata a Giorgetti. Toni morbidi ma posizioni rigide: Milano rivendica il ruolo di capofila rispetto a Torino e Cortina, nei fatti e perfino nel logo della candidatura. Considera l' ipotesi a tre un pasticcio, insiste nel ritenere che Milano, «più conosciuta a livello internazionale», debba essere in rilievo.

 

Non è una mano tesa a Torino e Cortina e non è nemmeno un gesto distensivo nei confronti del governo e del Coni.

Sala, non a caso, ricorda di lavorare al progetto olimpico da un anno e mezzo: Milano era la prescelta dal Comitato olimpico, che poi si è dovuto piegare ai diktat politici includendo anche la Cinquestelle Torino e la leghista Cortina.

 

zaia cortina 2026

In fondo, la posizione del sindaco di Milano non è poi così lontana dai pensieri della sua collega di Torino, a molti apparsa ancor più inflessibile durante gli incontri a Roma: Chiara Appendino considera insufficienti le risposte finora ottenute, invoca chiarezza sulla regia della candidatura e sulle risorse a disposizione, vuole che le città non abbiano responsabilità alcuna in un percorso troppo dispersivo per poter essere sorvegliato a dovere. Da giorni va ripetendo che se non fosse per lealtà al M5S si sarebbe già sfilata.

 

È però la sortita di Sala - per evidenti ragioni politiche - ad armare l' attacco dei Cinquestelle. Il Movimento rifila un colpo alle Olimpiadi additando a colpevole il sindaco di Milano, l' unico amministratore del Pd alla guida di una grande città. Per la Lega è un indizio: da giorni Giorgetti aveva annusato le perplessità dei grillini, intuendo che avrebbero potuto lavorare per boicottare le Olimpiadi alla prima occasione, aprendo - tra le altre cose - una via di fuga ad Appendino.

giorgetti malagò

 

Giorgetti parlerà oggi in commissione Istruzione al Senato e lì - spiegano fonti leghiste - «esporrà la posizione del governo». È un modo non troppo rude per dire che Valente non esprime la linea ufficiale dell' esecutivo.

 

Lo scontro - l' ennesimo - è dietro l' angolo. Con un dettaglio non trascurabile: entro domani andrebbe deciso il da farsi, il Comitato olimpico internazionale aspetta una risposta. E la sessione di Buenos Aires di inizio ottobre, che dovrà dare il via libera alle candidature (e anche alla nomina del presidente del Coni Malagò a membro Cio), è dannatamente vicina.

sala fontana malagò
ZAIA BERLUSCONI
mattarella malago' giorgetti