1. FASSINA CONTRO RENZI - VIDEO
2. FASSINA A PREMIER: "SE VUOI IL VOTO DILLO". LA REPLICA: "CHIEDO LEALTÀ"
Da “repubblica.it”
Come da previsioni, durante l'assemblea nazionale del Pd va in scena lo scontro aperto fra Matteo Renzi e la minoranza del partito. A rivolgere l'attacco più duro al segretario-premier è Stefano Fassina: "Milioni di lavoratori venerdì hanno perso una giornata dei loro stipendi per dire al governo che la politica economica che porta avanti non va bene.
E' grave che il segretario non abbia detto una parola sullo sciopero - afferma il deputato dissidente -. Significa che al Pd non importa nulla di quelle persone che sono scese in piazza. Stiamo cambiando idendità, stiamo cambiando funzione politica. Stiamo diventando il partito dell'establishment che mette in atto l'agenda della Troika, non il partito della nazione".
E, rivolto al leader dem, gli intima: "Non ti permetto più di fare le caricature di chi la pensa diversamente da te. E' inaccettabile. La minoranza non fa diktat: se vuoi andare a elezioni dillo chiaramente e smettila di scaricare la responsabilità sulle spalle di altri" (video).
La replica del premier arriva nel pomeriggio: "Dobbiamo reciprocamente imparare gli uni dagli altri - gli risponde Renzi -. Stefano ha un po' urlato con l'atteggiamento di passione che gli riconosciamo. Ha alzato i decibel...
Io non credo che qui ci siano della caricature e non credo che sia una caricatura quando mi viene detto che io sono la Thatcher, o che la nostra è posizione economica della Troika. E' interessante discutere e approfondire. Ma c'è un principio fondamentale: a un certo punto si decide". E poi ancora: "Io non sono affezionato a un principio di obbedienza. Credo che un partito sta insieme sulla base del principio di lealtà. Se ci sono degli argomenti di coscienza, non si usano per mandare sotto il governo".
Riunione al via. La riunione nazionale si apre alle 11.15, con circa tre quarti d'ora di ritardo rispetto all'orario previsto, all'hotel Parco dei Principi di Roma. Parte l'Inno di Mameli e sul banco della presidenza tutti si mettono in piedi a cantarlo, a partire da Renzi, che indossa una camicia bianca senza cravatta.
"Pretendo lealtà" è il messaggio di Renzi al suo partito, tra voglia di resa dei conti, la scissione minacciata da Pippo Civati ("Se si va alle elezioni, vedremo di creare qualcosa di diverso", dichiara entrando) e la tentazione dei renziani di andare allo scontro finale.
La polemica con l'Anm. E, riferito allo scandalo di mafia capitale, precisa: "Deve essere chiaro che chi è disonesto, non può camminare con noi. Non tutti gli onesti votano il Pd, ma tutti quelli che stanno nel Pd devono avere l'onestà come elemento fondamentale. Niente sconti su questo". Rivolto ai magistrati, attacca: "Quando leggo numerose interviste di magistrati che commentano le leggi che stiamo facendo, vorrei ringraziarli, ma credo che debbano parlare un po' di più con le sentenze e non con le interviste". Frase, quest'ultima, che scatena la reazione di Rodolfo Sabelli, presidente dell'Anm (Associazione nazionale magistrati): "Parliamo per avere leggi migliori" (video).
Ilva. "La settimana prossima scriveremo un decreto che riguarderà l'Ilva ma non solo - aggiunge Renzi - riguarderà il porto e meraviglie culturali per la città" di Taranto.
No ai diktat della minoranza. Poi, rivolto ai dissidenti, parla chiaro: "Non facciamo le riforme a colpi di maggioranza, ma non ci facciamo nemmeno bloccare le riforme dai diktat della minoranza. Non staremo fermi nella palude per guardare il nostro ombelico".
HAPPY PD DALEMA RENZI BERSANI FRANCESCHINI FINOCCHIARO
E risponde a chi punta su nuovi equilibri nel partito (come Gianni Cuperlo e Stefano Fassina) e a chi vorrebbe un nuovo esecutivo (come Massimo D'Alema e Rosy Bindi, che all'Intervista di Maria Latella su Sky Tg 24 dichiara: "Non siamo gufi e nessuno vuole lasciare il paese nella palude, ma il Parlamento non è uno scendiletto del governo".): "Chi vuole cambiare segretario si metta il cuore in pace - ribadisce Renzi - ha tempo da qui al 2017. Chi vuole cambiare il premier si metta il cuore in pace: ha tempo da qui al 2018".
No a giochini e mugugni. Sull'opportunità di limitare l'autonomia dei gruppi parlamentari, allo scopo di ottenere maggiore lealtà alla linea del governo (dopo incidenti di percorso come quello di qualche giorno fa, con il voto contrario dei dissidenti sui senatori a vita che ha mandato sotto il governo nell'esame della riforma costituzionale), interviene il vicesegretario Guerini: "Questo è l'ultimo appello, non ci sono altre chiamate: o siamo tutti consapevoli che il tempo dei giochini, delle rivincite congressuali e degli sgambetti è finito. Oppure, altro che disciplina, saranno gli elettori a sanzionarci".
Gli risponde il bersaniano Alfredo D'Attorre, che in assemblea chiarisce: "Non si deve parlare di trucchetti o giochini. Stiamo parlando della Costituzione. Nessuno ha lavorato per frenare, anche se capisco che il topos dei frenatori può far comodo. Basta nemici immaginari, segretario devi ringraziarci". Mentre Francesco Boccia taglia corto: "La conta non conta perchè i numeri sono quelli".
PIERLUIGI BERSANI IN MACCHINA FOTO DA LESPRESSO
Gli fa eco Gianni Cuperlo: "Saremo leali, ma pretendiamo autonomia. Nessuno cerca il fallimento delle riforme, nessuno vuole la palude. Il punto è aiutare il Paese con le riforme giuste. Non si tratta di mugugnare, ma di migliorare - conclude Cuperlo nel suo intervento dai toni concilianti - Dobbiamo indicare tutti insieme una via d'uscita a un'Italia lacerata dalle divisioni sociali" (video).
Approvate modifiche allo statuto. L'assemblea approva all'unanimità le modifiche allo statuto del partito dopo l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, compresa la 'norma anti-scissione', che riguarda l'utilizzo del simbolo. E recita: "Il segretario del partito è titolare del simbolo e ne autorizza l'utilizzo". Il tesoriere nazionale Francesco Bonifazi spiega che "si tratta di mettere per iscritto una cosa che valeva già per prassi". Un'altra modifica importante è quella che prevede la pubblicazione dell'elenco degli iscritti sul sito del partito con la conseguente cancellazione di chi non versa le quote di iscrizione.
Assente la vecchia guardia. E' anche l'assemblea dei grandi assenti: manca Massimo D'Alema, che ha dichiarato alla stampa di non avere intenzione "di farsi minacciare da Renzi". E non c'è nemmeno Pier Luigi Bersani, bloccato a casa dal mal di schiena. Proprio con la minoranza meno oltranzista dell'ex segretario e di Roberto Speranza i renziani stanno tentando di trovare un accordo per portare a casa le riforme nei tempi previsti. Il voto finale di ieri notte in commissione dovrebbe allontanare una rottura drammatica.
La replica del segretario. "Io volevo i sindaci" nel Senato delle Autonomie. "Ma non è che è arrivato il Mago Zurlì che può decidere tutto". Così Renzi nella replica all'assemblea nazionale. "Se ce la mettiamo tutta, tutti insieme, non solo cambiamo le cose ma restituiamo orgoglio al nostro partito e alla nostra casa politica", aggiunge renzi rivolgendosi alla minoranza dem. La politica "non può essere un luogo dove ognuno fa come vuole, l'anarchia. Non può essere il luogo in cui tutti i giorni si gioca a più uno".