CIAO BIONDINA - BUTTAFUOCO SUI FUNERALI DI INGRAO: ''LA BOSCHI CHE CANTA BELLA CIAO È COME TINA PICA QUANDO INTONA L’INNO DI GARIBALDI. SE SOLO SI FOSSE REALIZZATA L’UTOPIA DI INGRAO IL DESTINO DI QUESTA RAGAZZA ARETINA, ALTRO CHE LA MADONNINA NEL PRESEPE...'' - - - - -

“Va da sé che sarebbe stato tutto da vedere il destino di questa ragazza aretina se solo si fosse realizzata l’utopia di Ingrao. Altro che far la Madonnina al presepe del suo paesello. Più che Tu scendi dalle stelle, solo il paradiso dei gulag ma quel che conta è il tic d’Italia: scoperchiare loculi. E’ tutto un levarsi di salme, l’ideologia italiana...”

Condividi questo articolo


BOSCHI FUNERALI INGRAO BOSCHI FUNERALI INGRAO

Pietrangelo Buttafuoco per il “Fatto Quotidiano”

 

Maria Elena Boschi che canta Bella Ciao è come Tina Pica –magnifica maschera della commedia italiana – quando intona l’inno di Garibaldi. La prima è assai carina, la seconda, si sa, è una solida racchiona ma l’istinto retorico – sul doppio binario di due dogmi obbligati, la Resistenza e il Risorgimento – è lo stesso: “Si scopron le tombe, si levano i morti!”.

 

TINA PICA TINA PICA

Se Tina Pica, nonna Sabella, lo faceva in un film. Il ministro delle Riforme, volto gentile dell’happy regime di Matteo Renzi, ha dovuto esibirsi al funerale di Pietro Ingrao. Ogni istinto asseconda un riflesso condizionato. Va da sé che sarebbe stato tutto da vedere il destino di questa ragazza aretina se solo si fosse realizzata l’utopia del vegliardo comunista. Altro che far la Madonnina al presepe del suo paesello. Più che Tu scendi dalle stelle, solo il paradiso dei gulag ma quel che conta –mentre arrotola la boccuccia nel ci-a-o! ci-a-o! ci-a-o! – è adesso è il tic d’Italia: scoperchiare loculi. E’ tutto un levarsi di salme, l’ideologia italiana.

INGRAO INGRAO

 

Onorare i morti per come furono da vivi è impossibile e l’impronta catacombale segna nel profondo tutto il parterre dei condolenti: anche Laura Boldrini, presidente della Camera, e Pietro Grasso (o era Aldo Grasso?), si associano al coro e fanno ci-a-o! ci-a-o! ci-a-o!, e pestano i piedini come ad accendere una marcetta. In cotanta emozione si distingue quella sventola eterea di Marianna Madia.

 

Si guarda bene dal prendere parte al birignao – e chissà, forse perché rammemora il defunto in un’altra veste, da valoroso vincitore dei Littoriali della Cultura e dell’Arte quale fu – muta se ne sta e le esequie, poi, vanno a spegnersi nel fragoroso battimani e nello striscione d’obbligo.

BOSCHI FUNERALI INGRAO 1jpg BOSCHI FUNERALI INGRAO 1jpg

 

E’, manco a dirlo, “ciao Pietro!”. Nella storia d’Italia, come in ogni storia, c’è tutto. Ci sono i briganti massacrati dai garibaldini e ci sono i fascisti della prima ora. C’è da pensare che Maria Elena Boschi, per quanto potente, non sappia cosa fossero i Littoriali.

 

Erano le gare di poesia, di arte e d’ingegno in cui si lanciavano i ragazzi della generazione di Benito Mussolini. Ingrao –come Mario Alicata, come Renato Guttuso, come Carlo Muscetta –fu uno di loro. Nella vita di tutti c’è tutto. Non è solo l’oro di Dongo a far ricco il Pci. I comunisti, con la sapiente regia di Palmiro Togliatti, arruolano il meglio tra i fascistissimi. Offrono loro un lavacro ed è così che un Delio Cantimori, tra i massimi storici europei, passa senza pegno dal Terzo Reich all’Urss.

 

La retorica catacombale, poi –ci-a-o! ci-a-o! ci-a-o! –aggiusta tutte le biografie. Anche a dispetto dello stesso Ingrao che, buonanima, alla Camera dei Deputati, con Beppe Niccolai –un vero eretico, fascista rosso, non certo un ortodosso come il “compagno Pietro”– a conferma di ciò che si legge in “Came - rata, dove sei?” parlava volentieri dei suoi giorni in camicia nera. E’, questo del “dove sei?”, un libro di Nino Tripodi.

INGRAO E BERLINGUER INGRAO E BERLINGUER

 

BOSCHI INGRAO TINA PICA BOSCHI INGRAO TINA PICA

E’ una sorta di compendio arcitaliano dove la gabbana fa da voltapagina alla storia nazionale. Chi lo legge, vi trova l’elenco completo dei padri della patria, quella del ci-a-o! ci-a-o! ci-a-o!, che va a coincidere con l’Italia del Duce. E perciò, non suoni blasfemo, a veder cantare la Boschi, un contro canto urge. Altro che Bella ciao, piuttosto Ciao biondina (...il goliarda va, senza mai esitar...).

pietro ingrao oggi pietro ingrao oggi

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…