CODICE DA LETTA - VOLA COLOMBA BIANCA VOLA: La campagna militare al momento è finita. Fini annuncia ma non forma il partito. Berlusconi si ferma, ascolta L’EMINENZA AZZURRINA, accetta di portare le lancette all’indietro - IL TEMA GIUSTIZIA E 22 SENATORI ALLONTANANO IL VOTO - IL PD VEDE LETTA MENTRE D’ALEMA PUNTA ALLO SCRANNO DI FINI (Napolitano ha definito ‘una novazione’ quella di un presidente della Camera che fa un partito durante il suo mandato)....

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Da Il Velino.it

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1- SE IL TEMA GIUSTIZIA E 22 SENATORI ALLONTANANO IL VOTO
\"La campagna militare al momento è finita. Fini annuncia ma non forma il partito. Berlusconi si ferma, ascolta Letta, sgombra il campo da tutti i ‘falchi\' che ha inseguito in questi mesi, accetta di portare le lancette all\'indietro\". Lo spiega il CORRIERE in un retroscena: \"‘Non voglio più interferenze\', ha detto ieri agli ex colonnelli di An che gli stanno al fianco. Tradotto: d\'ora in poi non daremo più alcun alibi per la rottura agli esponenti di Futuro e Libertà, siete pregati di abbassare i toni. La campagna militare potrebbe riprendere in qualsiasi momento. Ma non ora, non nelle prossime settimane.

Gianni Letta ha la delega piena per la Trattativa con la t maiuscola, quella sulla giustizia, che ovviamente non comprende solo il Lodo Alfano, ma anche una versione del processo breve ad impatto minimo, che sterilizzi pochissimi procedimenti, fra i quali anche quelli del premier. Fini accetterà? Si vedrà nei prossimi giorni.

BERLUSCONIBERLUSCONI ALFANOe

I toni di domenica scorsa, quelli della commissione d\'inchiesta contro la magistratura, mentre il Cavaliere svolge la conferenza stampa a Palazzo Chigi sembrano quelli di un secolo fa. Ma servono i passi avanti e i segnali di tregua fra le due sponde a spiegare il cambiamento? Un\'altra spiegazione la offre a sorpresa proprio il premier: il governo tecnico è un incubo reale, altro che scommessa di una sinistra disperata o di chi interpreta male la Costituzione.

E in pubblico Berlusconi usa le stesse parole con cui per giorni, nelle ultime settimane, vari esponenti del Pdl hanno provato a convincerlo del pericolo: 60 posti di governo da offrire, anche a chi non ha voglia di urne. E sono in tanti, compresi quei 22 senatori del Pdl, conti fatti sull\'unghia, che hanno la certezza di non essere rieletti se si tornasse a votare oggi.

Almeno una quindicina di finiani, alla Camera, ostentano in privato una doppia lealtà: alla terza carica dello Stato come al governo, potrebbero non seguire sino in fondo la prima se Berlusconi non fornirà alibi di rottura. La scommessa del Cavaliere, che esorcizza in pubblico e con una battuta il timore reale di un governo tecnico, è anche questa.

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La guerra lampo contro Fini è fallita, mentre il logoramento dell\'immagine dell\'avversario ha coinvolto anche quella del governo. Quando dice che gli italiani non meritano questa politica, il Cavaliere sembra dire che non meritano nemmeno questo tipo di Berlusconi. ‘Andiamo a vedere dove va a finire il discorso di Mirabello\', è il messaggio che ha girato agli ex colonnelli, tornando a farsi ‘concavo o convesso\', a seconda delle esigenze, che ‘è sempre stato il mio punto di forza\'\".

IL PD VEDE LETTA MENTRE D\'ALEMA PUNTA ALLO SCRANNO DI FINI
\"Mattina del 5 ottobre, l\'auto di Massimo D\'Alema scalda i motori sotto l\'abitazione del presidente del Copasir nel quartiere romano di Prati. Una decina di minuti e la macchina arriva sotto la sede del Pd, a via sant\'Andrea delle Fratte\".

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Inizia così un dietro le quinte del CORRIERE sulle strategie dell\'opposizione. \"Al partito c\'è Pier Luigi Bersani, reduce da un ‘tour\' siciliano. Poco dopo i due entrano in un palazzo di largo del Nazareno, dove ci sono alcuni uffici della Mediaset e dove è solito fare tappa, quando è nella Capitale, Fedele Confalonieri. Varca quel portone anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. L\'incontro dura quanto basta per un giro d\'orizzonte sui temi oggi sul tappeto.

GIANNIGIANNI LETTA

Il barometro della politica italiana da un paio di giorni indica che la legislatura potrebbe durare: normale, quindi, che maggioranza e opposizione si confrontino. Letta, mediatore per vocazione, è contrario al voto. I dirigenti del Pd non hanno mai nascosto la loro opinione sull\'opportunità di andare subito alle elezioni anticipate. Bisogna prima cambiare la legge elettorale. E comunque, più si va avanti, più si allontana l\'ipotesi della candidatura alla premiership del centrosinistra di Nichi Vendola.

DISCORSODISCORSO DI PIERLUIGI BERSANI

Ipotesi che i big del Pd vedono come fumo agli occhi anche perché, inevitabilmente, spaccherebbe il partito tra i contrari e i favorevoli. Di carne al fuoco ce n\'è tanta. C\'è la questione del lodo Alfano. L\'Udc, a determinate condizioni, potrebbe votarlo. E il Partito democratico, pur non dando il suo assenso, potrebbe non alzare le barricate contro una simile riforma costituzionale?

NichiNichi Vendola

E ancora, c\'è il problema della presidenza della Camera. Silvio Berlusconi, nonostante i toni più concilianti, punta ancora alle dimissioni di Gianfranco Fini. Lo stesso leader di Futuro e libertà, del resto, sta meditando questa scelta, come gli ha consigliato uno degli intellettuali a lui vicino, Alessandro Campi.

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Il capo dello Stato, qualche giorno fa, ha definito ‘una novazione\' quella di un presidente della Camera che fa un partito durante il suo mandato. Ma Giorgio Napolitano, com\'è nel suo stile, non fa pressioni e non interviene in alcun modo: si affida alla sensibilità di Fini.

In caso di dimissioni quella poltrona potrebbe andare a un esponente dell\'opposizione. ‘Dall\'altro ieri - racconta il \"democrat\" Beppe Fioroni - in molti mi dicono che D\'Alema potrebbe succedere a Fini, ma io oltre a questo non so altro\'.

 

 

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