CONTRADA SENZA USCITA - DUE PERQUISIZIONI A CASA DELL'EX SUPERPOLIZIOTTO APPENA 'NON ASSOLTO' DALLA CASSAZIONE: ''PERCHÉ SONO VENUTI ALLE 4 DEL MATTINO A CASA DI UN 86ENNE MALATO E CON LA MOGLIE IMMOBILIZZATA A LETTO? COSA VOGLIONO ANCORA DA ME? IO DI 'FACCIA DI MOSTRO' NON SO NULLA, E DI 'NDRANGHETA NON SO NULLA'' - LA SECONDA PERQUISIZIONE ERA PURE SENZA DECRETO

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1. POLIZIA SENZA PERMESSO A CASA CONTRADA - PERQUISIZIONE ANOMALA, NESSUNA DELEGA DEL PM. E L' AVVOCATO CHIAMA I CARABINIERI

Luca Rocca per ''Il Tempo''

 

Prima la perquisizione alle 4 del mattino del 26 luglio scorso: esito negativo. Ieri, a casa dell' ex super poliziotto Bruno Contrada, una seconda "visita" (conclusasi con l' allontanamento della polizia giudiziaria da parte del legale di Contrada per la mancanza di delega o decreto di perquisizione) disposta ancora una volta dalla procura di Reggio Calabria nell' ambito di un' inchiesta su un "patto" tra mafia e 'ndrangheta avente come fine l' ammorbidimento delle leggi contro i boss, come mezzo l' attacco stragista allo Stato nel 1993 e l' uccisione di due carabinieri avvenuta nel 1994 in Calabria.

 

BRUNO CONTRADA ESCE DAL CARCERE BRUNO CONTRADA ESCE DAL CARCERE

Insomma, la seconda irruzione a casa Contrada avrebbe sullo sfondo la famigerata "trattativa" Stato -mafia che, nell' ipotesi della procura dello Stretto, si sarebbe estesa fino a coinvolgere le 'ndrine calabresi. E che c' entra, in tutto questo, l' ex funzionario del Sisde, ormai 86enne, a cui la Cassazione ha appena revocato la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa?

 

Gli inquirenti reggini vorrebbero far luce sul presunto rapporto di Contrada con l' ex agente Giovanni Aiello, meglio conosciuto come «faccia da mostro», una sorta di "anima nera" che, a parere dei magistrati (ma le prove latitano), starebbe dietro ogni strage di mafia degli ultimi decenni, e che è anche sotto accusa per l' omicidio, avvenuto nel 1989, del poliziotto Nino Agostino e della moglie (i pm palermitani han no chiesto l' archiviazione, respinta dal gip, e subito dopo la procura generale ha avocato l' inchiesta).

 

Ma a Contrada si contestano anche i contatti con un altro ex poliziotto, Guido Paolilli, avvenuti dopo che questi era stato sentito dai pm proprio su Aiello. Lo stesso Paolilli è stato indagato, e archiviato, per l' omicidio Agostino. Due perquisizioni in quattro giorni, dunque, per Contrada, vecchio e malato, con la moglie quasi paralizzata a letto. Se dopo la prima il suo avvocato, Stefano Giordano, ha parlato di una «reazione da parte di chi ha perso e non si rassegna a questa inesorabile sconfitta», ieri la sua reazione è stato ancora più dura.

BRUNO CONTRADA NEL 1998 BRUNO CONTRADA NEL 1998

 

Raggiunto al telefono dal Tempo, infatti, Giordano ha spiegato che «alle 8 del mattino si sono presentati gli uomini della polizia giudiziaria di Reggio e hanno cominciato a porre domande a Contrada, chiedendo l' esibizione di documenti personali, fra cui la sua agenda rossa. Ma ad un certo punto mi sono accorto che non avevano né un decreto di perquisizione, né un delega a indagare, né una delega del pm ad assumere sommarie informazioni testimoniali. Nulla. Così li ho invitati ad allontanarsi da casa Contrada».

 

Cosa che, però, non hanno fatto: «Sono rimasti ancora 40 minuti - ha aggiunto Giordano - fino a quando ho chiamato i carabinieri. Solo a quel punto sono andati via prima dell' arrivo dei militari, a cui abbiamo riferito quanto di competenza». Il legale non ha dubbi: «Qualcuno non ci vuole bene, ma di perquisizioni possono farne altre 500. Se ne torneranno in procura sempre a mani vuote». Intanto, il parlamentare di Forza Italia Amedeo Laboccetta ha annunciato che «su quello che sta succedendo a Contrada» presenterà «un' interrogazione urgente ai ministri dell' Interno e della Giustizia».

BRUNO CONTRADA NEL 1995 BRUNO CONTRADA NEL 1995

 

 

2. «MA COSA VOGLIONO ANCORA DA ME? CON FACCIA DA MOSTRO NON C' ENTRO»

Luca Rocca per ''Il Tempo''

 

 

Quando le forze dell' ordine, pochi giorni fa, sono piombate a casa di Bruno Contrada alle 4 del mattino su mandato della procura di Reggio Calabria, l' ex superpoliziotto le ha accolte incredulo.

 

ingroia nel durante il processo contrada ingroia nel durante il processo contrada

 E allibito era anche ieri quando, nell' ambito dell' inchiesta su un patto fra mafia e 'ndrangheta per piegare lo Stato a colpi di stragi e attentati (nel 1994 ci andarono di mezzo due carabinieri, uccisi sull' autostrada), è scattata la seconda perquisizione effettuata senza delega del magistrato né decreto. L' angoscia per l' ex numero 3 del Sisde, dunque, che solo pochi giorni fa, dopo 25 anni di calvario, si è visto revocare la condanna per concorso esterno dalla Cassazione, rischia di ricominciare. Ecco cosa ci ha detto Contrada subito dopo la prima speciale "visita" disposta dai pm reggini all' alba del 26 luglio scorso.

                             

Dunque Contrada, l' incubo ricomincia?

«Mi creda, non so davvero cosa stia succedendo. Ho sentito suonare il citofono alle 4 di mattina, e siccome ho un figlio in vacanza molto lontano da qui e un altro malato di cuore, ho temuto che fosse accaduto qualcosa a loro. Poi, per fortuna, gli agenti sono saliti in camera mia per consegnarmi l' atto della procura e allora ho ripreso a respirare».

 

Gian Carlo Caselli Gian Carlo Caselli

I pm reggini sono certi che lei abbia avuto un rapporto molto particolare con Giovanni Aiello, alias "faccia da mostro", il cui nome compare in molte inchieste sulle stragi di mafia, anche se finora non ha subìto alcuna condanna.

«Ma io questo Aiello lo ricordo a stento. Rammento i suoi capelli lunghi e la cicatrice sul viso, e che era sempre trasandato e malandato. Tenga presente che io ho guidato la squadra mobile di Palermo dal 1973 al 1976, più di 40 anni fa, e in quel periodo ho avuto a che fare con centinaia se non migliaia di poliziotti, ufficiali, sottoufficiali, dipendenti, collaboratori. Una volta incontrai questo Aiello per le scale e notando i suoi capelli gli chiesi se avesse litigato col barbiere. Ma non ho mai avuto a che fare con questo soggetto, che credo rimase alla squadra mobile per un breve periodo. Ma poi io che c' entro con la Calabria?

 

GIOVANNI AIELLO "FACCIA DA MOSTRO" GIOVANNI AIELLO "FACCIA DA MOSTRO"

Non ho mai fatto servizi in quel territorio, non so nulla dei fatti calabresi e della 'ndrangheta, e quando i due carabinieri vennero uccisi, nel 1994, io ero già in galera dal dicembre del 1992. Per 31 mesi, il tempo della mia carcerazione preventiva, la mia corrispondenza è stata sottoposta a censura, e non potevo avere rapporti epistolari con nessuno. Ma allora mi chiedo: perché inserire la perquisizione a casa mia in questa indagine?».

 

Eppure la procura afferma che lei è la persona "più strettamente legata ad Aiello nella polizia di Stato".

«Una balla grande quanto una casa, non è vero niente. Niente».

BRUNO CONTRADA NEL 1979 BRUNO CONTRADA NEL 1979

 

Hanno sospetti anche sui suoi contatti con l' agente in pensione Guido Paolilli avvenuti dopo la deposizione del poliziotto su Aiello.

 

«Paolilli è stato uno dei miei migliori agenti alla squadra mobile. Con lui sono rimasti in buoni rapporti. Venne a trovarmi nel 1995, dopo la mia scarcerazione, e ogni due o tre anni torna e mi porta una bottiglia di vino. Ma con lui, negli ultimi tempi, ho parlato solo della morte della moglie, una donna a cui era molto legato. Erano solo telefonate di conforto».

 

Cos' hanno portato via da casa sua?

dipietro contrada dipietro contrada

«Nulla di nulla. La perquisizione ha avuto esito negativo. Ma sono andati anche a casa di mio fratello Vittorio a Napoli, dove io, dopo la scarcerazione nel 1995, presi la residenza anagrafica. Pensi che Vittorio, che abita in una zona isolata, non li ha fatti nemmeno entrare se non dopo l' arrivo dei carabinieri da lui chiamati. In questo caso, però, la perquisizione ha avuto esito positivo: hanno portato via tre delle centinaia di giornali che parlavano della mia vicenda giudiziaria e che mio fratello conserva».

 

bruno contrada carcere ph dummy bruno contrada carcere ph dummy

Il suo avvocato, Stefano Giordano, ha parlato di "reazione da parte di chi ha perso e non si rassegna a questa inesorabile sconfitta".

«Il giudizio del mio legale, che io rispetto, non l' ho espresso io. Ma osservo che, dopo la sentenza della Cassazione, le reazioni sono state molto equilibrate tranne quelle di due persone: il dottor Ingroia, che è stato il mio inquisitore e accanito accusatore, e il dottor Caselli, che era a capo della procura di Palermo in quegli anni. Entrambi non accettano la sentenza della Suprema Corte. Credo che l' avvocato Giordano parlasse di questo».

 

Contrada, la stanno perseguitando?

Bruno Contrada Bruno Contrada Bruno Contrada Bruno Contrada

«Perché sono venuti alle 4 del mattino a casa di un 86enne malato e con la moglie quasi immobilizzata a letto. Ma cosa vogliano ancora da me?».

GIOVANNI AIELLO "FACCIA DA MOSTRO" GIOVANNI AIELLO "FACCIA DA MOSTRO"

 

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