IL CORRIERE DEI GUFI - DOPO POLITO, GIAVAZZI, DE RITA OGGI TOCCA AD ALESINA: DA VIA SOLFERINO UN ALTRO SILURO IN DIREZIONE DEL SEDERINO DEL PAROLAIO RENZI

L’innamoramento dei grandi giornali per Matteo Renzi pare finito. Il cuore d’altronde, come si sa fin dalla canzone di Nicola Di Bari, è uno zingaro. L’ulteriore conferma arriva da Alberto Alesina sulla prima del Corriere della Sera: ogni giorno un pensierino di piombo a Matteuccio…

Condividi questo articolo


Alberto Alesina per il Corriere della Sera

 

ALBERTO ALESINA ALBERTO ALESINA

Nei primi mesi del suo governo, Matteo Renzi si è impegnato su due fronti. Il primo, le riforme istituzionali; l’altro, una discussione con l’Europa sulle regole di bilancio. Evidentemente queste erano, nella sua strategia, le condizioni necessarie per iniziare l’annunciata «mini rivoluzione» economica basata su meno tasse, più flessibilità, piu concorrenza, meno spesa pubblica.

 

Le due fondamenta della sua strategia stanno però franando. Nonostante i primi risultati sul Senato, in tema di riforme l’atmosfera resta tesa e la strada ancora lunga. E sull’Europa? Da queste colonne si è ripetuto spesso che quel che l’Italia avrebbe dovuto fare da tempo era presentarsi a Bruxelles con un piano preciso di riforme economiche che includessero tagli di imposte sul lavoro con una riforma strutturale del mercato sempre del lavoro, accompagnato da riduzioni di spesa. L’Europa avrebbe potuto concedere un po’ più di flessibilità sui vincoli. Invece di far questo, Renzi ha cercato con la sua simpatia di «ingraziarsi» i partner del Nord Europa promettendo di rispettare i vincoli. Ma ancora non ha ottenuto quanto voleva.

boschi renzi delrio boschi renzi delrio

 

Purtroppo l’economia non aspetta. Il Prodotto interno lordo (Pil) crescerà di qualche decimale dopo aver perso quasi il 10 per cento negli ultimi anni e la disoccupazione giovanile sale.

 

Renzi ha sbagliato la sequenza delle sue mosse. Doveva partire approfittando della luna di miele della vittoria elettorale alle Europee per presentare un coraggioso piano economico, farlo approvare a colpi di voti di fiducia e poi approdare a Bruxelles forte di questo e, dati alla mano, discutere di vincoli. Con qualche concessione dall’Europa e qualche risultato sull’economia, avrebbe poi potuto affrontare le riforme istituzionali da una posizione di forza.

 

renzi delrio boschi renzi delrio boschi

In ottobre dovremo presentare i conti all’Unione europea. Sarà difficile rimanere sotto il 3 per cento nel rapporto deficit/Pil, con la crescita che è di poco sopra lo zero. Si mormora quindi di un’ulteriore manovra in autunno. Dato che chi doveva occuparsi di tagli alla spesa (Carlo Cottarelli) pare stia per dimettersi perché nessuno lo ascolta, questa manovra, se sarà necessaria, dovrà basarsi su nuove imposte, con effetti negativi per la crescita.

 

Renzi può quindi presentarsi a Bruxelles in queste condizioni e discutere di cifre decimali del rapporto deficit/Pil (si salveranno i famosi 80 euro?); oppure sfondare il tetto aprendo le procedure del caso e ottenere uno «sconto» dall’Europa. Ma per riuscirci senza spaventare i mercati e i partner Ue, il premier deve far partire qualche riforma. Per esempio quella del lavoro, dando a tutti il segnale che la politica economica italiana sta cambiando marcia.

carlo cottarelli carlo cottarelli

 

Certo, tutto ciò è facile a dirsi ma difficile a farsi; anche se, per esempio, la Spagna si è comportata meglio di noi sulla strada e sui tempi delle riforme.

Insomma, l’economia procede a ritmi molto più veloci delle riforme costituzionali e quando un Paese naviga sull’orlo di una crisi da debito, con mercati nervosi, la velocità degli eventi si impone all’economia. Bisogna accelerare. Il tempo non è scaduto ma Renzi deve rivedere l’ordine delle sue priorità.

 

2. BENVENUTI TRA NOI

Il Fattoquotidiano.it

GIUSEPPE DE RITA GIUSEPPE DE RITA

 

L’innamoramento dei grandi giornali per Matteo Renzi pare finito. Il cuore d’altronde, come si sa fin dalla canzone di Nicola Di Bari, è uno zingaro. L’ulteriore conferma era ospitata ieri sulla prima pagina del Corriere della Sera sotto la prestigiosa firma di Giuseppe De Rita. Il presidente del Censis parte da un virgolettato renziano: “Ce ne faremo una ragione”.

renzi madia delrio boschi picierno renzi madia delrio boschi picierno

 

Poi elenca: “Se la ripresa, l’occupazione e i consumi non tornano a crescere, ce ne faremo una ragione; se crescono il ‘nero’ e l’evasione fiscale, ce ne faremo una ragione; se non riusciremo a comprimere il nostro debito pubblico, ce ne faremo una ragione ; se la tecnoburocrazia europea ci prospetterà una qualche forma di rigoroso commissariamento, ce ne faremo una ragione;

 

se dovremo accettare l’influenza di poteri forti e trasversali, ce ne faremo una ragione; se la classe dirigente risulterà sempre più inadeguata, ce ne faremo una ragione; se per effetto di alcune riforme non avremo più Camere di commercio, Province, Comunità montane, Prefetture, ce ne faremo una ragione;

 

se vinceranno le riforme di verticalizzazione del potere, ce ne faremo una ragione; se la questione meridionale uscirà dall’agenda del Paese, ce ne faremo una ragione”. E via così per un’altra decina di righe per mettere all’indice un certo “diffuso impotente disincanto”. È chiaro: pure De Rita è un gufo.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – È TUTTO MOLTO STRIANO: PERCHÉ LA COMMISSIONE ANTIMAFIA NON CONVOCA E INTERROGA IL LUOGOTENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, PROTAGONISTA DEL CASO DOSSIERAGGI? - PERCHÉ NELLE TRE INTERVISTE STRIANO HA CAMBIATO VERSIONE (PRIMA HA DETTO DI AVER AGITO SU MANDATO DEI PM, POI DI AVER FATTO TUTTO DA SOLO, PROTEGGENDO I MAGISTRATI - STRIANO È STATO AUTORIZZATO DA QUALCUNO A PARLARE CON I GIORNALISTI (COME VUOLE LA PRASSI) O SI È MOSSO IN AUTONOMIA? – COME MAI DOPO LO SCOPPIO DEL BUBBONE, NON È STATO SOSPESO, MA SOLO TRASFERITO IN UN ALTRO REPARTO. GODE DI PARTICOLARI PROTEZIONI? - DOPO IL SECCO NO DELLA DUCETTA A UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA PARLAMENTARE (RECLAMATA DA NORDIO E CROSETTO), IL SOSPETTO È CHE, GRAZIE ALL’INAZIONE DELL'ANTIMAFIA GUIDATA DALLA MELONIANA CHIARA COLOSIMO, SI VOGLIA “ADDORMENTARE” IL CASO, PER… - VIDEO DELLE IENE

FLASH! - ALLA FACCIA DI CHI LO VOLEVA MORTO! L’AUTOBIOGRAFIA DI PAPA BERGOGLIO, “LIFE”, SCRITTA DA PAPA FRANCESCO CON IL VATICANISTA DI MEDIASET, FABIO MARCHESE RAGONA, A UNA SETTIMANA DALL’USCITA NEGLI USA HA GIÀ CONQUISTATO UN POSTO NELLA PRESTIGIOSISSIMA CLASSIFICA DEI BEST SELLER DEL “NEW YORK TIMES”. LO STESSO IN GERMANIA, CON LA CLASSIFICA DELLO “SPIEGEL”. E IN ITALIA? I RITI VODOO E I MALOCCHI DEGLI ANTI-BERGOGLIANI NON SAREBBERO SERVITI A NIENTE: PARE CHE IL LIBRO SIA PRIMO IN TUTTE LE CLASSIFICHE LIBRARIE. SEGNO CHE LA GENTE, AL CONTRARIO DI TANTI SUOI COLLABORATORI, AMA BERGOGLIO. AMEN!

ARCORE MORMORA, MILANO CONFERMA: MARTA FASCINA SI È FIDANZATA! A RUBARE IL CUORE DELLA FU VEDOVA INCONSOLABILE DI SILVIO BERLUSCONI NON SAREBBE UN POLITICO, NÉ UN PERSONAGGIO PUBBLICO - LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON VEDE L’ORA DI SBULLONARLA DA VILLA SAN MARTINO, AVREBBE PERSINO PRESO UN APPARTAMENTO A MILANO PER LEI E IL SUO NUOVO AMORE. SI VOCIFERA CHE IN QUESTI GIORNI SI STIA LAVORANDO ALL’ARREDAMENTO… - MARTA FASCINA: "LA NOTIZIA È TOTALMENTE INFONDATA. QUANTO ALL'ACQUISTO DI UN NUOVO APPARTAMENTO, SI TRATTA SEMPLICEMENTE DI UNA VALUTAZIONE CHE STO FACENDO PER UN MEMBRO DELLA MIA FAMIGLIA..."

DAGOREPORT – “SANTA” E VOLUBILE: LE MILLE VERSIONI DELLA  SANTADECHÈ SULLE SUE DIMISSIONI DA MINISTRO IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO. ALL’INIZIO SI È DIFESA SENZA ESITAZIONI, POI HA IPOTIZZATO UN PASSO INDIETRO (“FARÒ UNA SERIA E COSCIENTE VALUTAZIONE”) E OGGI, DI NUOVO, CAMBIA SPARTITO: “NESSUNO MI HA CHIESTO DI DIMETTERMI” - PERCHÉ ONDEGGIA COSÌ TANTO? QUALI ASSI NELLA MANICA È CONVINTA DI AVERE? – NESSUN COMMENTO DALLA MELONA CHE SA BENE CHE FDI NON VEDE L'ORA DI RISPEDIRLA A CUNEO (A PARTE IL SODALE LA RUSSA) - NEL CASO IN CUI LA PITONESSA NON SI RASSEGNASSE A DIMETTERSI, E' GIA' PRONTO UN RIMPASTO DI GOVERNO DOPO LE EUROPEE: DATI IN USCITA ANCHE DELMASTRO E ZANGRILLO…- VIDEO