CRAXI VOSTRI! - UN LIBRO METTE IN FILA CAPRIOLE E RIPENSAMENTI E RIBALTONI DI POLITICI E GIORNALISTI SU BETTINO - il capitolo più gustoso è quello dedicato a Vittorio Feltri, SUPER TIFOSO DI DI PIETRO - Al secondo posto, Maurizio Gasparri, SEGUE CICCHITTO - CAPITOLO A PARTE PER GLI EX COMUNISTI: DA FASSINO (“MODERNIZZATORE”) A D’ALEMA (“HO SMESSO DI COMBATTERLO QUANDO RICEVETTE IL PRIMO AVVISO DI GARANZIA”) - E ce n’è anche per Napolitano…

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Stefano Caselli per \"il Fatto Quotidiano\"

VittorioVittorio Feltri

Per usare un\'espressione assai in voga si potrebbe dire che oggi \"ne sentiremo di ogni\". È il 19 gennaio, l\'anniversario della morte di Bettino Craxi, l\'undicesimo per l\'esattezza; non sarà il tripudio di riabilitazione e nostalgia del decimo, ma in molti si sentiranno in dovere di rendere omaggio - come ben si confà alla maggior parte della classe politica e dei commentatori nazionali da più di un decennio - all\'ex leader socialista, deceduto da latitante ad Hammamet, Tunisia.

CRAXICRAXI BETTINO

Per gli appassionati del genere \"capriole intellettuali\" sarà divertente tenere sul comodino \"Craxi vostri, breviario di satira inconsapevole\" (Editori Riuniti, pag. 332) libro del cronista parlamentare Mauro Bazzucchi, che raccoglie quasi trent\'anni di tormentati (e talvolta spericolati) posizionamenti di quattordici tra politici e giornalisti nei confronti del più nobile dei padri politici di Silvio B.

DIPIETRODIPIETRO GIOVANE

Inutile dire che il capitolo più gustoso è quello dedicato a Vittorio Feltri. Nei giorni in cui l\'ex direttore preferito dal premier si allena per nuove capriole, la lettura dei giudizi sprezzanti sul \"cinghialone\", si fa ancora più divertente. Negli anni di Tangentopoli, Feltri è il battagliero direttore del fenomeno editoriale L\'Indipendente, che più di ogni altro tifa a tutta gola per super-man Di Pietro.

Nessun giudizio è più sferzante di quello che l\'oggi vicedirettore di Libero scrive all\'indomani del voto contrario (29 aprile 1993) del Parlamento all\'autorizzazione a procedere nei confronti del segretario del Psi: \"Dopo l\'esibizione di arroganza, soperchieria e stupidità clamorosa, non avendo il coraggio di spararsi, [Craxi] deve almeno sparire. O così o si rischia uno scossone doloroso\".

MAURIZIOMAURIZIO GASPARRI

Feltri ha il merito di convertirsi ben prima degli altri, già nel gennaio 1994, quando assume la direzione del Giornale al posto del defenestrato Montanelli. L\'aria cambia in quei giorni e Feltri ne è buon promotore.

Al secondo posto, per diletto nella lettura, si piazza il capitolo dedicato a Maurizio Gasparri, l\'uomo più dichiarante dell\'intera storia politica de nostro Paese. In un impeto di scherno, Gasparri accusa Bettino perfino della fantasiosa vox populi secondo cui l\'ex presidente del Consiglio avrebbe trafugato dal Castello Sforzesco una fontana per la villa di Hammamet: \"Non penso che Craxi torni - dichiara l\'attuale presidente dei senatori del Pdl nel 1995 all\'indomani del mandato di cattura emesso dalla Procura di Milano - ma se si trovasse un modo più rapido per il recupero del bottino (qualcuno parla di 750 o mille miliardi di lire) risponderebbe a quello che i cittadini italiani chiedono. È una beffa non recuperare le risorse, comprese le fontane, che pare siano sparite. Nemmeno Nerone è arrivato a fare cose del genere\".

FABRIZIOFABRIZIO CICCHITTO

A partire dal ‘98, dopo aver consumato le corde vocali a colpi di \"criminale\" nel \'92-94, anche per Gasparri la conversione è definitiva .

Buon piazzamento anche per le performance di Fabrizio Cicchitto, oggi il più scatenato dei pasdaran: \"Bettino Craxi fu vittima di un\'offensiva mediatica e giudiziaria al limite dell\'eversione - per citare una dichiarazione a caso degli Anni Zero - La ricerca storica e la riflessione politica mettono in evidenza che Craxi è entrato nella storia d\'Italia come statista e come espressione della posizione riformista e modernizzatrice della sinistra italiana\".

FASSINOiFASSINOi

Ma è lo stesso Cicchitto, fiero lombardiano, che negli Anni 80 si oppone duramente al segretario del Psi, al punto di dichiarare, nel novembre 1993 (allora stava con la \"gioiosa macchina da guerra\" di Occhetto) che \"Bettino Craxi e Claudio Martelli c\'erano dentro fino al collo con Licio Gelli e Ortolani. Ad esempio, la storia dei 30 milioni di dollari, del conto Protezione, mica è uno scherzo. C\'è da credere davvero che in quegli anni, con tutti quei soldi, si siano comprati il Psi\".

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La maggior parte dei capitoli, però, sono dedicati agli attuali dirigenti del Pd che, non paghi della vergogna di essere stati comunisti, da anni gareggiano nel lodare l\'antico nemico. Tutti, chi più chi meno, ebbero a confrontarsi con Craxi, \"ago della bilancia\" che sbarrava al Pci la strada dell\'Internazionale Socialista.

In principio fu Piero Fassino che per primo, nel suo \"Per passione\", riconobbe a Craxi il ruolo di modernizzatore, ben più del \"vetero\" Berlinguer, concetto ribadito con forza da Walter Veltroni nel 2009: \"Bettino Craxi fu l\'unico uomo del suo tempo che seppe capire ed interpretare i cambiamenti della società italiana\".

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Per non parlare di Massimo D\'Alema, più volte attaccato sulla prima pagina dell\'Avanti dallo stesso segretario Psi per il suo \"viscerale antisocialismo\", che ha recentemente dichiarato, in ossequio alla sua scarsa simpatia per la magistratura, di aver smesso di combattere Craxi \"quando ricevette il primo avviso di garanzia\".

E ce n\'è anche per Giorgio Napolitano, leader migliorista un tempo accusato di essere la quinta colonna craxiana all\'interno del Pci e Luciano Violante, senza dimenticare la sorprendente deferenza che Umberto Bossi riservava inizialmente a Craxi e le performance di Gianfranco Fini.

 

 

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