DAGO-RISPOSTA A BRUNETTA: “LA SMETTIAMO DI CHIAMARE BERLUSCONI “IL BANANA” SE SEEDORF SI FA INNESTARE UNA POMPETTA SOTTO LA CINTOLA E PROCLAMA AL MONDO INTERO CHE IL SESSO NON HA ETÀ”

“In un benefico diluvio di risarcimenti morali e trionfi del politicamente corretto, perfino Renato Farina non verrà più chiamato “Agente Betulla” perché finalmente la Corte Costituzionale sancirà che se uno ha l’accortezza di darsi il soprannome da solo, poi ha l’esclusiva totale sul suo utilizzo”…

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E va bene, ci arrendiamo. Ci avevano insegnato che la satira politica dev'essere cattiva, scorretta, spietata. Perfino di cattivo gusto, se serve. Basta che colpisca nel segno e che faccia ridere. Perché a quello serve. A scatenare quel senso del ridicolo che il potere teme più di ogni cosa. Ma che in realtà, come sapevano già i Romani, ha anche funzioni catartiche. Tanto è vero che da sempre i politici più abili accettano la satira. O quantomeno fingono di accettarla.

LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI SCHIFANI E BRUNETTALA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI SCHIFANI E BRUNETTA

Ma dopo la brillante missiva a firma Renato Brunetta, arrivata oggi alla redazione di Dagospia, abbiamo deciso di arrenderci. Il professore veneziano ci fa gentilmente notare che a questo punto bisogna piantarla di chiamare il dottor Silvio Berlusconi "il Banana", perché il calciatore Dani Alves, "con il suo gesto geniale di mangiarsela, "‘sta banana", ha svelato l'assurdità di quel linguaggio insultante, lo ha reso ridicolo". E adesso "l'iconografia antiberlusconiana deve riporre uno dei suoi simboli più antichi", perché "ora la banana fa bene, è tutta salute e buona propaganda".

Basta con certi nomignoli che tradiscono razzismi di ogni tipo, disprezzo per le diverse caratteristiche fisiche dei singoli essere umani, per le varie inclinazioni, sessuali e non, eccetera, eccetera. E' ora di lanciare una massiccia campagna contro la volgare pratica dei nomignoli.

L'esempio, ancora una volta, deve partire dal meraviglioso mondo dello sport. Vogliamo che lo spilungone Balotelli prenda in braccio Pirlo e lo faccia segnare di testa, urlando "basso è bello!". E noi smetteremo di chiamare il Cavaliere "nano". Vogliamo che al ritiro del Milan l'insapore fettina di pollo venga sostituita dalla gustosa carne di caimano.

LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI RENATO BRUNETTALA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI RENATO BRUNETTA

E noi la pianteremo con Nanni Moretti e quella storia del Caimano. Vogliamo che Seedorf si faccia innestare una pompetta sotto la cintola e proclami al mondo intero che il sesso non ha età. E noi smetteremo di chiamare il suo principale "Il Pompetta". Vogliamo che decine di minorenni indigenti vengano adottate, possibilmente a distanza, da Silvio Berlusconi, e noi la smetteremo con la storia di Papi Silvio.

Per la par condicio, Umberto Veronesi, noto vegetariano, dovrà ingozzarsi di mortadella davanti alle telecamere, al cospetto di Romano Prodi. La ministra Maria Elena Boschi confesserà a Daria Bignardi che anche lei, da piccola, sembrava la figlia di Fantozzi. E lo farà davanti al collega Maurizio Lupi, che si commuoverà dopo tante amarezze. Plotoni di immigrati cinesi giureranno davanti agli inviati di Report che Beppe Grillo non ha nulla di Mao, il quale comunque alla fine era una brava persona.

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I Rettiliani planeranno sugli studi di Saxa Rubra cavalcando scie chimiche e confermeranno che sì, è vero, Casaleggio è uno di loro, ma è grazie alla sua presenza sulla Terra se non ci hanno ancora polverizzato tutti con il Raggio della Morte. Fonzie in persona si farà intervistare da Fabio Fazio per confessare che lui non è neppure lontanamente degno di allacciare le scarpe al nostro caro premier, Matteo Renzi.

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E in un benefico diluvio di risarcimenti morali e trionfi del politicamente corretto, perfino Renato Farina non verrà più chiamato "Agente Betulla" perché finalmente la Corte Costituzionale sancirà che se uno ha l'accortezza di darsi il soprannome da solo, poi ha l'esclusiva totale sul suo utilizzo.

 

 

 

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