DAGONEWS - QUANDO NOMINERANNO IL NUOVO PROCURATORE CAPO DI ROMA? USCIRÀ MAI LA SECONDA ''INFORNATA'' DI INTERCETTAZIONI CAPTATE CON IL TROJAN INFILATO NEL CELLULARE DI PALAMARA O TUTTO FINIRA' SOTTO LA SABBIA DELLA "RAGION DI STATO"? - NEI PALAZZI CHE CONTANO GIRANO SOLO QUESTE DOMANDE - MATTARELLA METTERÀ SU UN NUOVO CSM CON REGOLE RIGIDE E UN SISTEMA MISTO: SORTEGGIO DEI TOGATI E MENO LAICI, PER 'DEPURARE' L'ORGANO DAI POLITICI - I MAGISTRATI, FERITI E UMILIATI, ORA INDAGHERANNO SUI POLITICI CON PIÙ DUREZZA O AVRANNO PAURA DI STRUMENTALIZZAZIONI?

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Palamara e Pignatone Palamara e Pignatone

DAGONEWS

 

Nei palazzi che contano girano due domande: quando nomineranno il nuovo procuratore capo di Roma?; uscirà mai la seconda ''infornata'' di intercettazioni captate con il trojan infilato nel cellulare di Palamara? Alla prima, la risposta è: tra circa tre mesi. Alla seconda è difficile rispondere. Negli ultimi giorni non sono uscite nuove bombe sui giornali, anche se il materiale è arrivato nelle mani di chi ha fatto uscire la prima parte delle conversazioni. La paura è che certe chiacchierate possano minare il tessuto istituzionale in modo irreversibile. Meglio insabbiare tutto?

lotti mattarella lotti mattarella

Quello che tutti si aspettano è che Mattarella metta su un nuovo CSM con regole rigidissime per marcare l'indipendenza della magistratura. Come cambierà? Si parla di un sistema misto che prevede il sorteggio per i ruoli dei togati che ''sterilizzi'' le correnti, e in più una forte diminuzione dei membri laici.

 

Questa impostazione è in realtà osteggiata dalla Lega, che non vorrebbe lasciare una briglia così sciolta ai magistrati, che ovviamente si stanno schierando contro Salvini (soprattutto quelli del Nord che hanno così criticato il ''consociativismo'' dei colleghi del Centro-Sud). Dall'altra parte invece c'è il ministro della Giustizia Bonafede che è totalmente sdraiato sui desiderata delle toghe, con posizioni super-giustizialiste che rispecchiano la prima anima del Movimento come partito dei pm.

salvini bonafede salvini bonafede

 

Adesso che succederà? La cacciata di Grasso dal vertice dell'ANM, pur avendo lui stesso rinnegato la sua corrente e duramente criticato i colleghi, segnala l'avanzare di un fronte iper-ortodosso intenzionato a colpire ancora più duramente la politica per dimostrare all'opinione pubblica che i magistrati non sono ''contigui'' al potere.

ermini eletto vicepresidente del csm 4 ermini eletto vicepresidente del csm 4

 

Ovviamente c'è anche la spinta opposta: alcuni pensano che inchieste eclatanti sui vertici del potere italiano oggi potrebbero venire ''smontate'' strumentalizzando il pasticcio del CSM, facendo perdere mordente anche a indagini fondate. A breve sapremo quale delle forze opposte prevarrà…

Consiglio Superiore della Magistratura Consiglio Superiore della Magistratura

 

 

2. IL GOVERNO VERSO LA STRETTA SUL CSM

Alberto Gentili per ''il Messaggero''

 

ALFONSO BONAFEDE MATTEO SALVINI ALFONSO BONAFEDE MATTEO SALVINI

A notte inoltrata le luci al primo piano di palazzo Chigi erano ancora accese. Dietro a un tavolo, occhi stanchi e visi tirati, il premier Giuseppe Conte, il Guardasigilli Alfonso Bonafede e la ministra della Lega Giulia Bongiorno. Da mesi, infatti, il governo si riproponeva di parlare della riforma della giustizia e quando ieri sera, dopo il Consiglio dei ministri è stato affrontato il dossier, di fronte ai presenti è scattato il previsto braccio di ferro. Che si è chiuso con un rinvio: «Oggi abbiamo più che altro ascoltato. Nei prossimi giorni daremo le nostre valutazioni», ha riferito all'una di notte la Bongiorno, che oggi riunirà un vertice con gli esperti del Carroccio per preparare la risposta ufficiale ai 5Stelle.

 

PASQUALE GRASSO PASQUALE GRASSO

Buona volontà e tentativi di mediazione di Bonafede e della Bongiorno a parte, la partita è apparsa subito tesa e complessa. Il giustizialismo dei grillini non va giù a Matteo Salvini che ha presenziato al summit, parlando al termine di «incontro positivo». E il garantismo del capo della Lega non piace a Luigi Di Maio. Il Guardasigilli a notte si dichiara comunque soddisfatto: «Il vertice è andato molto bene. Abbiamo affrontato tutti i temi a 360 gradi. Entro dicembre approveremo una riforma del processo penale e civile che dimezzi i tempi della giustizia. Una riforma che deve riguardare anche il Csm e le carriere dei magistrati che vanno determinate sulla base della meritocrazia».

 

luca palamara luca palamara

Per provare rendere l'avvio meno urticante, Bonafede ha cominciato affrontando proprio il tema più popolare e meno divisivo: la riforma del Csm, terremotato dallo scandalo che ha portato alle dimissioni di ben 4 consiglieri. Il Guardasigilli ha presentato diverse proposte. La prima riguarda il taglio degli stipendi dei giudici di palazzo dei Marescialli: «Vanno adeguati al tetto di 240 mila euro annui previsti dalle legge. Non è possibile che ci siano magistrati che arrivano a guadagnare circa 400mila euro».

 

L'INCOMPATIBILITÀ

La seconda proposta di Bonafede è l'introduzione «dell'incompatibilità»: «Chi siede nel Csm non può assumere incarichi direttivi e va introdotto il divieto nei cinque anni successivi all'incarico» nell'organo di autogoverno dei giudici, «ad assumere la guida di una Procura». Solo così, secondo il ministro grillino si possono evitare altre «opache vicende» che stanno coinvolgendo palazzo dei Marescialli.

GIULIA BONGIORNO GIULIA BONGIORNO

 

In più, il ministro della Giustizia ha proposto di introdurre «norme per garantire che l'avanzamento di carriera dei magistrati avvenga per meriti effettivi e in base a criteri oggettivi, come ad esempio lo smaltimento dell'arretrato, il rendimento». E perfino le soffiate dei segnalatori di illeciti: i whistleblower. «In questo modo», secondo Bonafede, «ogni magistrato potrà essere pesato». Un approccio che non troverebbe contraria la Bongiorno.

 

giulia bongiorno giulia bongiorno

Verso una mezza intesa anche sul sistema di selezione dei componenti del Csm, anche se Conte e il Guardasigilli intendono lasciare questo capitolo della legge delega «aperto al dibattito parlamentare». Due i criteri che stanno prendendo forza: il «sorteggio mediato»: i giudici eleggono una rosa di propri rappresentanti e poi da questa vengono sorteggiati i componenti effettivi. In più il governo intende introdurre «collegi ristretti su base territoriale» per ridurre il peso delle correnti.

 

Chiuso il capitolo Csm, è stato affrontato il capitolo del processo penale. Su questo dossier, Bonafede ha proposto una «stretta sulle indagini preliminari, con tempi certi, e tre soglie temporali basate sulla gravità dei reati»: «La proroga dei termini interviene una sola volta è solo per ulteriori sei mesi. Poi, se entro 3 mesi dalla scadenza dei termini di durata massima delle indagini, il pm non ha notificato né l'avviso della conclusione delle indagini, né richiesto l'archiviazione, verrà depositata la documentazione relativa alle indagini e messa a disposizione dell'indagato e della persona offesa. Solo in caso di specifiche esigenze, su indagini per reati gravi, l'avviso potrebbe essere ritardato per un periodo limitato di tempo».

FRANCESCO GRECO FRANCESCO GRECO

 

E, di fronte alle perplessità fatte trapelare alla vigilia dalla Bongiorno che aveva chiesto «meccanismi certi per garantire che i tempi non siano sforati», il Guardasigilli ha gettato sul tavolo l'idea di introdurre delle «vere e proprie sanzioni di carattere disciplinare per i magistrati che non rispettano i tempi».

 

IL NODO ASCOLTI

matteo salvini e giuseppe conte approvazione decreto sicurezza bis 1 matteo salvini e giuseppe conte approvazione decreto sicurezza bis 1

Rinviato invece il confronto sulle intercettazioni. Il ministro grillino intende tenere questo dossier fuori dal tavolo, sostenendo che se ne occuperà con la legge delega. E ribadendo la linea ormai nota: «Non vogliamo alcun bavaglio alla stampa con la scusa della privacy. Secondo noi gli ascolti con preminente interesse pubblico devono poter essere pubblicati nel rispetto del diritto di cronaca». Ciò detto, Bonafede ha però promesso norme «contro la fuga di notizie» e per impedire che nelle «intercettazioni diffuse vengano coinvolte persone estranee ai fatti e vicende private».

 

 

 

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