DAJE OTTAVIA’! LA SECONDA VITA DI OTTAVIANO DEL TURCO: 28 GIORNI DI CARCERE, 9 ANNI PASSATI A DIFENDERSI NEI TRIBUNALI, ED ORA PROSCIOLTO DALL’ACCUSA DI ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE. “CHIEDO LA REVISIONE DEL PROCESSO” – I RICORDI DELLA GALERA: LA COLLETTA DEL SILENZIO PER LE SIGARETTE AD UN DETENUTO E I PIANTI DEL NIPOTE 

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Lucia Esposito per “Libero quotidiano”

 

ottaviano del turco

Ottaviano Del Turco, settantatré anni di cui gli ultimi nove passati a lottare per dimostrare la sua innocenza, è nella sua casa di Collelongo in provincia dell' Aquila. Con lui c' è la moglie Cristina. Parla al telefono fisso ma si interrompe continuamente. Lo cercano senza tregua. Ogni volta, prima di rispondere, si scusa. Squilla il cellulare: «Mi richiami tra cinque minuti? Sono al telefono con una sua collega». Passano due secondi e si sente di nuovo un trillo: «Che piacere sentirti, ora non posso parlare. Mi puoi richiamare?».

ottaviano del turco1

 

Poi suonano al citofono: «Ciao Antonio. Vieni a trovarmi domani mattina. Ti racconto. Oggi è caduta l' associazione per delinquere. Ti aspetto domani».

 

Onorevole, tutti la cercano. Era così anche quando l' hanno arrestata nel luglio del 2008? Silenzio.

«Diciamo che queste telefonate mi fanno molto piacere. Mi chiamano pure quelli che nove anni fa mi avevano voltato le spalle. Molti si sono ricreduti ma sono dovuti passare degli anni».

 

Oggi è caduta l' accusa di associazione per delinquere ma resta in piedi quella di indebita induzione...

Ottaviano Del Turco

«Partendo dall' associazione per delinquere l' accusa aveva costruito una ragnatela di altre accuse. Ma se è caduta quella principale perché «il fatto non sussiste», dovrebbero cadere anche le altre. Per questo, con il mio avvocato, chiederemo la revisione del processo. Voglio combattere per dimostrare la mia totale innocenza. Non mi basta questa sentenza. È un passo importante ma non quello finale».

 

Si sente un perseguitato?

«Ho pagato dei prezzi altissimi. Diciamo che i colpi di Stato non esistono, ma i colpi di Regione sì. Si voleva far fuori una giunta».

 

Franco Marini con Luciano Lama e Ottaviano del Turco - Dal Corriere

Si è sentito abbandonato dal Pd, il suo partito?

«Molti mi sono stati vicini. Ma ho avuto anche moltissime delusioni».

Chi l' ha delusa? «Mi può torturare ma i nomi non li faccio».

 

Pensa che la sua reputazione sia rovinata per sempre?

Ottaviano Del Turco

«No. Anche prima che l' inchiesta prendesse questa piega positiva, nell' opinione pubblica c' era già l' idea che io non c' entrassi nulla. Soprattutto qui in Abruzzo, nella mia terra».

 

Tornerà a fare politica?

«Sono un politico».

 

Cosa vorrebbe fare?

«Non rifarei mai più il presidente regionale, l' assessore o il consigliere. Non ho più voglia di andare dai sindaci, credere che siano leali e amici e poi scoprire che sono anche un po' nemici e scorretti».

 

Cosa ricorda dei ventotto giorni di carcere?

Del Turco con Craxi

«Sono stati durissimi. È stata l' occasione per fare i conti con me stesso. Ero rinchiuso in una cella che non aveva le porte blindate ma le sbarre. Tutti vedevano quello che facevo. E di notte, quando dormivo, c' erano quattro guardie che mi controllavano».

 

Cos' altro ricorda?

«La colletta per comprarmi il silenzio».

Del Turco quando era il vice di Pizzinato nella Cgil

 

Me la spiega?

«Avevo organizzato una colletta tra tutti i detenuti per comprare le sigarette a un detenuto che urlava perché non aveva i soldi per comprare le sigarette. Gridava come un disperato».

 

Cosa le resta addosso di tutta questa vicenda?

«Le lacrime di mio nipote Emiliano, il figlio di mia figlia. Ho nelle orecchie il suo pianto disperato quando venne a trovarmi nel parlatorio del carcere di Sulmona. Non riesco a dimenticarlo».

 

Quanti anni ha Emiliano?

«Ora ventitré. Dopo questa sentenza parlerò con lui, gli spiegherò che nella vita basta avere forza e non smettere di lottare. La mia battaglia, infatti, non è ancora finita».