DE MAGISTRIS, INGROIA QUESTO “NO”! - FALSA PARTENZA DEL MOVIMENTO ARANCIONE: IL PM DAL GUATEMALA NON CONFERMA LA CANDIDATURA - DELUSIONE IN PLATEA, INFIAMMATA SOLO DAGLI ATTACCHI A NAPOLITANO - SONIA ALFANO: “MI AUGURO CHE SARÀ ELETTO UN CAPO DELLO STATO DEGNO DI QUESTO NOME” - GIGGINO CI METTE IL CARICO: “CHI DOVEVA AIUTARE A FARE LUCE HA STACCATO L’INTERRUTTORE” - ADDIO ALLEANZA COL PD, COME ARRIVARE AL 4%?... -

Condividi questo articolo


Conchita Sannino per "la Repubblica"

DE MAGISTRIS ALLO STADIODE MAGISTRIS ALLO STADIO

Sono già in campo. Rivendicano: mani libere e nessuna etichetta. Luigi de Magistris e Antonio Ingroia, uno dal palco del teatro Eliseo, l'altro collegato via Skype dal Guatemala, lanciano il Movimento Arancione in una sala gremita da quasi novecento persone. E, a parte i vari Berlusconi («ha portato il Paese sull'orlo del baratro» ha detto Ingroia), Dell'Utri, Casini, almeno nella sera del debutto, sembrano avere solo un altro "avversario" in comune: il Quirinale.

LUIGI DE MAGISTRISLUIGI DE MAGISTRIS

«Faremo la nostra rivoluzione civile». Anche stavolta il pm antimafia, che appare fatalmente vicino alla candidatura nella lista di de Magistris, fa tre passi avanti e uno indietro. «Abbiamo bisogno di un atto di coraggio e di responsabilità: la parte sana deve salvare questo paese. E io sarò con voi», scandisce Ingroia.

LUIGI DE MAGISTRIS PRESENTA IL MOVIMENTO ARANCIONELUIGI DE MAGISTRIS PRESENTA IL MOVIMENTO ARANCIONE

E de Magistris: «Quando mi dicevano che ero una toga rossa dicevo: no, toga anarchica. Ora direi: eversivo pacifico. Perché se Scalfari definisce eversivo uno come Ingroia, allora io sono eversivo, scelgo di stare con lui e con i magistrati palermitani come Vittorio Teresi e Nino Di Matteo e non con chi ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale per evitare che si faccia luce sulla trattativa tra Stato e mafia».

Antonio IngroiaAntonio Ingroia

De Magistris affonda ancora contro il Quirinale: «Quei tre magistrati sono entrati in una stanza buia del potere, hanno cominciato ad accendere qualche lampadina. Ma chi doveva aiutarli, intendo chi doveva dire "ti do una mano, perché sono delle istituzioni", ha invece staccato l'interruttore ». Altra ovazione. Durissimo attacco anche quello di Sonia Alfano, eurodeputata Idv: «Mi auguro che presto sarà eletto un Capo dello Stato degno di questo nome».

É in questo solco che vive, per ora, il Movimento. La lista Arancione che debutterà alle politiche è già in fase avanzata, daranno un sostegno anche Paolo Ferrero, Oliviero Diliberto e i Verdi di Angelo Bonelli, rinunciando ai simboli; incerto il sostegno dell'Idv, Antonio Di Pietro non vorrebbe rinunciare al proprio marchio. Obiettivo obbligato: 4 per cento, visto che - anche se de Magistris non si pronuncia a riguardo - appare improbabile la possibilità di entrare in coalizione con il centrosinistra, specie dopo i nuovi strali lanciati verso il Quirinale.

ANTONIO INGROIA ALLA FESTA IDV DI VASTOANTONIO INGROIA ALLA FESTA IDV DI VASTO

Intanto Ingroia sembra giocare al "sì" o "no" su questa discesa in campo. Anche ieri, prima accende l'Eliseo con un'eloquente promessa: «Serve una scossa. Dobbiamo liberare il paese dalle mafie, dalla corruzione e dalla menzogna che ancora lo strangolano. Facciamo la nostra rivoluzione civile: e dico la "nostra" perché, siatene certi, io sarò della partita ». Boato di approvazione, lunghi applausi. Poi, un attimo dopo, corregge: «Io ci sarò, dall'Italia o dal Guatemala... vedremo». Molti "oh" in platea, tra tolleranza e delusione. E subito de Magistris con teatrale nonchalance: «Vediamo di farlo tornare dal Guatemala... ».

Nino Di Matteo Nino Di Matteo

Il sindaco di Napoli - che ribadisce di voler restare «ad amministrare la città che amo ancora per altri tre anni e mezzo» - parte dalla propria esperienza. «Vedete che forse neanche io credevo di vincere, a Napoli. E sapete qual è stato il nostro punto forte? Non apparentarci con nessuno, stare fuori dai partiti. Ecco, abbiamo scoperto che mentre lo pensavamo, questo Movimento libero, lo stavamo già creando. E ora dobbiamo dargli gambe, dobbiamo farlo camminare. Perché i sogni si avverano anche: e il nostro sogno è di andare a Montecitorio, aprire le finestre e fare uscire il puzzo del compromesso».

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…