DEAR PAOLO - TRUMP CHIAMA GENTILONI PER CHIEDERE DI AUMENTARE LE SPESE PER LA NATO (2% DEL PIL) E DI RISOLVERE LA ROGNOSA SITUAZIONE IN LIBIA - CHISSA’ SE HANNO DISCUSSO ANCHE DEI CAMBIAMENTI MILITARI NELLA PRESENZA USA IN ITALIA CHE TRUMP HA DETTO DI VOLER AMPLIARE: DALLE NAVI A NAPOLI ALLE TESTATE NUCLEARI

Condividi questo articolo


Paolo Gentiloni Paolo Gentiloni

Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

La Nato, la richiesta americana rivolta a tutti gli europei, e dunque anche all' Italia, di aumentare gli investimenti nell' organizzazione transatlantica, sino al 2 per cento del prodotto interno: richiesta che con Trump è divenuta pressante, ha suscitato timori di un possibile progressivo disimpegno della Casa Bianca, e che invece ieri sera è stata discussa in modo sereno e costruttivo, dicono fonti italiane.

 

E poi la Libia, per la quale Paolo Gentiloni ha chiesto al nuovo presidente americano il riconoscimento di una leadership, secondo Palazzo Chigi ormai pacifica a livello internazionale: in sede politica, ma anche attraverso gli atti; dall' accordo siglato pochi giorni fa fra Roma e il governo libico sul controllo dell' immigrazione ai passi avanti fatti in sede di Unione Europea al vertice di Malta.

 

TRUMP AL TELEFONO TRUMP AL TELEFONO

Sono due degli argomenti chiave affrontati, oltre al terrorismo nel corso della telefonata, la prima, «molto affettuosa» secondo entrambi gli staff, fra Donald Trump e Paolo Gentiloni, da quando il nuovo presidente degli Stati Uniti si è insediato. Al termine di una giornata che certamente non è stata facile per il nuovo inquilino della Casa Bianca, i cui atti per contenere l' immigrazione a sua giudizio pericolosa per la sicurezza interna sono messi in discussione anche da pezzi della sua stessa amministrazione.

LIBIA LIBIA

 

Non è il primo contatto fra i due Paesi da quando Trump si è insediato. La prima telefonata è stata con Matteo Renzi. Poi hanno avuto contatti diretti i due ministri della Difesa, negli ultimi giorni gli staff dei rispettivi presidenti, che da qualche settimana sono in contatto anche per l' organizzazione del G7, il primo appuntamento europeo di Trump, almeno al momento.

 

Due team della sicurezza del nuovo presidente hanno già fatto sopralluoghi a Taormina (si prevedono 100 persone per la delegazione americana), ieri sera Gentiloni ha invitato formalmente anche la moglie di Trump, Melania, confermando che esiste un programma anche per le first ladies.

 

LIBIA 2 LIBIA 2

A livello diplomatico, si sono rincorsi anche timori e dubbi sulle possibili richieste di Trump per il prossimo G7, in primo luogo la presenza di Vladimir Putin, attualmente escluso dal formato insieme al suo Paese. Ma proprio pochi giorni fa la Casa Bianca ha preso atto della situazione, ha confermato le sanzioni economiche contro Mosca e dunque quello che era un timore delle capitali europee si è dissolto: a sanzioni vigenti non è possibile cambiare formato, nel breve periodo l' argomento è fuori discussione.

 

MINNITI LIBIA MINNITI LIBIA

Come ha scritto Lettera43.it i rapporti fra due Paesi nei prossimi mesi potrebbero anche concentrarsi su una serie di cambiamenti militari nella presenza americana sul nostro territorio: Trump ha dichiarato che amplierà il numero delle navi, e questo potrebbe portare delle novità nell' assetto della Sesta flotta americana, di stanza a Napoli. Allo stesso modo potrebbero subire delle rimodulazioni, sia nel numero che nel tipo, le testate nucleari presenti nella basi a stelle strisce in Italia.

 

Di sicuro quello che resta solido, nonostante le polemiche internazionali, è il rapporto transatlantico, il legame fra i due Paesi. Possono cambiare i presidenti, «da una parte e dall' altra», dice la nostra diplomazia ma quello che è fuori discussione è una partnership strategica. «L' Italia ha un posto riservato nel mio cuore, tanti miei elettori sono italo-americani», sono state le parole che Trump ha consegnato a Gentiloni.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...